Se il terrore viene dal cielo
Adriano Grasso
Caprioli - Apocalisse
Così come il
cielo è fonte di vita per il nostro pianeta, può essere causa della sua
distruzione. Questa considerazione ha sempre generato inquietudine,
talvolta terrore e periodicamente si ripropone nelle
forme più diverse; anche l'uomo attuale non ne è esente, come dimostrano
le numerose pellicole con le quali il cinema
ha descritto spaventosi impatti e minacce che vengono dall'alto.
D'altra parte la letteratura
scientifica ha accreditato l'ipotesi della fine del modo che viene dal
cielo, anche se fortunatamente questa è data come un'evenienza piuttosto
improbabile; si veda ad esempio il primo capitolo del testo di Paul Davies
"Gli ultimi tre minuti - congetture sul destino dell'Universo"
(Biblioteca Scientifica Sansoni), intitolato "Il giorno del
giudizio".
Leopardi, che ha
riflettuto sulle devastazioni prodotte dalle catastrofi naturali, ad
esempio l'eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano, ha espresso in modo
mirabile il timore che la natura, come lei stessa spiega all'Irlandese della celebre Operetta Morale, senza neanche accorgersene,
annienti l'umanità con un movimento impercettibile a livello cosmico.
Impatti con asteroidi ed esplosioni di supernove potrebbero davvero far
estinguere l'uomo come si sono estinti i dinosauri: fortunatamente sono
pericoli remoti, ma non per questo possiamo scartare del tutto l'ipotesi
di un Olocausto naturale.
Per scongiurare questo rischio gli Aztechi e altre popolazioni antiche
facevano sacrifici umani alle loro divinità crudeli, che minacciavano
di bloccare il sorgere del sole, il ciclo delle stagioni e di far cadere
il cielo, provocando così la fine dell'umanità.
Anche la nostra cultura ha temuto per lunghi secoli questa fine
generalizzata: l'evangelista Giovanni, scrivendo
l'Apocalisse, ha indicato il cielo come il luogo in cui si manifesterà a tutti gli uomini la fine dei
tempi. "Dies irae,
dies illa, solvet saeculum in favilla" dice (probabilmente) Tommaso da Celano, alludendo al rogo devastatore che arderà il nostro
pianeta per effetto del venire meno della struttura dell'Universo: le
stelle cadranno e il sole genererà un calore mortale. E' vero, si tratta di una visione che utilizza un linguaggio simbolico e
ormai più nessuno di noi teme le trombe del Giudizio, ma è anche sicuro
e inconfutabile che un giorno, fortunatamente lontano, il nostro pianeta
sarà distrutto proprio dal sole morente in una vampa di gas incandescenti
che ingloberanno la sua orbita.
Maria Credidio - Apocalisse

Paradossalmente la Rivoluzione Scientifica e il diffondersi
dell'interpretazione simbolico - figurale e delle Scritture
hanno allontanato la paura dell'Apocalisse, del giorno in cui un
Dio-giudice interverrà personalmente a mettere fine alla storia, ma ci hanno
resi consapevoli del fatto che la Terra non è al riparo da catastrofi.
Per
quanto improbabili, esse potrebbero davvero significare la fine per l' ingegnoso
animale che ha ceduto all' illusione di essere il destinatario della
creazione e il dominatore assoluto della natura.
Anche se non avrebbe fornito molti spunti per film di
fantascienza, era davvero consolante il cosmo di Aristotele, così eterno e ben regolato, in cui uno scontro tra oggetti celesti era
impossibile. Accettare la verità ci ha costretti a rinunciare alla sicurezza, abbiamo
dovuto abituarci all'idea di un universo molto più affascinante ma più
imprevedibile e pericoloso. Questo spiega, anche se non giustifica
moralmente, le forti opposizioni alle quali le nuove teorie scientifiche
sono andate incontro in passato.
Per saperne di più sul "Dies Irae"
Antenati:
Tommaso da Celano (biografia)
www.girodivite.it/antenati/xiiisec/_celano.htm
- 5k -
TOMMASO
DA CELANO?
