dalle Etymologiae di Isidoro da Siviglia, libro VIII,
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Isidoro da Siviglia
(Cartagena 560 c.a. d.C./ Siviglia 636)
Di famiglia nobile, venne educato dal padre e dal
fratello, al quale succedette come vescovo di Siviglia . Fu un
grande erudito di interessi ampi ed enciclopedici; la sua opera più nota
sono le Etymologiae sive Origines, una vera e propria summa
della sapienza di epoca tardoantica alla quale si ispirarono molti
intellettuali e che costituì la base dell'insegnamento per tutto il
Medioevo. La sua opera, che fu pubblicata incompleta dal suo discepolo Braulione,
comprende XX libri dedicati agli argomenti più disparati: arti liberali,
medicina, diritto, teologia, linguistica, storia naturale, mineralogia,
architettura, agricoltura, arte militare, esercizi ginnici, nautica,
arredamento e cucina. Alla sua morte fu proclamato santo.
Martem deum belli esse dicunt, et Martem
appellatum quia
per viros pugnatur, ut sit Mars mas; licet et tria sint genera
consuetudinum, sicut Scytharum, ubi et feminae et viri in pugna eunt;
Amazonum, ubi solae feminae: Romanorum aliarumque gentium ubi soli mares.
Item Martem quasi effectorem
mortium. Nam Mars a morte nuncupatur. Hunc et
adulterum dicunt, quia belligerantibus incertus est. Quod vero nudo
pectore stat, ut bello sine formidine cordis obiciat. Mars autem apud
Thracos Gradivus dicitur, eo
quod in bello gradum inferant qui pugnant aut
quod impigre gradiantur.
(I pagani) Credono che Marte sia il dio della guerra,
chiamato così perchè sono gli uomini a combattere, dal momento che Marte
è un maschio. E' pur vero che esistono tre diverse consuetudini, come
quella degli Sciti, presso i quali donne e uomini scendono in
battaglia insieme, oppure quella delle Amazzoni, tra le quali combattono
solo le donne, infine quella dei Romani e delle altre popolazioni, in cui
combattono solo gli uomini. Credono anche che Marte sia quasi una
divinità dell'Oltretomba, infatti il nome Marte deriva da
"morte". Lo giudicano anche un dio infedele, perché il suo
sostegno ai belligeranti è volubile. A questo proposito però si erge col petto nudo per andare incontro alla
battaglia senza timore. Marte è chiamato dai Traci "Gradivo",
perché in guerra hanno il sopravvento coloro che combattono o avanzano arditamente.
Facendo risalire l'etimologia del nome di Marte alla
parola morte, Isidoro ne sottolinea le caratteristiche bellicose, quelle
cioè che si riconducono all'immagine aggressiva e violenta della
virilità; non compaiono invece richiami alle caratteristiche agresti che
il dio incarnava alle origini della civiltà romana. Viene descritto come
amante dello scontro fine a se stesso, impulsivo e volubile, capace di
togliere improvvisamente il suo sostegno alla parte che aveva favorito
fino a poco tempo prima, "adultero" quindi non solo dal punto di
vista sessuale, date le sue numerose avventure, ma anche nei rapporti con
i suoi fedeli. E' anche vero che questi tratti hanno caratterizzato molti
eroi dell'antichità come Achille, Gradasso, Rodomonte, certamente rozzi e
violenti, ma capaci di attirarsi l'ammirazione dei lettori proprio per il
coraggio e la ferocia con cui affrontavano la battaglia senza mai
retrocedere di fronte al nemico.
In quanto fomentatore di discordia, con l'andar del tempo, Marte ha assunto
agli occhi della cristianità delle caratteristiche demoniache.
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