L’ambiente, una forma d’arte

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”. Andy Warhol

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Luca pensava a questa frase del suo artista preferito quando raggiungeva la meta delle sue vacanze, dove trascorreva l’estate. Non è difficile immaginare quel paesaggio e quella vista mozzafiato come un quadro in tre dimensioni. Tuttavia, è altrettanto facile capire che basta poco per danneggiare irreparabilmente quell’opera d’arte.

Luca era un grande appassionato di natura. Si ricordava ancora delle lunghe passeggiate sulla spiaggia da piccolo, quando si soffermava ad ascoltare lo sciabordio del mare e le voci dei gabbiani e ad osservare il frangersi delle onde sulla battigia. Si domandava allora che cosa si potesse fare per salvare tutto questo.

Dopo interminabili ricerche, comprese che un grande aiuto poteva essere fornito dalla energia e futuroproduzione di energie pulite, che utilizzano fonti inesauribili: ed allora comprese che quelle enormi pale, che spesso aveva confuso con i mulini a vento, e quei grandi specchi orientati verso il sole avevano una funzione. Scoprì anche la possibilità di sfruttare il calore della terra – gli tornò in mente la lezione di scienze in cui il maestro aveva spiegato che il sottosuolo raggiungeva temperature altissime.

Il ragazzino fu rassicurato osservando i dati che mostravano che le energie rinnovabili, seppur ancora poco utilizzate, erano in aumento nell’Unione Europea (il loro contributo è passato dal 15% del 2000 al 21% del 2010). Scoprì anche dell’esistenza di 27 comuni in Italia, concentrati perlopiù sull’arco alpino, totalmente autosufficienti (Anche dal punto di vista del fabbisogno termico), che sfruttano energia pulita, come Morgex (Aosta) e Brunico (Bolzano).

Ma come mai queste energie, pur utilizzando fonti che non rischiano di esaurirsi e rispettando l’ambiente, sono poco sviluppate? Per rispondere a questa domanda lesse un articolo sul quotidiano ed apprese che, oltre all’elevato costo delle tecnologie e della produzione, presentano altri svantaggi, come l’impossibilità di stoccaggio, la bassa densità di potenza e la disponibilità discontinua (perché dipende dalla presenza o meno della luce, del vento…)

Spinto dalla curiosità, iniziò ad analizzarne le forme principali:

  • L’energia solare, che sfrutta la luce del sole (2,7% dell’energia rinnovabile in Italia nel 2010). Gli impianti sono costituiti da pannelli, che catturano la luce solare per poi convertirla in energia elettrica. Ha conosciuto un forte sviluppo dal 2010 ad oggi: la produzione è passata da circa 2000Gwh nel 2010 a 18000Gwh nel 2014.
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Pannelli solari in Italia

  • L’energia geotermica, che sfrutta il calore del sottosuolo (6,6%). Il vapore presente passa attraverso le fratture nelle rocce e viene raccolto in pozzi geotermici. Qui viene trasportato in superficie e convogliato in tubi: l’energia cinetica si trasforma in meccanica e permette la rotazione della turbina. Questa è collegata ad un alternatore: l’energia meccanica si trasforma in elettrica. L’Italia ne è leader mondiale, anche perché ricca di situazioni di gradiente geotermico anomalo (fluidi ad elevate temperature).
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Centrale geotermica in Islanda

  • L’energia eolica, che sfrutta il vento (11,8%). L’energia cinetica del vento viene trasformata dai generatori eolici in energia meccanica, che potrà essere convertita, a sua volta, in elettrica.
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Parco eolico in Texas

 

                                                                                                                                             

                                                                                                                               Alessandro Allocco

 

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