Il Dies irae da molti attribuito a Tommaso
da Celano
www.scuolaonline.wide.it/Pagine/C2.html - 28k
-
Per saperne di più sulle immagini e sugli artisti,
si vedano i siti
www.quibrescia.it/
artistacaprioli.htm
Maria
Credidio
www.zizip.it/maria/
Per saperne di più sulle catastrofi cosmiche si veda
il sito
Cosmos:
capitolo 11
www.astrofilitrentini.it/mat/testi/cosmos/11.html
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Durer - Apocalisse
-
L'Apocalisse, scritta da San
Giovanni apostolo nell'isola di Patmos durante le feroci persecuzioni
di Domiziano ai danni dei cristiani (94/96, secondo l'opinione più
diffusa), è un testo che si inserisce nella
tradizione apocalittica giudaica, ispirata a profeti quali Isaia,
Ezechiele, Zaccaria e Daniele, che avevano profetizzato la fine del
mondo. La letteratura apocalittica nasce di solito in un contesto di
sofferenza e persecuzione, con l'intento di confortare chi ne è
vittima a perseverare e a guardare al di là del momento tragico che
sta vivendo. Un giorno dal tormento, dal sangue e dal terrore nascerà
la Gerusalemme Celeste, luogo di pace riservato ai giusti, al termine
di un epico scontro che vedrà la definitiva sconfitta del
demonio.
Per questa ragione si tratta di un testo molto letto nei tempi di
guerra e dalle minoranze perseguitate, in particolare all'epoca della
Riforma protestante.
-
Nell'Apocalisse si parla in più circostanze di oggetti
che cadono dal cielo con effetti devastanti ed è il cielo che manifesta
apertamente l'ira di Dio sugli empi. Ovviamente non si parla espressamente
di comete o asteroidi, ma il lettore moderno non può fare a meno di
cogliere l'analogia. Nella tabella
vengono analizzati i significati simbolici delle immagini in riferimento a
quanto da noi detto sul rapporto tra l'uomo e il cielo con un semplice
accostamento di immagini, senza cioè dare a questo procedimento un vero e
proprio valore interpretativo. Ricordiamo che la comprensione del
significato dell'Apocalisse ha sempre rappresentato un enigma perché
risulta estremamente complessa e ha fatto
nascere ipotesi e metodi esegetici differenti che non rientrano
nella nostra sfera di indagine. Accenniamo solo al fatto che sono esistite
ed esistono ancora quattro tipi fondamentali di interpretazione:
-
preterista, secondo alla quale i fatti ai
quali alludono le immagini del libro riguardano solo la situazione
della Chiesa del primo secolo dopo Cristo. Giovanni, il veggente,
avrebbe cercato di rafforzare la sua fede per superare le
persecuzioni;
-
idealista, secondo la quale l'Apocalisse non
alluderebbe a precisi eventi storici, ma a principi validi in ogni
tempo per consolidare la fiducia dei credenti nella capacità di Dio
di sconfiggere il male;
-
storicistica, secondo la quale il
simbolismo di Giovanni nasconderebbe eventi storici dalla nascita di
Cristo alla sua venuta nell'ultimo giorno; questo era, ad esempio,
l'atteggiamento dei riformatori, che vedevano nell'anticristo il papa
stesso. Altri, dopo di loro, lessero nelle immagini riferimenti a
fatti e personaggi quali la rivoluzione francese, Mussolini e così
via.
-
futurista, secondo la quale l'Apocalisse
sarebbe, almeno in parte, un'autentica profezia di fatti che
accadranno. La parte profetica del testo sarebbe quella incentrata
sull'apertura del settimo sigillo.
Ha quindi ragione San Girolamo, autore della
Vulgata,
quando dice che l'Apocalisse "Tot habet sacramenta quot verba",
forse proprio per questo è affascinante. Tra i maggiori e più
interessanti esegeti ricordiamo: Isidoro
da Siviglia, il Venerabile Beda, Gioacchino da Fiore, (al quale si
ispirarono quelli che nel Medioevo identificarono il papa con
l'anticristo, tra i quali Ubertino da Casale e Dante Alighieri) e, in
tempi moderni, lo stesso Newton. L'attenzione di uno scienziato come
Newton per questo testo, del quale pretese di fornire un metodo di
interpretazione rigoroso, è figlia di un'epoca in cui scienza e religione
non erano ancora completamente separate e si collega strettamente alle apocalittiche
visioni di scontri fra la Terra e le comete che agitarono la fantasia
di molti intellettuali del '700.
