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Se il terrore viene dal cielo

Considerazioni generali La caduta delle stelle nell'Apocalisse Il panico da impatto
nel XVIII° secolo

Adriano Grasso Caprioli - Apocalisse
Quiarte Adriano CaprioliCosì come il cielo è fonte di vita per il nostro pianeta, può essere causa della sua distruzione. Questa considerazione ha sempre generato inquietudine, talvolta  terrore  e periodicamente si  ripropone nelle forme più diverse; anche l'uomo attuale non ne è esente, come dimostrano le numerose pellicole con le quali  il cinema ha descritto spaventosi impatti e minacce che vengono dall'alto.

D'altra parte la letteratura scientifica ha accreditato l'ipotesi della fine del modo che viene dal cielo, anche se fortunatamente questa è data come un'evenienza piuttosto improbabile; si veda ad esempio il primo capitolo del testo di Paul Davies "Gli ultimi tre minuti - congetture sul destino dell'Universo" (Biblioteca Scientifica Sansoni), intitolato "Il giorno del giudizio". 

Leopardi, che ha riflettuto sulle devastazioni prodotte dalle catastrofi naturali, ad esempio l'eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano, ha espresso in modo mirabile il timore che la natura, come lei stessa spiega all'Irlandese della celebre Operetta Morale, senza neanche accorgersene, annienti l'umanità con un movimento impercettibile a livello cosmico. Impatti con asteroidi ed esplosioni di supernove potrebbero davvero far estinguere l'uomo come si sono estinti i dinosauri: fortunatamente sono pericoli remoti, ma non per questo possiamo scartare del tutto l'ipotesi di un Olocausto naturale.
Per scongiurare questo rischio gli Aztechi e altre popolazioni antiche facevano sacrifici umani alle loro divinità crudeli, che  minacciavano di bloccare il sorgere del sole, il ciclo delle stagioni e di far cadere il cielo, provocando così  la fine dell'umanità. 
Anche la nostra cultura ha temuto per lunghi secoli questa fine 
generalizzata: l'evangelista Giovanni, scrivendo l'Apocalisse, ha indicato il cielo come il luogo in cui si manifesterà a tutti gli uomini la fine dei tempi. "Dies irae, dies illa, solvet saeculum in favilla" dice (probabilmente) Tommaso da Celano, alludendo al rogo devastatore che arderà il nostro pianeta per effetto del venire meno della struttura dell'Universo: le stelle cadranno e il sole genererà un calore mortale. E' vero, si tratta di una visione che utilizza un linguaggio simbolico e ormai più nessuno di noi teme le trombe del Giudizio, ma è anche sicuro e inconfutabile che un giorno, fortunatamente lontano, il nostro pianeta sarà distrutto proprio dal sole morente in una vampa di gas incandescenti che ingloberanno la sua orbita.
                                                                  Maria Credidio  -  Apocalisse
Maria Credidio
Paradossalmente la Rivoluzione Scientifica e il diffondersi dell'interpretazione simbolico - figurale e delle Scritture hanno allontanato la paura dell'Apocalisse, del giorno in cui un Dio-giudice interverrà personalmente a mettere fine alla storia, ma ci hanno resi consapevoli del fatto che la Terra non è al riparo da catastrofi. 
Per quanto improbabili, esse potrebbero davvero significare la fine per l' ingegnoso animale che ha ceduto all' illusione di essere il destinatario della creazione e il dominatore assoluto della natura.

Anche se non avrebbe fornito molti spunti per film di fantascienza, era davvero consolante il cosmo di Aristotele, così eterno e ben regolato, in cui uno scontro tra oggetti celesti era impossibile. Accettare la verità ci ha costretti a rinunciare alla sicurezza, abbiamo dovuto abituarci all'idea di un universo molto più affascinante ma più imprevedibile e pericoloso. Questo spiega, anche se non giustifica moralmente, le forti opposizioni alle quali le nuove teorie scientifiche sono andate incontro in passato.

