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Il culto 
di  Marte

Isidoro da Siviglia

Marte padre 
di Roma

  Tito Livio

Floro

Eutropio Donne a Roma

Dio della vita e della morte

Il dio infedele

Un popolo di conquistatori

   Deus auctor culpae

 Pater certus est...

  Vox populi...

Bambini a Roma

 

 

 

Il dio infedele

     dalle Etymologiae di Isidoro da Siviglia, libro VIII, 50/52

Biografia 

Testo   

 Traduzione

 Commento

 

Isidoro da Siviglia 
(Cartagena 560 c.a. d.C./ Siviglia 636)

Di famiglia nobile, venne educato dal padre e dal fratello, al quale succedette come vescovo di Siviglia .  Fu un grande erudito di interessi ampi ed enciclopedici; la sua opera più nota sono le Etymologiae sive Origines, una vera e propria summa della sapienza di epoca tardoantica alla quale si ispirarono molti intellettuali  e che costituì la base dell'insegnamento per tutto il Medioevo. La sua opera, che fu pubblicata incompleta dal suo discepolo Braulione,  comprende XX libri dedicati agli argomenti più disparati: arti liberali, medicina, diritto, teologia, linguistica, storia naturale, mineralogia, architettura, agricoltura, arte militare, esercizi ginnici, nautica, arredamento e cucina. Alla sua morte fu proclamato santo.

 

Testo latino

Martem deum belli esse dicunt, et Martem appellatum quia per viros pugnatur, ut sit Mars mas; licet et tria sint genera consuetudinum, sicut Scytharum, ubi et feminae et viri in pugna eunt; Amazonum, ubi solae feminae: Romanorum aliarumque gentium ubi soli mares. Item Martem quasi effectorem mortium. Nam Mars a morte nuncupatur. Hunc et adulterum dicunt, quia belligerantibus incertus est. Quod vero nudo pectore stat, ut bello sine formidine cordis obiciat. Mars autem apud Thracos Gradivus dicitur, eo quod in bello gradum inferant qui pugnant aut quod impigre gradiantur.

Traduzione

(I pagani) Credono che Marte sia il dio della guerra, chiamato così perchè sono gli uomini a combattere, dal momento che Marte è un maschio. E' pur vero che esistono tre diverse consuetudini, come quella  degli Sciti, presso i quali donne  e uomini scendono in battaglia insieme, oppure quella delle Amazzoni, tra le quali combattono solo le donne, infine quella dei Romani e delle altre popolazioni, in cui combattono solo gli uomini. Credono anche che Marte sia quasi una divinità dell'Oltretomba, infatti  il nome Marte deriva da "morte". Lo giudicano anche un dio infedele, perché il suo sostegno ai belligeranti è volubile. A questo proposito però si erge col petto nudo per andare incontro alla battaglia senza timore. Marte è chiamato dai Traci "Gradivo", perché in guerra hanno il sopravvento coloro che combattono o avanzano arditamente.

Commento

Facendo risalire l'etimologia del nome di Marte alla parola morte, Isidoro ne sottolinea le caratteristiche bellicose, quelle cioè che si riconducono all'immagine aggressiva e violenta della virilità; non compaiono invece richiami alle caratteristiche agresti che il dio incarnava alle origini della civiltà romana. Viene descritto come amante dello scontro fine a se stesso, impulsivo e volubile, capace di togliere improvvisamente il suo sostegno alla parte che aveva favorito fino a poco tempo prima, "adultero" quindi non solo dal punto di vista sessuale, date le sue numerose avventure, ma anche nei rapporti con i suoi fedeli. E' anche vero che questi tratti hanno caratterizzato molti eroi dell'antichità come Achille, Gradasso, Rodomonte, certamente rozzi e violenti, ma capaci di attirarsi l'ammirazione dei lettori proprio per il coraggio e la ferocia con cui affrontavano la battaglia senza mai retrocedere di fronte al nemico.
In quanto fomentatore di discordia, con l'andar del tempo, Marte ha assunto agli occhi della cristianità delle caratteristiche demoniache.