( 8, 8 / 9, 3) Il primo angelo suonò la tromba, e si fecero grandine e fuoco, mescolati con sangue e furono
gettati sulla terra; e la terza parte degli alberi fu interamente bruciata, ed ogni erba
verde fu interamente bruciata.
Poi suonò la tromba il secondo angelo, e qualcosa simile a una grande montagna di fuoco
ardente fu gettata nel mare, e la terza parte del mare divenne sangue; e la terza parte delle creature che vivono nel mare morì, e la terza parte delle navi andò
distrutta.
Poi suonò la tromba il terzo angelo, e cadde dal cielo una grande stella che bruciava come
una fiaccola, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti delle acque.
Il nome della stella è Assenzio e la terza parte delle acque divenne assenzio; e molti
uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare.
Poi suonò la tromba il quarto angelo, e fu colpita la terza parte del sole, la terza parte
della luna e la terza parte delle stelle, sicché la terza parte di essi si oscurò; e la
terza parte del giorno perse il suo splendore come pure la notte.
Poi vidi e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a gran voce: "Guai, guai,
guai a coloro che abitano sulla terra, a causa degli altri suoni di tromba che i tre angeli
stanno per suonare". .....
Poi suonò la tromba il quinto angelo, ed io vidi una stella caduta dal cielo sulla terra; e
le fu data la chiave del pozzo dell'abisso Ed essa aprì il pozzo dell'abisso e dal pozzo salì un fumo, simile al fumo di una grande fornace; e il sole e l'aria si oscurarono per il fumo del
pozzo e dal fumo uscirono sulla Terra delle locuste e
fu dato loro un potere pari ai poteri che hanno gli scorpioni
sulla Terra.
Testo latino e commento
grammaticale e sintattico
Il primo angelo suonò la tromba, e si fecero grandine e fuoco, mescolati con sangue e furono
gettati sulla terra; e la terza parte degli alberi fu interamente bruciata, ed ogni erba
verde fu interamente bruciata. |
Come per le piaghe d'Egitto, due eventi localmente
disastrosi come la grandine
e gli incendi assurgono a tragedia e distruzione universale
dell'uomo e della natura. Il sangue, come in molti altri
testi, allude alla morte e al terrore. Il numero tre, che si
ripete più volte nel testo (la terza parte) è il numero della
Trinità.
|
Poi suonò la tromba il secondo
angelo, e qualcosa simile a una grande montagna di fuoco ardente fu gettata nel mare, e la terza parte del mare divenne sangue;
e la terza parte delle creature che vivono nel mare morì, e la terza parte delle navi andò
distrutta. |
Questo grande oggetto simile ad una montagna
che cade nel mare richiama l'immagine dell'asteroide.
Alcuni l'hanno interpretato come l'incarnazione di Satana infuriato,
altri eventi storici in cui la Chiesa si è trovata in
difficoltà. In generale allude all'ira di Dio, dato che è
"di fuoco ardente". Oltre a colpire gli esseri viventi,
questa calamità venuta dal cielo distrugge anche il frutto
del lavoro umano.