Per saperne di più sul "Dies Irae"

Antenati: Tommaso da Celano (biografia)
www.girodivite.it/antenati/xiiisec/_celano.htm - 5k - 

TOMMASO DA CELANO?
Il Dies irae  da molti attribuito a Tommaso da Celano
www.scuolaonline.wide.it/Pagine/C2.html - 28k - 

Per saperne di più sulle immagini e sugli artisti, si vedano i siti

www.quibrescia.it/ artistacaprioli.htm
Maria Credidio
www.zizip.it/maria

Per saperne di più sulle catastrofi cosmiche si veda il sito
Cosmos: capitolo 11
www.astrofilitrentini.it/mat/testi/cosmos/11.html - 25k -

La caduta delle stelle nell'Apocalisse

Il porto ritrovato - DurerDurer  - Apocalisse

  • L'Apocalisse, scritta da San Giovanni apostolo nell'isola di Patmos durante le feroci persecuzioni di Domiziano ai danni dei cristiani (94/96, secondo l'opinione più diffusa),  è un testo che si inserisce nella tradizione apocalittica giudaica, ispirata a profeti quali Isaia, Ezechiele, Zaccaria e Daniele, che avevano profetizzato la fine del mondo. La letteratura apocalittica nasce di solito in un contesto di sofferenza e persecuzione, con l'intento di confortare chi ne è vittima a perseverare e a guardare al di là del momento tragico che sta vivendo. Un giorno dal tormento, dal sangue e dal terrore nascerà la Gerusalemme Celeste, luogo di pace riservato ai giusti, al termine di un epico scontro che vedrà la definitiva sconfitta del demonio.  
    Per questa ragione si tratta di un testo molto letto nei tempi di guerra e dalle minoranze perseguitate, in particolare all'epoca della Riforma protestante.

  •  

Nell'Apocalisse si parla in più circostanze di oggetti che cadono dal cielo con effetti devastanti ed è il cielo che manifesta apertamente l'ira di Dio sugli empi. Ovviamente non si parla espressamente di comete o asteroidi, ma il lettore moderno non può fare a meno di cogliere l'analogia. Nella tabella vengono analizzati i significati simbolici delle immagini in riferimento a quanto da noi detto sul rapporto tra l'uomo e il cielo con un semplice accostamento di immagini, senza cioè dare a questo procedimento un vero e proprio valore interpretativo.  Ricordiamo che la comprensione del significato dell'Apocalisse ha sempre rappresentato un enigma perché risulta  estremamente complessa e ha fatto nascere ipotesi e metodi esegetici differenti che non rientrano nella nostra sfera di indagine. Accenniamo solo al fatto che sono esistite ed esistono ancora quattro tipi fondamentali di interpretazione:

  • preterista, secondo alla quale i fatti ai quali alludono le immagini del libro riguardano solo la situazione della Chiesa del primo secolo dopo Cristo. Giovanni, il veggente, avrebbe cercato di rafforzare la sua fede per superare le persecuzioni;

  • idealista, secondo la quale l'Apocalisse non alluderebbe a precisi eventi storici, ma a principi validi in ogni tempo per consolidare la fiducia dei credenti nella capacità di Dio di sconfiggere il male;

  • storicistica, secondo la quale  il simbolismo di Giovanni nasconderebbe eventi storici dalla nascita di Cristo alla sua venuta nell'ultimo giorno; questo era, ad esempio, l'atteggiamento dei riformatori, che vedevano nell'anticristo il papa stesso. Altri, dopo di loro, lessero nelle immagini riferimenti a fatti e personaggi quali la rivoluzione francese, Mussolini e così via.

  • futurista, secondo la quale l'Apocalisse sarebbe, almeno in parte, un'autentica profezia di fatti che accadranno. La parte profetica del testo sarebbe quella incentrata sull'apertura del settimo sigillo.

Ha quindi ragione San Girolamo, autore della Vulgata, quando dice che l'Apocalisse "Tot habet sacramenta quot verba", forse proprio per questo è affascinante. Tra i maggiori e più interessanti esegeti ricordiamo: Isidoro da Siviglia, il Venerabile Beda, Gioacchino da Fiore, (al quale si ispirarono quelli che nel Medioevo identificarono il papa con l'anticristo, tra i quali Ubertino da Casale e  Dante Alighieri) e, in tempi moderni, lo stesso Newton. L'attenzione di uno scienziato come Newton per questo testo, del quale pretese di fornire un metodo di interpretazione rigoroso, è figlia di un'epoca in cui scienza e religione non erano ancora completamente separate e si collega strettamente alle apocalittiche visioni di scontri fra la Terra e le comete che agitarono la fantasia di molti intellettuali del '700.

