L'uomo e le stelle

 

Home   Presentazione   Glossario   Conclusioni


Dalle meridiane
alla Teoria
della Relatività
 
Lavori multidisciplinari
Le comete tra realtà
    e immaginazione
Deep Impact,
    missione cometa
Area Letteraria
Premessa
Italiano
Latino
Inglese
Francese
Cinema
Storia
Area Scientifica
Matematica

Le comete tra realtà e immaginazione

Home Chi siamo Premessa Il simbolismo
del cielo
L'uomo,
il cielo e
le comete
Le comete nella tradizione popolare Comete e religione Comete, letteratura  e arti figurative
Comete e 
cinema
Le comete secondo gli antichi Seneca, pensatore
indipendente
Plinio  il Vecchio Il trionfo di Aristotele Dal dubbio alla verità La parola alla matematica Da Keplero a Newton
Echi di Seneca nel '600 Comete e fine del mondo Cosa sono le comete Comete e scienza negli ultimi due secoli Comete e vita sulla Terra Le missioni di esplorazione Links alle fonti Immagini

Echi di Seneca nel Seicento

Orazio Grassi 

Premessa al testo “De tribus cometis disputatio”

Mario Guiducci Orazio Grassi Giovanni Battista Riccioli

Luxorion

Sensit illud, ni fallor, ac tandem tertio kalendas Decembris lucidissimum cometam tanto ab oriente splendore in altum evexit ut, conversis ad eum illico omnium oculis suspensisque animis, magnique quotidie in montes locaque editiora concursus, nulli somni cura, nullo algentis Aquilonis timore, cogerentur: factumque est aliquando, ut nulla iam sollicitudo maior hominum sit, quam caeli suspiciendi; ac si forte Venus solito splendidius scintilla(ve)rit, in cometam abierit; si nubes ad Solis occasum non se subito abdiderit crucemque formaverit, monstri id loco habeatur. Sed haec sibi habeat vulgus, pluma levius: in hac enim sapientium corona de his aliter mihi agendum.

Testo tradotto in modo letterale
(Il cielo) si accorse di questo, se non mi sbaglio, e infine, il 29 novembre fece salire una cometa lucentissima fin dalla sua comparsa così in alto che, rivolti ad essa gli occhi di tutti e sospesi gli animi, grandi folle ogni giorno si radunavano sulle montagne senza curarsi del sonno e senza timore della gelida tramontana. E’ accaduto talvolta che nessuna preoccupazione degli uomini sia più grande di quella di scrutare il cielo; e se per caso Venere avrà scintillato in modo più lucente del solito, sarà diventata una cometa; se una nuvola al tramonto non si sarà nascosta subito e avrà formato una croce, ciò venga ritenuto un prodigio. Ma queste cose (le) creda pure il volgo, più incostante di una piuma; in questo consesso di sapienti dovrò trattare di ciò in ben altro modo.

Traduzione

Forse il cielo si accorse di questo e infine, il 29 novembre, condusse una cometa lucentissima fin dalla sua comparsa così in alto che ad essa si rivolsero gli sguardi ansiosi di tutti e grandi folle si radunavano sulle montagne e nei luoghi più elevati, senza curarsi del sonno e della gelida tramontana. E’ accaduto spesso che gli uomini non abbiano avuto preoccupazione più grande di quella di scrutare il cielo; e se per caso Venere scintilla in modo più evidente del solito, diventa una cometa; se una nuvola al tramonto non si nasconde subito e forma una croce, si grida al prodigio. Ma lasciamo tali opinioni al volgo, più incostante di una piuma; in questo consesso di sapienti dovrò discutere di questo argomento in tutt’altro modo.

Commento
Nel sostenere le tesi di Tycho Brahe sulle comete, Orazio Grassi riprende alcune immagini di 
Seneca, il che risulta quasi inevitabile, visto che le ricerche dell’astronomo confermavano le teorie del filosofo spagnolo. Dopo secoli di quasi completa dimenticanza, il settimo libro delle Naturales Quaestiones si impone all’attenzione degli studiosi e si va diffondendo l’opinione che Seneca, insieme agli oscuri astronomi ai quali egli aveva attinto le sue teorie, aveva ragione. Seneca viene citato anche da coloro che non ne condividono le tesi, se ne trovano frequenti citazioni nel testo di Mario Guiducci “Discorso delle comete” che proponeva la tesi galileiana della cometa come effetto ottico.
In questo testo, Orazio Grassi riprende alcune osservazioni di Seneca sulla reazione della gente comune di fronte alla cometa accentuandone il carattere di aristocratico distacco dalle opinioni superstiziose del “volgo, più incostante di una piuma”. Seneca, pur prendendone le distanze, aveva descritto in modo meno sarcastico lo stato d’animo di chi, osservando la cometa, si domanda “se sia un astro o un prodigio”; è da notare il fatto che,  senza dirlo esplicitamente, descrive proprio i comportamenti spaventati o superstiziosi ai quali si riferisce Seneca nei brani analizzati nella parte di sito a lui dedicata.

Amore per la scienza e superstizione          Stella o prodigio?