www.gpeano.org
Index Sentieri                  Links a siti su vita e opere di Dante
Percorsi su autori e testi
Inferni di ieri
e di oggi
Gli animali
Le foreste
Dalla sopravvivenza al peccato di gola

 

Index cibo

                               Ieri

Oggi

Romani Medioevo Rinascimento Galateo Disturbi alimentari Vegetariani Cinema Cibo e religione


 

Il Cibo nel Medioevo

tratto da  www.corriere.it/Primo_Piano/cronache/2002/08_Agosto/25/ricette.shtml

collegamento a:http://www.bluedragon.it/medioevo/cibo&vino.htm

Nel Medioevo, le tavole dei ricchi erano imbandite rispettando simbologie precise, legate al lignaggio e alle credenze religiose: pane di paradiso, vino e volatili erano cucinati secondo le ricette del tempo, per avvicinarsi a Dio.      

Sulle tavole del XIX e XV secolo, per coloro che potevano permetterselo,  il cibo era molto abbondante.  Un ricco banchetto significava opulenza. Il cibo era considerato al tempo stesso fonte di ogni forza, ma anche di ogni male, poiché, secondo i teologi, rischiava di condurre alla lussuria e alla perdizione.
Gli alimenti, inoltre, avevano un preciso significato gerarchico, e si credeva allora che più i cibi fossero vicini a Dio, maggiore era la loro virtù spirituale: i legumi, ad esempio, erano riservati ai popolani, mentre invece i ricchi preferivano servire volatili, che si muovevano nell'aria, l'elemento più puro. Al contrario erano considerati alimenti mino "divini" i frutti della terra, tra i quali bisognava distinguere tra i frutti degli alberi e quelli più infimi, come bulbi e radici sotterranee. Troppo rustici, ma non banditi dalle tavole, erano considerati lupi, renne, elefanti, gatti, cani, aquile e sparvieri.

Al centro dell'alimentazione medievale, comunque, c'era il pane. Per un lungo periodo le classi elevate si abituarono a spendere molto denaro per portare in tavola il «grain de paradis», che cresceva in Africa occidentale. Si credeva, infatti, che certe regioni esotiche, abitate da popolazioni selvagge che mangiavano carne umana e bevevano l'acqua del mare, fossero vicine al paradiso terrestre: quindi mangiare il pane del paradiso era un modo per avvicinarsi a Dio. Il consumo di questo grano cessò del tutto con le esplorazioni del XV secolo, quando si scoprì che quei luoghi non erano quel paradiso che fino ad allora era stato immaginato.

Già nel Medioevo si faceva molta attenzione al legame tra salute, umore e alimentazione: così a un individuo dal temperamento sanguigno e collerico si consigliavano alimenti caldi e umidi (come pane di frumento e vino), mentre ai malinconici si consigliavano fave e carne di maiale. Inoltre a tavola bisognava sapersi comportare. Esistevano veri e propri manuali che insegnavano la giusta maniera per stare a tavola.

tratto da  www.corriere.it/Primo_Piano/cronache/2002/08_Agosto/25/ricette.shtml