La congiunzione Giove – Saturno

La Grande congiunzione del 2020, sarà straordinaria: l’inclinazione delle orbite farà sì che i due pianeti visti dalla Terra sembreranno vicinissimi, a meno di un decimo di grado di distanza – un quinto del diametro apparente della Luna piena. Questo farà sì che, nonostante siano separati da oltre 724 milioni di chilometri, osservati a occhio nudo, potrebbero essere indistinguibili l’uno dall’altro.

Secondo la Nasa Giove e Saturno non vengono visti così vicini dal Medioevo, dal 1226 per la precisione. In realtà una Grande congiunzione come quella a cui assisteremo il prossimo 21 dicembre si è verificata anche nel 1623, ma la vicinanza al Sole non diede modo di apprezzarla.

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(immagine: Pete Lawrence via Twitter)

La prossima così ben visibile si verificherà nel 2080.

Visto che per molti sarà la prima e unica opportunità di vedere Giove e Saturno fondersi nel cielo conviene non perdersi lo spettacolo. E gli esperti consigliano di cominciare a mettersi col naso all’insù già dal 16-17 dicembre, così da poter apprezzare il graduale avvicinamento dei due pianeti.

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I due pianeti in avvicinamento il 13 dicembre 2020

Assegnazione Borsa di studio “F. Roma – a.s. 2018/19” e Premio studio “M. Cerizza – a.s. 2018/19”

Martedì 18 giugno alle ore 11,30, in Sala Professori al 2° piano di C.so Giolitti, verrà assegnata la “Borsa di studio Francesco Roma – a.s. 2018/19”.

Martedì 2 luglio alle ore 15,00, in Presidenza al 2° piano di C.so Giolitti, verrà consegnato il “Premio studio Massimo Cerizza – a.s. 2018/19”

Spiando ai bordi del buco nero della Via Lattea

Di recente sono stati scoperti dei “punti caldi” che orbitano appena fuori dal buco nero supermassiccio che si trova al centro della nostra galassia. I loro movimenti offrono agli astronomi un’opportunità per gettare uno sguardo ravvicinato a quell’ambiente violento.

di Joshua Sokol

http://www.lescienze.it/news/2018/11/12/news/buco_nero_via_lattea_osservazione_bordi-4185949/

Ecco la prima foto di un buco nero: svelate le immagini di M87

L’Event horizon telescope ha catturato la prima, vera, immagine di un buco nero. Si tratta del buco nero M87, al centro della galassia Messier 87 A, ed è la prima volta che gli scienziati riescono a vederlo in azione direttamente

Arriva la prima foto di un buconero, o meglio della sua ombra e dell’orizzonte degli eventi, il confine oltre il quale ogni cosa, anche la luce, viene risucchiata dalla sua immane attrazione gravitazionale.

https://www.wired.it/scienza/spazio/2019/04/10/foto-buco-nero-prime-immagini-sagittarius-a-via-lattea-diretta/

L’Event Horizon Telescope, collaborazione internazionale che vede la partecipazione di centri di ricerca in tutto il mondo, svela oggi la foto del secolo. Due ricercatrici dell’INAFElisabetta Liuzzo e Kazi Rygl, sono tra i protagonisti della rivoluzionaria osservazione del gigantesco buco nero nel cuore della galassia Messier 87, come parte del progetto BlackHoleCam. Un altro italiano, Ciriaco Goddi, è segretario del consiglio scientifico del consorzio EHT e responsabile scientifico del progetto BlackHoleCam.

Articolo originale pubblicato sul sito dell’INAF:
https://www.media.inaf.it/2019/04/10/prima-foto-buco-nero/

Ottenuta la foto del secolo: l’ombra del buco nero M87
Così funziona EHT, l’Event Horizon Telescope

Lo streaming della conferenza stampa è disponibile:

