Here comes the sun

”Chissà se si può creare la luce in casa con il sole” disse Luca guardando il sole una domenica estiva.

L’impianto che risponde a questa richiesta è il fotovoltaico. Gli elementi chiave dell’impianto sono i pannelli, che catturano la luce solare per poi convertirla in energia elettrica. Inizialmente questi impianti erano stati costruiti in campi aperti, ma in questi ultimi anni si stanno costruendo sempre più sui tetti delle case, per garantire una sorta di indipendenza energetica.

Gli impianti fotovoltaici si dividono in:

  • impianti a isola (stand alone), ovvero quelli che sfruttano l’energia che producono esclusivamente per uso proprio, ad esempio quelli che si trovano sui tetti delle case;

  • impianti connessi alla rete (grid connect), ossia quelli che immettono nella rete l’energia che producono. Tra i vari esempi, spicca il cosiddetto BIPV, Building Integrated PhotoVoltaics, cioè il fotovoltaico architettonicamente integrato in una struttura, come in un palazzo. L’integrazione architettonica si ottiene ponendo i pannelli all’interno del profilo dell’edificio stesso, così da non danneggiare l’estetica della struttura.

Ma come funzionano i pannelli solari? I pannelli solari sfruttano delle celle solari al loro interno per convertire l’energia del sole in elettricità sfruttando l’effetto fotovoltaico. Più celle insieme formano un modulo, più moduli formano un pannello.

L’Italia è seconda nel mondo per fotovoltaico, questo ha portato a un considerevole aumento dei posti di lavoro in questo campo, come dimostra il seguente grafico:

Inoltre, come nel seguente grafico, si può notare come la produzione di energia fotovoltaica sia aumentata sensibilmente in questi ultimi anni:

Però in termini di produzione su larga scala il rapporto costo/efficienza del fotovoltaico è un problema perché questi impianti costano molto e la produzione è scostante, infatti varia in funzione delle condizioni meteorologiche. Inoltre i materiali per la costruzione dei pannelli sono rari e difficilmente lavorabili, quindi per creare grandi impianti può rivelarsi un problema.

Per gli impianti a livello privato il discorso è leggermente diverso, infatti a parte l’elevato prezzo iniziale di costruzione, rendono molto bene in condizioni meteo ideali e assicurano una scorta di energia che può rivelarsi utile anche in senso economico, per ridurre un po’ il costo della bolletta della luce.

Ovviamente costruendo questi impianti in campi aperti, un po’ si danneggia l’ambiente, poiché si tolgono ettari alla natura. Però rispetto alle centrali termoelettriche, inquinano molto di meno perché non rilasciano nessun gas tossico per noi e per l’ecosistema. In particolare abbattono le emissioni di CO2, uno dei gas che causano l’aumento del buco dell’ozono.

In ottica futuro, si sta pensando alle nanoparticelle in grado di assorbire la luce solare e produrre energia anche da una finestra o dal tettuccio di una macchina. Invece in un futuro prossimo si utilizzeranno i pannelli solari in plexiglass, a differenza di quelli già un po’ ”anzianotti” in silicio: questo materiale ridurrebbe i costi di produzione degli impianti di molto.

Il fotovoltaico è una risorsa importante sia economica che energetica e ha un enorme potenziale, non buttiamola via: finanziamola, miglioriamola. Così, quando Luca sarà grande e avrà una casa con un impianto fotovoltaico sul tetto, potrà essere fiero della scelta di aver investito in un impianto amico dell’ambiente ed efficiente.

Alberto Dalmasso

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