( 8, 8 / 9, 3) Il primo angelo suonò la tromba, e si fecero grandine e fuoco, mescolati con sangue e furono gettati sulla terra; e la terza parte degli alberi fu interamente bruciata, ed ogni erba verde fu interamente bruciata. 
Poi suonò la tromba il secondo angelo, e qualcosa simile a una grande montagna di fuoco ardente fu gettata nel mare, e la terza parte del mare divenne sangue; e la terza parte delle creature che vivono nel mare morì, e la terza parte delle navi andò distrutta. 
Poi suonò la tromba il terzo angelo, e cadde dal cielo una grande stella che bruciava come una fiaccola, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti delle acque. Il nome della stella è Assenzio e la terza parte delle acque divenne assenzio; e molti uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare. 
Poi suonò la tromba il quarto angelo, e fu colpita la terza parte del sole, la terza parte della luna e la terza parte delle stelle, sicché la terza parte di essi si oscurò; e la terza parte del giorno perse il suo splendore come pure la notte. 
Poi vidi e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a gran voce: "Guai, guai, 
guai a coloro che abitano sulla terra, a causa degli altri suoni di tromba che i tre angeli 
stanno per suonare". .....
Poi suonò la tromba il quinto angelo, ed io vidi una stella caduta dal cielo sulla terra; e le fu data la chiave del pozzo dell'abisso Ed essa aprì il pozzo dell'abisso e dal pozzo salì un fumo, simile al fumo di una grande fornace; e il sole e l'aria si oscurarono per il fumo del pozzo e dal fumo uscirono sulla Terra delle locuste e fu dato loro un potere pari ai poteri che hanno gli scorpioni sulla Terra.

Testo latino e commento grammaticale e sintattico

Il primo angelo suonò la tromba, e si fecero grandine e fuoco, mescolati con sangue e furono gettati sulla terra; e la terza parte degli alberi fu interamente bruciata, ed ogni erba verde fu interamente bruciata.  Come per le piaghe d'Egitto, due eventi localmente disastrosi come la grandine e gli incendi assurgono a tragedia e distruzione universale dell'uomo e della natura. Il sangue, come in molti altri testi,  allude alla morte e al terrore. Il numero tre, che si ripete più volte nel testo (la terza parte) è il numero della Trinità.
Poi suonò la tromba il secondo angelo, e qualcosa simile a una grande montagna di fuoco ardente fu gettata nel mare, e la terza parte del mare divenne sangue; e la terza parte delle creature che vivono nel mare morì, e la terza parte delle navi andò distrutta. Questo grande oggetto simile ad una montagna  che cade nel mare richiama l'immagine dell'asteroide.  Alcuni l'hanno interpretato come l'incarnazione di  Satana infuriato, altri eventi storici in cui la Chiesa si è trovata in difficoltà. In generale allude all'ira di Dio, dato che è "di fuoco ardente". Oltre a colpire gli esseri viventi, questa calamità  venuta dal cielo distrugge anche il frutto del lavoro umano.
Poi suonò la tromba il terzo angelo, e cadde dal cielo una grande stella che bruciava come una fiaccola, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti delle acque. Si tratta del passaggio più interessante ai fini del nostro discorso: questa stella demoniaca col suo seguito di fiamme e vapore non annuncia la nascita di Cristo ma la fine del mondo. E' interessante notare che questa stella avvelena
Il nome della stella è Assenzio e la terza parte delle acque divenne assenzio; e molti uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare. le acque, coerentemente con la tradizione che  vedeva nelle comete la causa di molte malattie e in particolare delle epidemie di peste. Tutto ciò a causa delle esalazioni  dalle quali sarebbero nate, ritenute spesso venefiche.
Poi suonò la tromba il quarto angelo, e fu colpita la terza parte del sole, la terza parte della luna e la terza parte delle stelle, sicché la terza parte di essi si oscurò; e la terza parte del giorno perse il suo splendore come pure la notte.  Il venir meno della luce fa pensare ad una sorte i eclissi cosmica, ma ha una serie di significati simbolici per i quali si rimanda alla premessa generale. Perdita della ragione, della capacità di orientarsi nelle proprie scelte, scomparsa dell'amore di Dio sono le interpretazioni più plausibili.  Ricordiamo che il terrore di una notte senza alba e della fine dell'ordinamento cosmico sono presenti in molte culture. 
Poi vidi e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo e diceva a gran voce: "Guai, guai, 
guai a coloro che abitano sulla terra, a causa degli altri suoni di tromba che i tre angeli 
stanno per suonare". 
Per completezza riportiamo anche questo passaggio che non parla di oggetti celesti ma di un'aquila, uccello regale e maestoso ma anche predatore dall'occhio acuto, simbolo della giustizia divina che colpisce infallibilmente  e in questo caso annuncia  morte e distruzione (si veda la premessa generale.)
Poi suonò la tromba il quinto angelo, ed io vidi una stella caduta dal cielo sulla terra; e le fu data la chiave del pozzo dell'abisso Ed essa aprì il pozzo dell'abisso e dal pozzo salì un fumo, simile al fumo di una grande fornace; e il sole e l'aria si oscurarono per il fumo del pozzo.  La caduta della stella dal cielo accompagna ancora una volta un fenomeno di avvelenamento collettivo e l'oscuramento del cielo. Ancora una volta questa stella è stata identificata con Satana, al quale è consentito aprire l'abisso dell' inferno. In natura la caduta di grandi meteoriti è stata seguita da lunghi periodi di oscurità dovuti al sollevamento d immense quantità di polveri. In senso morale, il fumo, come l'oscurità, ha significato opposto alla luce: disperazione e peccato.
e dal fumo uscirono sulla Terra delle locuste e fu dato loro un potere pari ai poteri che hanno gli scorpioni sulla Terra. queste locuste venute dall'inferno portano col loro volo morte e distruzione ancora una volta connesse all'avvelenamento.

