L'uomo e le stelle

 

Home   Presentazione   Glossario   Conclusioni


Dalle meridiane
alla Teoria
della Relatività
 
Lavori multidisciplinari
Le comete tra realtà
    e immaginazione
Deep Impact,
    missione cometa
Area Letteraria
Premessa
Italiano
Latino
Inglese
Francese
Cinema
Storia
Area Scientifica
Matematica

Astronomi

  Monumenti:

 Nuraghi
 Stonhenge

 Astronomi:

 Astronomia
    Eudossiana

 Cosmologia
    di Platone
    e Aristotele

 Eudosso
    di Cnido

 Ipparco
 Tolomeo
 Toscanelli
 Muller
 T. Brahe
 Keplero
 
Copernico
 G. Galilei
 Riccioli
 Grassi
 Halley
 Newton

 Civiltà:

 Assiro-
    Babilonesi
 Ebraica
 Egiziana
 Cinese
 Islamica
 Islamica2
 Astronomia     latina
    medievale
 
Pre-
    colombiana
 Preistorica
 Indigene
    attuali


Ipparco e Tolomeo


Uno dei più importanti e famosi astronomi greci e di quasi tutta l'antichità fu Ipparco, nato in Bitinia intorno all'anno 180 a.C.. Di lui ci resta soltanto un libro, scritto circa nel 140 a.C., che precede però la sua principale scoperta: quella sulla precessione degli equinozi, tramandataci poi da Tolomeo, il quale l' ha anche completata.
Ipparco, sulla base di numerose osservazioni, alcune eseguite personalmente, altre precedentemente, potè provare che le distanze delle stelle dai punti equinoziali cambiavano di anno in anno, scoprendo così il fenomeno della precessione degli equinozi.
Furono molto importanti anche le sue teorie sul Sole, sulla Luna e sulle stelle: egli costruì la prima "tavola" che indicava le posizioni del Sole per ogni giorno dell'anno e introdusse la classificazione delle stelle sulla base del loro diverso splendore ad occhio nudo, individuando sei "grandezze" diverse e completando un catalogo di coordinate per oltre mille stelle. Grazie alle sue teorie, si riuscirono addirittura a predire le eclissi di Sole e di Luna. 
Nei primi secoli dopo Cristo, sotto l'impero romano, l'astronomia non fece grandi passi avanti: il calendario rimase quello riformato sotto Giulio Cesare e i dati sulla circonferenza terrestre restarono quelli presi da Posidonio (circa 131-51 a.C.).
Solo nel secondo secolo dopo Cristo, l'astronomia fece alcuni progressi grazie alla figura del grande Claudio Tolomeo, che, tre secoli dopo Ipparco, scrisse la sua opera più importante: la "Sintassi", meglio conosciuta con il nome di "Almagesto", una raccolta di tutta l'astronomia antica ai tempi delle scuole alessandrine. Formato da tredici capitoli,data la sua importanza, fu tradotto in latino da Boetius, poi, sette secoli dopo, anche in arabo. Tolomeo, nella prefazione, esalta la grandezza e l'armonia del creato, affermando che l'astronomia ha una notevole influenza sull'esistenza umana.
Nel testo egli rappresenta il cielo come una sfera che ruota attorno ad un asse fisso, dedotto dal moto delle stelle circumpolari attorno al polo e dal fatto che le altre stelle sorgono e tramontano sempre negli stessi punti dell'orizzonte. Poiché in qualunque luogo si trovi l'osservatore sulla terra le stesse ci appaiono sempre della stessa grandezza e con le stesse distanze reciproche, Tolomeo afferma che anche la terra è una sfera al centro del cielo ed è solo un punto in confronto a questo.
Comunque le sue idee non furono molto diverse da quelle dei suoi predecessori: egli infatti spiega il moto del Sole con l'ipotesi del moto eccentrico, mentre per la Luna approfondì le scoperte fatte da Ipparco. Ancora più difficile fu per Tolomeo formulare delle teorie sul moto dei pianeti, a causa dell'errore fondamentale su cui egli si basava, ponendo la Terra al centro dell'Universo.
Per più di quattordici secoli l'Almagesto che ci ha trasmesso ed ha sviluppato le dottrine astronomiche dei suoi predecessori, specialmente quelle di Ipparco, è stato accettato e studiato come il fondamento della scienza astronomica.