L'uomo e le stelle

 

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L'astronomia eudossiana

 

Parlando del passaggio dalla matematica all'astronomia, bisogna ricordare che Eudosso di Cnido ha avuto il merito di aver liberato questa scienza dall'influenza teologica.
Egli ne ha fatto un "sistema matematico", che oggi apparirebbe idoneo a spiegare molti fenomeni astronomici, ma anche nel IV secolo era considerato molto attendibile anche dagli studiosi del tempo. Occorre però anche precisare che le diversità tra le teorie formulate da Eudosso e quelle accettate in età moderna, sono profonde; ma ciò che conta è il carattere scientifico della teoria ideata dallo studioso di Cnido e la sua rigorosa formulazione delle legg, che può quindi essere considerata uno dei capisaldi dell'astronomia antica. In età moderna il principio base di tutte le teorie è di carattere dinamico (si pensi alla legge dell'attrazione delle masse di Newton). Nell'antichità non esisteva una nozione precisa di dinamica e quindi le leggi eudossiane si basavano sulla geometria; per questo motivo è stato conferito alla teoria eudossiana l'aspetto di un semplice modello teorico ideato per descrivere l'ordine dei fenomeni celesti, ma non le cause.
Eudosso ereditò l'idea che le stelle, il Sole e la Luna ci suggeriscano il moto circolare uniforme e ne fece il principio generale della sua astronomia.
Lo studioso di Cnido introdusse una grande innovazione: invece di parlare di anelli celesti, egli immaginò i vari astri fissi su superfici sferiche trasparenti, ruotanti uniformemente intorno a due poli. Il Sole, le stelle e la Luna dovevano avere tutti una propria sfera indipendente.
Tutte le sfere devono risultare concentriche tra loro e interpretare il globo terrestre come il centro dell'universo. 
Il modello ideato dallo studioso greco serviva per spiegare in modo chiaro i moti apparenti delle stelle fisse, ma non altrettanto bene quelli del Sole e della Luna e tanto meno quelli dei pianeti che sembrano avanzare più ora meno del dovuto. Per rimediare a tale problema Eudosso ipotizzò che ognuno di tali asti non possedesse una sola sfera, ma un ordine di più sfere, una interna all'altra, tutte concentriche tra loro e ruotanti con moto uniforme, ma con periodi differenti e su assi di rotazione diversi.
Eudosso era convinto di poter dare una spiegazione geometrica di tutto questo soddisfacente.
Lo studioso di Cnido diede poi al Sole e alla Luna un ordine di tre sfere ciascuno, mentre per i pianeti un ordine di quattro sfere.
Il sistema di Eudosso dava risultati soddisfacenti per Saturno, Giove e Mercurio, ma non altrettanto buoni per Venere.