Il panico da impatto nel XVIII° secolo

Si veda per una trattazione dettagliata il contributo di Rodolfo Calanca:
POSSIBILI IMPATTI DI COMETE CON LA TERRA
... IMPATTI CON LA TERRA. Parte 2. Le comete come corpi celesti; Lalande ed
il possibile impatto di una cometa con la Terra. di RODOLFO CALANCA. ...
www.coelum.com/calanca/possibili_impatti_comete.htm - 50k - 

Si veda per un approfondimento sulle teorie religiose di Newton:
Newton-Approfondimenti culturali-XXVII-
 Trattato sull'Apocalisse di Newton 
www.biblia.org/newton.html - 30k - 

Si veda anche la pagina    
Cosmos: capitolo 11

www.astrofilitrentini.it/mat/testi/cosmos/11.html - 25k -

Tra la fine del XVI e l'inizio del XVIII secolo, accertato ormai  che le comete erano corpi celesti orbitanti intorno al sole, nacquero molte teorie sulle loro origini e sul loro rapporto col nostro pianeta, alcune delle quali estremamente fantasiose o imbevute di misticismo.  Non sfuggì però il fatto che, se davvero si tratta di oggetti solidi e non di vapori, un loro eventuale impatto con la Terra potrebbe essere disastroso. Altro che epidemie, guerre o morte di re:  potevano davvero essere le messaggere dell'Apocalisse! Se teniamo conto del fatto che la scienza allora non aveva ancora scisso del tutto i suoi legami con la religione e quindi molti scienziati ritenevano ancora Dio causa dei fondamentali eventi cosmici, non è difficile immaginare che si potesse istituire un rapporto tra queste scoperte e le inquietanti pagine dell'apostolo Giovanni.  Se questa idea fosse divenuta di pubblico dominio, si sarebbe diffuso il panico tra la gente comune,  che non era in grado di riflettere sull' improbabilità statistica dell'evento e comunque credeva ancora alle teorie sulla fine del mondo. Le comete alimentarono allora un filone di "filosofia catastrofica", che ebbe numerosi sostenitori tra i più noti intellettuali dell'epoca. E' interessante notare il fatto che questo tipo di filosofia si è ripresentata periodicamente nel corso della storia, basti pensari alle ipotesi stoiche della "grande deflagrazione" che avrebbe dato origine all'universo oppure a quelle, sostenute dallo stesso Seneca, secondo le quali la civiltà umana è soggetta a distruzioni periodiche, alternativamente a causa del fuoco e dell'acqua, alle quali segue una rigenerazione. Acqua e fuoco sono sempre stati considerati elementi purificatori, strumenti di palingenesi personale o collettiva. 

