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Tratto
da:www.utopie.it
Non
mangiare carne non è soltanto, né soprattutto, una questione
di salute. Si tratta, piuttosto, di una questione d'amore: per
gli animali e per la Terra, senza dubbio, ma anche per noi
stessi. Negli ultimi tempi si sente parlare sempre di più del
vegetarianesimo (o vegetarianismo o vegetarismo). Spesso chi
propugna la dieta vegetariana, ossia priva di cibi provenienti
dall'uccisione di animali, lo fa sostenendo che mangiar carne
fa male alla salute.
- I
MOTIVI ECOLOGICI
Ma
non è solo per motivi di salute o per non mangiare
"cadaveri" che il vegetarianesimo ha una sua
importanza: rinunciare alle bistecche può essere un modo
per combattere la fame e la sete nel mondo. Per produrre un chilo di manzo è necessaria una quantità di acqua
oltre 13 volte superiore a quella necessaria a produrre un
chilo di cereali. Inoltre produrre più carne significa
avere meno cereali per sfamare chi vive nei paesi in via
di sviluppo, mentre con il contenuto calorico del grano
usato negli allevamenti USA si potrebbero nutrire 800
milioni di persone! Esiste anche un problema legato all'inquinamento:
per costruire proteine animali occorre otto volte
l'energia necessaria a creare la stessa quantità di
proteine vegetali. Esistono dei motivi ecologici altrettanto
validi a favore del vegetarianesimo, tra cui gli enormi
sprechi di risorse necessari per mantenere gli allevamenti
intensivi di "bestiame da macello", condotti con
criteri disumani, nonché la distruzione di foreste
millenarie e di terreni fertili, soprattutto nel Terzo
Mondo, per creare pascoli. Secondo l'USDA
(Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti), più
del 90% della produzione di grano in America, viene usato
per l'alimentazione degli animali da macello. Si tratta di
un dispendio criminale delle risorse, considerando che
ricaviamo solo un chilogrammo di carne bovina da sedici
chili di grano. Dai calcoli effettuati da esperti ne
deriva che se i terreni coltivabili della terra venissero
usati soprattutto per produrre cibo vegetariano, ci
sarebbe cibo per 20 miliardi di abitanti. Infatti, se
le mucche fossero lasciate vive, queste potrebbero
produrre un'enorme quantità di cibo vegetariano(come
latte, formaggi, yogurt, burro) con alti valori nutritivi,
semplicemente cibandosi dei resti provenienti dai terreni
coltivati inutilizzabili per l'uomo; si tratterebbe quindi
di un sistema di produzione di alimenti altamente
economico e redditizio. Tanta è la produzione di latte e
derivati che i governi pensano bene di distruggere,
immagazzinare e nei casi migliori regalare ai poveri
l'eccesso di produzione che si cerca di regolamentare
(vedi multe agli allevatori): il fatto è che non si vuole
produrre in questo modo, ma si vogliono tenere in vita
profitti e connivenze extra, mantenere i prezzi, e in
definitiva nessuno pensa realmente di risolvere i problemi
del terzo mondo perché fa comodo agli interessi che le
multinazionali hanno in quei posti.
- I
MOTIVI SPIRITUALI E MORALI
Uno dei pilastri comuni a tutte le grandi religioni della Terra è
rappresentato dalla compassione verso ogni essere vivente,
da cui consegue il divieto di uccidere. In effetti, nella
religione cristiana, il celebre quinto comandamento non
pone limiti in questo senso: non dice "Non uccidere
gli esseri umani". Anzi, in realtà, la sua
traduzione letterale dall'ebraico equivale a "Non
commettere alcun genere di uccisione". Comunque
attualmente i sacerdoti della maggior parte delle
religioni (tranne il Buddhismo e l'Induismo) tollera, se
non addirittura incoraggia, l'uccisione di animali e il
consumo delle loro carni.
Altre religioni come il Buddhismo, invece,
proibisce incondizionatamente il consumo della carne.
Infatti lo stesso Buddha affermava che "mangiare la
carne spegne il seme della grande compassione".
Pertanto, se si desidera avvicinarsi a Dio, che è
compassione e amore perfetti, non si può non coltivare in
sé questi sentimenti.
Anche nei Veda, i testi sacri dell'Induismo, si
possono leggere migliaia di ingiunzioni a non consumare
carne, perché "si diventa degni della salvezza
quando non si uccide alcun essere vivente". E non
solo non lo si uccide, ma non lo si mangia neppure.
Infatti, nei Veda si sostiene che è necessario astenersi
dall'ingerire qualsiasi genere di carne, perché tale cibo
implica sempre l'atto di uccidere.
- I
MOTIVI DI SALUTE PUBBLICA
Nel mondo occidentale si supera abbondantemente la quantità di proteine
assunte e queste diventano pericolose scorie per i nostri
reni, quindi dannose oltre che inutili, mentre invece la
fonte primaria della nostra energia è costituita dai
carboidrati. I vegetariani attenti all'equilibrio della
loro alimentazione sono potenti e più lucidi dei
carnivori. Anche dalla medicina moderna sostiene che chi
mangia soprattutto alimenti vegetali è molto meno esposto
a malattie dell'apparato cardiovascolare, a tumori,
ipertensione e diabete.
