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  Foresta come ecosistema

Cesare





Luogo bellissimo e pericoloso, fonte di vita e di morte, fin dai tempi più remoti la foresta ha esercitato un grande fascino sugli esseri umani. Per i popoli antichi, in particolare, era abitata da creature soprannaturali e diventava luogo privilegiato del mistero e del contatto con la divinità. Nel Medioevo, il cristianesimo ha diffidato del carattere magico-sacrale delle foreste, ritenendole piuttosto teatro delle manifestazioni demoniache, ma non è riuscito ad eludere il loro fascino perché tutto ciò che è grande e fa sentire l'uomo piccolo diventa manifestazione del trascendente e invito alla preghiera. Per questa ragione, con l'altezza dei loro tronchi e la congiunzione dei loro rami, le foreste  hanno ispirato la struttura delle cattedrali gotiche e il modo in cui i mosaici fanno filtrare la luce nelle navate richiama quello in cui i raggi del sole si insinuano nel sottobosco.   

Anche nel Rinascimento e in età moderna il bosco ha conservato il suo fascino, rimanendo luogo di incontri misteriosi, dove la vista degli occhi non riesce a spaziare mentre quella dell'immaginazione può creare, dietro ad ogni tronco, presenze amiche o terrificanti di esseri reali o fantastici.

Al giorno d'oggi la foresta, nelle sue varie tipologie, è conosciuta come un ecosistema complesso, nel quale gli esseri umani possono correre dei pericoli, ma che è soprattutto minacciato nella sua stessa esistenza dal moltiplicarsi degli insediamenti e delle attività umane. Le creature dei boschi hanno più ragione di temere noi di quanta ne abbiamo noi di temere loro.

Anche se è meno misterioso di un tempo, questo ambiente conserva la caratteristica di luogo privilegiato della fantasia, come si osserva anche in molti testi e film più o meno recenti, soprattutto quelli di avventura, dell'orrore e fantasy.

La salvaguardia delle foreste non ha dunque solo importanti motivazioni ecologiche, ma ha anche ragioni culturali, perché significa conservare un importante luogo dell'anima, non solo dello spazio.