|
Poi suonò la tromba il terzo angelo, e cadde dal cielo una grande stella che bruciava come
una fiaccola, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti delle acque. |
Si tratta del passaggio più interessante ai fini
del nostro discorso: questa stella demoniaca col suo seguito di fiamme e
vapore non annuncia la nascita di
Cristo ma la fine del mondo. E' interessante notare che questa
stella avvelena |
Il nome della stella è Assenzio e la terza parte delle acque divenne assenzio; e molti
uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare. |
le acque, coerentemente con la tradizione che
vedeva nelle comete la causa di molte malattie e in particolare
delle epidemie di peste. Tutto ciò a causa delle esalazioni
dalle quali sarebbero nate, ritenute spesso venefiche. |
Poi suonò la tromba il quarto angelo, e fu colpita la terza parte del sole, la terza parte
della luna e la terza parte delle stelle, sicché la terza parte di essi si oscurò; e la
terza parte del giorno perse il suo splendore come pure la notte. |
Il venir meno della luce fa pensare ad una sorte i
eclissi cosmica, ma ha una serie di significati simbolici per i
quali si rimanda alla premessa
generale. Perdita della ragione, della capacità di orientarsi
nelle proprie scelte, scomparsa dell'amore di Dio sono le
interpretazioni più plausibili. Ricordiamo che il terrore
di una notte senza alba e della fine dell'ordinamento cosmico sono
presenti in molte culture. |
Poi vidi e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a gran voce: "Guai, guai,
guai a coloro che abitano sulla terra, a causa degli altri suoni di tromba che i tre angeli
stanno per suonare". |
Per completezza riportiamo anche questo passaggio
che non parla di oggetti celesti ma di un'aquila, uccello regale e
maestoso ma anche predatore dall'occhio acuto, simbolo della
giustizia divina che colpisce infallibilmente e in questo caso
annuncia morte e distruzione (si veda la premessa
generale.) |
Poi suonò la tromba il quinto angelo, ed io vidi una stella caduta dal cielo sulla terra; e
le fu data la chiave del pozzo dell'abisso Ed essa aprì il pozzo dell'abisso e dal pozzo salì un fumo, simile al fumo di una grande fornace; e il sole e l'aria si oscurarono per il fumo del pozzo. |
La caduta della stella dal cielo accompagna ancora
una volta un fenomeno di avvelenamento collettivo e l'oscuramento
del cielo. Ancora una volta questa stella è stata identificata
con Satana, al quale è consentito aprire l'abisso dell' inferno. In natura la caduta di grandi meteoriti è stata
seguita da lunghi periodi di oscurità dovuti al sollevamento d
immense quantità di polveri. In senso morale, il fumo, come l'oscurità,
ha significato opposto alla luce: disperazione e peccato. |
e dal fumo uscirono sulla Terra delle locuste e
fu dato loro un potere pari ai poteri che hanno gli scorpioni
sulla Terra. |
queste locuste
venute dall'inferno portano col loro volo morte e distruzione
ancora una volta connesse all'avvelenamento. |

Si veda per una trattazione dettagliata
il contributo di Rodolfo Calanca:
POSSIBILI
IMPATTI DI COMETE CON LA TERRA
... IMPATTI CON LA TERRA. Parte 2. Le comete
come corpi celesti; Lalande ed
il possibile impatto di una cometa con la Terra. di RODOLFO CALANCA.
...
www.coelum.com/calanca/possibili_impatti_comete.htm
- 50k -
Si veda per un approfondimento sulle
teorie religiose di Newton:
Newton-Approfondimenti
culturali-XXVII-
Trattato sull'Apocalisse di Newton
www.biblia.org/newton.html - 30k -
Si veda anche la pagina
Cosmos:
capitolo 11
www.astrofilitrentini.it/mat/testi/cosmos/11.html
- 25k -
Tra la fine del XVI e l'inizio del XVIII secolo,
accertato ormai che le comete erano corpi celesti orbitanti intorno
al sole, nacquero molte teorie sulle loro origini e sul loro rapporto col
nostro pianeta, alcune delle quali estremamente fantasiose o imbevute di
misticismo. Non sfuggì però il fatto che, se davvero si tratta di oggetti
solidi e non di vapori, un loro eventuale impatto con la Terra potrebbe essere disastroso. Altro che epidemie, guerre o morte di re:
potevano davvero essere le messaggere dell'Apocalisse!
Se teniamo conto del fatto che la scienza allora non aveva ancora scisso
del tutto i suoi legami con la religione e quindi molti scienziati ritenevano ancora Dio causa dei fondamentali eventi cosmici, non è difficile immaginare che si potesse istituire un rapporto tra
queste scoperte e le inquietanti pagine dell'apostolo Giovanni. Se questa
idea fosse divenuta di pubblico dominio, si sarebbe diffuso il panico tra
la gente comune, che non era in grado di riflettere sull'
improbabilità statistica dell'evento e comunque credeva ancora alle
teorie sulla fine del mondo. Le comete alimentarono allora un filone di
"filosofia catastrofica", che ebbe numerosi sostenitori tra i
più noti intellettuali dell'epoca. E' interessante notare il fatto che
questo tipo di filosofia si è ripresentata periodicamente nel corso della
storia, basti pensari alle ipotesi stoiche della "grande
deflagrazione" che avrebbe dato origine all'universo oppure a quelle,
sostenute dallo stesso Seneca, secondo le quali la civiltà umana è
soggetta a distruzioni periodiche, alternativamente a causa del fuoco e
dell'acqua, alle quali segue una rigenerazione. Acqua e fuoco sono sempre
stati considerati elementi purificatori, strumenti di palingenesi
personale o collettiva.