Newton si era interessato al testo dell'Apocalisse e ne aveva redatto un commento, nel quale si proponeva un metodo rigoroso di interpretazione. Era convinto che si trattasse di una scrittura profetica e che la manifestazione di Cristo pantocrator (cioè che viene nella gloria alla fine dei tempi) avrebbe seguito di poco l'epoca in cui la scienza sarebbe stata in grado si svelare i misteri dell'universo, cioè la sua. Queste inquietanti convinzioni da un lato lasciarono perplessi gli studiosi più fedeli al metodo scientifico, che le ritennero alquanto visionarie, ma dall'altro trovarono eco negli scritti di  parecchi intellettuali dell'epoca, in particolare nel matematico e teologo che Newton aveva designato a succedergli all'Univerità di Cambridge: William Whiston.
iKirk Korista Hompages Egli, ipotizzò che la Terra fosse stata in passato una cometa trasformata in pianeta da Dio in persona. Una cometa sarebbe poi stata causa del Diluvio Universale: con la sua attrazione gravitazionale avrebbe prodotto la fuoriuscita di acque sotterranee dalla quale sarebbe dipeso l'innalzamento delle acque. La coda, ricca di acqua e polveri, avrebbe poi provocato l' oscuramento del cielo e le piogge torrenziali raccontate dalla Bibbia. Questa teoria del diluvio aveva come inevitabile conseguenza l'affermazione che un giorno le previsioni dell'Apocalisse si avvereranno, quando una cometa passerà tanto vicina alla Terra da modificarne l'orbita rendendola simile ad un'ellisse molto eccentrica. La coda, surriscaldata dal Sole, brucerà la Terra al suo passaggio e in questo rogo purificatore avranno fine i giorni dell'umanità.
Thomas Burnet e David Gregory, studiosi anglosassoni,  condividevano queste preoccupazioni e anche la sua visione apocalittica; sembrava così chereligione e scienza si fossero riconciliate dopo tanti contrasti  per   rendere più angosciosa e non più felice la vita degli uomini.                                                                                                

Mentre venivano diffuse queste teorie, gli astronomi cercavano di ottenere informazioni sulle dimensioni e la densità delle comete e di calcolarne sempre meglio la traiettoria. Fortunatamente alla fine del secolo i dati raccolti  suggerivano che il loro passaggio non era in grado di modificare le orbite dei pianeti e della Luna e la filosofia catastrofica declinò, almeno per un paio di secoli.

Mescolando dati reali e immaginazione, uno dei più noti intellettuali francesi dell'epoca, Pierre-Louis Moreau de Maupertuis, ipotizzò le possibili conseguenze di un impatto con una cometa: dalla frantumazione del pianeta a significative alterazioni nella morfologia e orografia dei continenti. L'elenco delle catastrofi raggiunge il climax con l'ipotesi che una cometa, colpendo il Sole, potrebbe spostarlo dal luogo in cui si trova (!). L'ignota gentildonna destinataria dello scritto (Lettera sulla cometa, 1742)  non doveva però essere troppo pessimista:secondo Maupertuis il passaggio di una cometa avrebbe potuto anche raddrizzare l'asse della Terra e determinare un'eterna primavera. D'altra parte, cadendo sul Sole, le comete ne avrebbero alimentato il fuoco, risultando quindi indispensabili alla sopravvivenza dell'umanità. La nostra stessa Luna forse era una cometa, catturata poi dalla gravità terrestre e anche gli anelli di Saturno potrebbero avere, secondo Maupertuis, analoga origine.

Molto più ottimista sulle comete è George-Louis Leclerc de Buffon, il celebre naturalista, che riteneva  le comete artefici della nascita dei pianeti. Esse infatti, colpendo il sole in modo radente avrebbero portato via piccole parti della sua materia che, raffreddandosi, avrebbero dato vita ai pianeti.

