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Il cielo come risorsa culturale oggi

Ancora oggi, in alcune parti del mondo, ci sono popolazioni che associano direttamente fenomeni celesti a fenomeni terrestri.

I Mursi dell'Etiopa

In Africa un esempio ci viene fornito dagli attuali Mursi dell'Etiopia sud-occidentale.Questo popolo nomade vive dei prodotti che derivano da coltivazioni che dipendono dalle piogge e dalle inondazioni e di allevamento: di qui nasce l'importanza vitale dei tempi delle loro migrazioni. 
Nonostante tutto i Mursi non hanno un calendario scientifico. Il loro anno, infatti, comprende 13 mesi lunari e segue il ciclo delle stagioni con costanti correzioni. Questo equilibrio è mantenuto sulla base di riferimenti naturali quali, ad esempio, l'apparizione di certi uccelli, la fioritura di determinate piante, l'osservazione del sole all'orizzonte e, tra i più importanti, l'inondazione annuale del fiume Omo.

Società indigene Americane

Curioso è l'esempio dei Barasana dell'Amazzonia colombiana che attribuiscono alla costellazione del "Bruco Giaguaro" un'importanza fondamentale per il loro conteggio del tempo. Quando il "Bruco Giaguaro", considerato il padre di tutti i bruchi sulla Terra, sorge in cielo, al tramonto del sole, compaiono i primi bruchi terrestri i quali vanno aumentando di numero man mano che la costellazione si trova sempre più alta nel cielo. A questo fenomeno, che per noi è solo il risultato di una semplice coincidenza, i Barasana attribuiscono un rapporto di causa effetto.
L'associazione tra fenomeni terrestri e celesti è ancora più significativa presso la popolazione del villaggio andino di Misminay, secondo la quale la Via Lattea, considerata un fiume celeste, è un "riflesso" del fiume terrestre Vilcanota; i due fiumi rappresentano le parti di un sistema avente la funzione di far circolare l'acqua tra le due sfere. In questa regione la Via Lattea passa allo Zenit due volte ogni 24 ore, seguendo due direzioni perpendicolari tra loro che formano una quadripartizione concettuale del cielo. Questo è solo uno degli esempi che mostrano come, per gli abitanti di Misminay, l'osservazione dei vari corpi celesti è parte integrante delle loro attività agricole e pastorali e delle loro festività.
Molte di queste tradizioni rituali trovano le loro radici già nei tempi degli antichi Incas e ci sono pervenute fino ad oggi grazie soprattutto alle testimonianze dei numerosi discendenti.
Ci forniscono un esempio particolare gli Hopi dell'Arizona, per i quali le direzioni cardinali non coincidono con le nostre, ma indicano i punti del cielo in cui il sole sorge e tramonta ai solstizi. Questi particolari eventi sono accompagnati da cerimonie rituali come quella del solstizio d'inverno (Soyal) che viene decisa dal Capo del Sole e dal Capo del Soyal e dura ben nove giorni.