Newton si era interessato al
testo dell'Apocalisse e ne aveva redatto un commento, nel quale si
proponeva un metodo rigoroso di interpretazione. Era convinto che si
trattasse di una scrittura profetica e che la manifestazione di Cristo pantocrator
(cioè che viene nella gloria alla fine dei tempi) avrebbe
seguito di poco l'epoca in cui la scienza sarebbe stata in grado si
svelare i misteri dell'universo, cioè la sua. Queste inquietanti
convinzioni da un lato lasciarono perplessi gli studiosi più fedeli al
metodo scientifico, che le ritennero alquanto visionarie, ma dall'altro
trovarono eco negli scritti di parecchi intellettuali dell'epoca, in
particolare nel matematico e teologo che Newton aveva designato a
succedergli all'Univerità di Cambridge: William Whiston.
i
Egli, ipotizzò che
la Terra fosse stata in passato una cometa trasformata in pianeta da Dio
in persona. Una cometa sarebbe poi stata causa del Diluvio Universale: con
la sua attrazione gravitazionale avrebbe prodotto la fuoriuscita di acque
sotterranee dalla quale sarebbe dipeso l'innalzamento delle acque. La
coda, ricca di acqua e polveri, avrebbe poi provocato l' oscuramento del
cielo e le piogge torrenziali raccontate dalla Bibbia. Questa teoria del
diluvio aveva come inevitabile conseguenza l'affermazione che un giorno le
previsioni dell'Apocalisse si avvereranno, quando una cometa passerà
tanto vicina alla Terra da modificarne l'orbita rendendola simile ad
un'ellisse molto eccentrica. La coda, surriscaldata dal Sole, brucerà la
Terra al suo passaggio e in questo rogo purificatore avranno fine i giorni
dell'umanità.
Thomas Burnet e David Gregory, studiosi
anglosassoni, condividevano queste preoccupazioni e anche la sua
visione apocalittica; sembrava così chereligione e scienza si fossero
riconciliate dopo tanti contrasti per rendere più angosciosa e non
più felice la vita degli uomini.
Mentre venivano diffuse queste teorie, gli astronomi
cercavano di ottenere informazioni sulle dimensioni e la densità delle
comete e di calcolarne sempre meglio la traiettoria. Fortunatamente alla
fine del secolo i dati raccolti suggerivano che il loro passaggio
non era in grado di modificare le orbite dei pianeti e della Luna e la
filosofia catastrofica declinò, almeno per un paio di secoli.
Mescolando dati reali e immaginazione, uno dei più noti
intellettuali francesi dell'epoca, Pierre-Louis Moreau de Maupertuis,
ipotizzò le possibili conseguenze di un impatto con una cometa: dalla
frantumazione del pianeta a significative alterazioni nella morfologia e
orografia dei continenti. L'elenco delle catastrofi raggiunge il climax con l'ipotesi che una
cometa, colpendo il Sole, potrebbe spostarlo dal luogo in cui si trova
(!). L'ignota gentildonna destinataria dello scritto (Lettera sulla
cometa, 1742) non doveva però essere troppo pessimista:secondo
Maupertuis il passaggio di una cometa avrebbe potuto anche raddrizzare
l'asse della Terra e determinare un'eterna primavera. D'altra parte,
cadendo sul Sole, le comete ne avrebbero alimentato il fuoco, risultando
quindi indispensabili alla sopravvivenza dell'umanità. La nostra stessa
Luna forse era una cometa, catturata poi dalla gravità terrestre e anche
gli anelli di Saturno potrebbero avere, secondo Maupertuis, analoga origine.
Molto più ottimista sulle comete è George-Louis
Leclerc de Buffon, il celebre naturalista, che riteneva le comete
artefici della nascita dei pianeti. Esse infatti, colpendo il sole in modo
radente avrebbero portato via piccole parti della sua materia che,
raffreddandosi, avrebbero dato vita ai pianeti.
Agli scienziati catastrofici se ne contrapponevano
altri, come Pierre-Simon de Laplace che, utilizzando calcoli matematici,
negava sia l'ipotesi di Buffon sulle origini del sistema solare, sia la
possibilità di un impatto catastrofico con le comete che, secondo lui,
sarebbero state catturate dalla gravità e si sarebbero messe in orbita
intorno alla Terra.