La nostra galassia non è in equilibrio

La letteratura scientifica sulla cinematica della nostra galassia descrive il nostro sistema stellare come un’enorme girandola in rotazione attorno a un asse perpendicolare al piano del disco galattico. Ma l’idea che il sistema sia simmetrico rispetto all’asse di rotazione e in condizioni di equilibrio dinamico è probabilmente da rivedere. Ad affermarlo sono, in uno studio pubblicato su “Astronomy & Astrophysics” , Martin Lòpez Corredoira, dell’istituto di astrofisica delle Canarie, e Francesco Sylos Labini, dell’istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR – ISC), che hanno scoperto movimenti stellari significativamente distanti dal semplice moto rotazionale. Grazie ai dati raccolti dalla missione Gaia dell’Agenzia spaziale europea, i due ricercatori hanno infatti determinato il moto di un elevato numero di stelle della Via Lattea e scoperto che molte hanno anche componenti di velocità radiali, ovvero lungo la congiungente stella-centro della nostra galassia, e verticali, ovvero perpendicolari al piano del disco galattico. Questa scoperta costringe gli astronomi a rivedere i modelli dinamici della Via Lattea, sul cui equilibrio si basa anche la stima della materia oscura, la misteriosa materia che compone il 27% dell’universo e non interagisce con la radiazione elettromagnetica, contenuta al suo interno. (EmRi – da Le Scienze – Gennaio 2019)

Cometa di Natale 2018

Come ogni anno, nel periodo natalizio, ecco la ricerca di una cometa che possa regalarci delle interessanti osservazioni: per quest’anno stiamo parlando della 46P/Wirtanen, un astro chiomato scoperto nel 1948 dall’astronomo americano Carl Wirtanen, che in questi giorni si sta approssimando velocemente alla Terra. È una cometa periodica, che orbita attorno al Sole in poco più di 5 anni, con un dimensione stimata molto piccola: si tratta infatti di un grosso sasso, formato da polveri e una certa quantità di ghiaccio, con un diametro di appena 1 chilometro.

L’arrivo delle cometa Wirtanen è atteso con molto interesse perché il suo percorso la porterà a breve distanza dal nostro pianeta il 16 dicembre, ad “appena” 12 milioni di chilometri. Non aspettiamoci tuttavia un’apparizione spettacolare: a causa delle sue piccole dimensioni la cometa non sarà molto luminosa, anche se visibile con molta attenzione ad occhio nudo. Inoltre, per una geometria orbitale un po’ sfortunata, la coda delle cometa si troverà in direzione opposta rispetto alla Terra e di conseguenza, purtroppo, quasi completamente invisibile.

Ciò che potremmo osservare sarà quindi una piccola sfera nebulosa, muoversi tra le costellazioni  del Toro, Ariete, Balena ed Eridano: in particolare, tra il 13 e 23 dicembre, attraverserà un zona di cielo ricca di stelle luminose, come Aldebaran, le Pleiadi e Capella, e sarà così rintracciabile con più facilità.

Foto di Paolo De Maria

Buona cometa a tutti

 

 

 

 

 

Siamo all’equinozio autunnale

 

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Il 23 settembre arriva l’equinozio d’autunno, salutato da Venere al massimo della sua luminosità. E’ un giorno speciale perché segna l’arrivo di una nuova stagione e perché la durata del giorno è uguale a quella della notte. Il disco solare rimane infatti per lo stesso numero di ore sopra e sotto l’orizzonte. Il termine equinozio deriva infatti dalle parole latine ‘aequus’, che significa uguale, e ‘nox’, notte.

L’equinozio scatta alle 3,54 italiane quando il Sole, nel suo movimento apparente lungo la proiezione in cielo dell’orbita terrestre, ossia l’eclittica, incrocia l’equatore celeste, passando da Nord a Sud. Nello stesso giorno nell’emisfero meridionale comincia la primavera. Durante l’equinozio il Sole passa esattamente allo zenit, posto al centro della volta celeste: questo significa che un osservatore che si trova lungo la linea dell’equatore terrestre, durante l’equinozio, vede il Sole sulla sua testa, cioè a 90 gradi precisi sull’orizzonte.

L’appuntamento con questo evento astronomico non cade sempre nella stessa data, ma oscilla tra il 21 e il 24 settembre, a causa degli anni bisestili che possono farlo slittare anche di molte ore da un anno all’altro.

INFINI.TO – Planetario on the road – 4 ottobre 2017

A Cuneo, presso il Liceo Scientifico e Classico “Peano – Pellico”, INFINI.TO – Planetario di Torino presenta “Il planetario on the road”. Il planetario digitale portatile può diventare un luogo dove emozionarsi, stupirsi e incuriosirsi all’astronomia e alla scienza in generale.

5 viaggi nell’emisfero boreale celeste dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 14:00 alle 16:00, con cadenza oraria (max. 20 studenti).

Alle ore 21:00 Conferenza pubblica del dott. Silvio Giordano (Istituto Nazionale di Astrofisica) su “Il Sole: un prezioso laboratorio”.

Infinito – Cuneo 4.10.17