Agli scienziati catastrofici se ne contrapponevano altri, come Pierre-Simon de Laplace che, utilizzando calcoli matematici, negava sia l'ipotesi di Buffon sulle origini del sistema solare, sia la possibilità di un impatto catastrofico con le comete che, secondo lui, sarebbero state catturate dalla gravità e si sarebbero messe in orbita intorno alla Terra. 

brian oshaughnessyMa, come è ben noto, gli scoop
 giornalistici si fanno con le notizie cattive, non con quelle buone.
Nella primavera del 1773, alcuni fogli di notizie pubblicarono una notizia apocalittica:all'Accademia delle Scienze di Parigi lo scienziato Joseph Jerome de Lalande aveva annunciato l'arrivo di una cometa che avrebbe distrutto il nostro pianeta. Tra la popolazione della capitale francese si scatenò il panico, che inutilmente il capo della polizia cercò di placare facendo pubblicare una smentita.
Come tutte le smentite, anche questa cadde nel vuoto, cosa ben nota ai cattivi giornalisti di ogni epoca. 

                                        
Lalande era un personaggio bizzarro e a caccia di popolarità e si considerava un grande esperto di comete, avendo collaborato con il matematico Clairaut e con un'astronoma, m.me Hortense Lepaute,  a determinare il ritorno della cometa di Halley nel 1759. La sua relazione presentava l'impatto con una cometa come un' ipotesi avanzata tenendo conto delle loro orbite, non come realtà e aveva prospettato uno scenario terrificante nell'ipotesi in cui una cometa (peraltro di dimensioni non realistiche) passasse vicino alla Terra. 
Non è però improbabile che lui stesso abbia comunicato la notizia in modo ambiguo, in modo che i giornalisti più o meno volutamente la travisassero e quando si accorse delle conseguenze del suo operato cercò di placare il panico dicendo che si era trattato di un malinteso.

Fortunantamente queste supposizioni vennero smentite dall'astronomo e matematico du Séjour, dell'Osservatorio di Parigi, il quale ridimensionò il panico negando il disastroso effetto di marea profetizzato da Lalande.

Alla fine del secolo, l'accrescersi dei dati sulle comete e sulle loro orbite ridimensionò notevolmente le stime della probabilità statistica di un impatto; nel XIX secolo finì per imporsi l'idea, dovuta a Laplace, che l'Universo non poteva subire mutamenti traumatici e improvvisi e tutti si misero il cuore in pace. Non erano nota la testimonianza di un monaco medioevale della cattedrale di Canterbury, fratello Gervaso, che nel 1178 aveva assistito con terrore alla caduta di un meteorite sulla Luna, responsabile, con ogni probabilità, del cratere Giordano Bruno.

La scoperta nel XX secolo dei crateri lasciati dall'impatto con gli asteroidi, sconosciuti nell'epoca dei Lumi, ha demolito l'ottimistica certezza che la Terra fosse al riparo da eventi traumatici e le ricerche successive hanno dimostrato che essi hanno influenzato profondamente la storia del nostro pianeta e l'evoluzione delle specie. Nel 1910, il ritorno della cometa di Halley suscitò un'ondata di panico dovuta al fatto che nella sua coda erano stati trovati gas cianogeni; si temette un avvelenamento collettivo. In America si tennero alcuni cometaparties, per godersi la vita prima della fine del mondo. E  alcuni  commercianti  riuscirono perfino a sfruttare l'angoscia generale per fare soldi vendendo le "pillole anticometa"!

Il panico da impatto è trasmigrato dalla filosofia al cinema e ha dato origine ad una diramazione del grande e vorticoso fiume della cinematografia catastrofica.

Si veda anche la pagina Comete e vita sulla Terra

POSSIBILI IMPATTI DI COMETE CON LA TERRA
... IMPATTI CON LA TERRA. Parte 2. Le comete come corpi celesti; Lalande ed
il possibile impatto di una cometa con la Terra. di RODOLFO CALANCA. ...
www.coelum.com/calanca/possibili_impatti_comete.htm - 50k - 

Cosmos: capitolo 11
www.astrofilitrentini.it/mat/testi/cosmos/11.html - 25k -

LA FORMAZIONE DI UN CRATERE DA IMPATTO
... Primo livello: eventi che non costituiscono alcun rischio ... dello Yucatan (Messico)
è stata scoperta, infatti, grazie ... 180 km di diametro (cratere Chicxulub) che ...
www.geocities.com/elidoro/impatto/im_formazione.html - 35k