Ma, come è ben noto, gli scoop
giornalistici si fanno
con le notizie cattive, non con quelle buone.
Nella primavera del 1773, alcuni fogli di notizie pubblicarono una notizia
apocalittica:all'Accademia delle Scienze di Parigi lo scienziato Joseph
Jerome de Lalande aveva annunciato l'arrivo di
una cometa che avrebbe
distrutto il nostro pianeta. Tra la popolazione della capitale francese si
scatenò il panico, che inutilmente il capo della polizia cercò di
placare facendo pubblicare una smentita.
Come tutte le smentite, anche questa cadde nel vuoto, cosa ben nota ai
cattivi giornalisti di ogni epoca.
Lalande era un personaggio bizzarro e a caccia di popolarità e si
considerava un grande esperto di comete, avendo collaborato con il
matematico Clairaut e con un'astronoma, m.me Hortense Lepaute,
a determinare il ritorno della cometa di Halley nel 1759. La sua relazione presentava
l'impatto con una cometa come un' ipotesi avanzata tenendo conto
delle loro orbite, non come realtà e aveva prospettato uno scenario
terrificante nell'ipotesi in cui una cometa (peraltro di dimensioni
non realistiche) passasse vicino alla Terra.
Non è però improbabile che lui stesso abbia comunicato la notizia in
modo ambiguo, in modo che i giornalisti più o meno volutamente la
travisassero e quando si accorse delle conseguenze del suo operato cercò
di placare il panico dicendo che si era trattato di un malinteso.
Fortunantamente queste supposizioni vennero smentite
dall'astronomo e matematico du Séjour, dell'Osservatorio di Parigi, il
quale ridimensionò il panico negando il disastroso effetto di marea
profetizzato da Lalande.
Alla fine del secolo, l'accrescersi dei dati sulle
comete e sulle loro orbite ridimensionò notevolmente le stime della probabilità
statistica di un impatto; nel XIX secolo finì per imporsi l'idea, dovuta
a Laplace, che l'Universo non poteva subire mutamenti traumatici e
improvvisi e tutti si misero il cuore in pace. Non erano nota la
testimonianza di un monaco medioevale della cattedrale di Canterbury,
fratello Gervaso, che nel 1178 aveva assistito con terrore alla caduta di un meteorite
sulla Luna, responsabile, con ogni probabilità, del cratere Giordano
Bruno.
La scoperta nel XX secolo dei crateri lasciati dall'impatto con
gli asteroidi, sconosciuti nell'epoca dei Lumi, ha demolito l'ottimistica certezza
che la Terra fosse al riparo da eventi traumatici e le ricerche successive hanno dimostrato che essi
hanno influenzato profondamente la storia del nostro pianeta e
l'evoluzione delle specie. Nel 1910, il ritorno della cometa di Halley
suscitò un'ondata di panico dovuta al fatto che nella sua coda erano
stati trovati gas cianogeni; si temette un avvelenamento collettivo. In
America si tennero alcuni cometaparties, per godersi la vita prima
della fine del mondo. E alcuni commercianti riuscirono
perfino a sfruttare l'angoscia generale per fare soldi vendendo le
"pillole anticometa"!
Il panico da impatto è trasmigrato dalla filosofia al
cinema e ha dato origine ad una diramazione del grande e vorticoso fiume
della cinematografia catastrofica.
Si veda anche la pagina Comete
e vita sulla Terra
POSSIBILI
IMPATTI DI COMETE CON LA TERRA
... IMPATTI CON LA TERRA. Parte 2. Le comete
come corpi celesti; Lalande ed
il possibile impatto di una cometa con la Terra. di RODOLFO CALANCA.
...
www.coelum.com/calanca/possibili_impatti_comete.htm
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Cosmos:
capitolo 11
www.astrofilitrentini.it/mat/testi/cosmos/11.html
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LA
FORMAZIONE DI UN CRATERE DA IMPATTO
... Primo livello: eventi che non
costituiscono alcun rischio ... dello Yucatan (Messico)
è stata scoperta, infatti, grazie ... 180 km di diametro (cratere
Chicxulub) che ...
www.geocities.com/elidoro/impatto/im_formazione.html
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