Gli animali, allevati intensivamente per soddisfare i
bisogni sempre crescenti dei consumatori, vengono
costretti a vivere in spazi angusti e sono allevati
esclusivamente per essere uccisi al momento opportuno.
- VEGETARIANI
NELLA RELIGIONE
La
filosofia dei Veda riconosce appieno agli animali la
capacità di raggiungere stati di spiritualità elevata.
Si tratta di una tradizione religiosa che non promuove
soltanto il vegetarianesimo, ma anche l'uguaglianza
spirituale di tutti gli esseri viventi. Il vegetarianesimo
non è altro che la conferma di questa consapevolezza:
"tutti gli esseri viventi sono spiritualmente
uguali".
Anche
il Corano esalta la compassione e la misericordia di
Allah, chiamato al-Raham, ovvero "l'infinitamente
misericordioso", nei confronti di tutti gli esseri da
lui creati, senza eccezioni. Per quanto riguarda l'Ebraismo, nella Genesi l'alimentazione
prescritta all'uomo è chiaramente vegetariana: "Ecco
vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la
terra e ogni albero in cui è il frutto che produce seme:
saranno il vostro cibo" (1, 29). E ancora nella
Genesi si legge: "Non dovreste mangiare la carne, con
la sua vita, che è il sangue". E infatti, il popolo
d'Israele si mantenne vegetariano per dieci generazioni. Ma poiché gli israeliti
continuavano a chiedere con insistenza la carne, Dio
gliela diede, insieme però ad una peste fatale che colpì
tutti coloro che ne mangiarono.
Per quanto riguarda il
Nuovo Testamento, e quindi il Cristianesimo,
l'insegnamento di Gesù Cristo è stato a tal punto
censurato nelle numerose traduzioni e revisioni dei
Vangeli che sono quasi sparite le tracce della sua
compassione e del suo completo amore per tutte le creature
viventi, che si esprimevano anche nel non mangiare carne
di alcun tipo, in armonia con la tradizione degli Esseni.
Infatti, in un
"Vangelo secondo Giovanni" tramandato dagli
Esseni e dalle Chiese cristiane d'Oriente ma rifiutato
dalla Chiesa ufficiale, Cristo è un profeta che insegna
l'assoluta non-violenza nei confronti degli animali e
vieta esplicitamente ai suoi discepoli di mangiare carne:
"Mangiate tutto ciò che si trova sulla tavola di
Dio: i frutti degli alberi, i grani e le erbe dei campi,
il latte degli animali ed il miele delle api. Ogni altro
alimento è opera di Satana e conduce ai peccati, alle
malattie ed alla morte". I primi cristiani, infatti, erano
rigorosamente vegetariani. E lo erano anche i vari Padri
della Chiesa, come San Giovanni Crisostomo, San Girolamo,
Tertulliano, San Benedetto, Clemente, Eusebio, Plinio e
molti altri. Ma quando il Cristianesimo volle diventare la
religione di Stato dell'Impero Romano, durante il concilio
di Nicea vennero radicalmente alterati i documenti
cristiani originali, per renderli accettabili
all'imperatore Costantino, che alla carne non voleva
rinunciare. Così, per convertirlo, i
"correttori" nominati dalle autorità
ecclesiastiche eliminarono dai vangeli qualsiasi
riferimento al non mangiare carne: tradussero con il
termine "carne", per ben diciannove volte, il
termine greco originale "cibo" e scelsero la
versione "dei pani e dei pesci" a quella,
contemporanea a Cristo, del miracolo della
"moltiplicazione dei pani e della frutta" (va
detto, comunque, che neanche i pesci della seconda
versione dovevano essere veri e propri pesci, bensì
frittelle di alghe molto comuni tra il popolo ebraico
all'epoca).
Pertanto,
le persecuzioni dei cristiani proseguirono anche sotto
Costantino, ma a subirle furono solo quelli che si
ostinavano a non mangiare carne.
In seguito, i santi
cristiani sono stati in gran parte vegetariani. Basti
pensare al più famoso di tutti, San Francesco, il quale,
nel suo amore per tutte le creature viventi, si nutriva
esclusivamente di pane, formaggio, verdure e acqua di
fonte.
Arrivati a questo punto
proviamo a scuotere un po' più direttamente le coscienze:
ogni anno, solo negli USA vengono uccisi 140 milioni di
mammiferi e 3 miliardi di volatili. Provate a immaginare
quanta sofferenza si sprigiona da loro mentre vengono
colpiti con martelli, elettroshock e fucili pneumatici,
mentre vengono sgozzati e mentre sono ancora vivi, fatti a
pezzi. Provate a chiudere gli occhi e a sentire i loro
urli strazianti, la loro paura, il loro dolore, il senso
di impotenza e tutta la cieca crudeltà umana.
- Tratto
da:www.utopie.it
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