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GALATEO

www.private-collection.net/ pontormo.htm

tratto da www.leduecitta.com

             www.stpauls.it

             http://website.lineone.net/~traditio/galateo.html  

             

collegamento testo completo www.liberliber.it/biblioteca/d/della_casa/galateo_overo_de_costumi/html/galateo.htm

galateo1 - Della Casa - Galateo overo de' costumi - capp. I-VIII
... non si deono per alcuna condizione grattare il capo altrove dinanzi al ...
Quando si favella con alcuno, non se gli dee l'uomo avicinare che se ...
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CHE COS'E' IL GALATEO?

Monsignor Giovanni Della Casa nel 1552 decise di scrivere un trattato sulle buone maniere che in titolò "Galateo" in onore del suo ispiratore,il vescovo Galeazzo Florimonte. Il galateo non è solo una serie di regole comportamentali, ma un sistema di valori che mira a non offendere gli altri e noi stessi. Il suo scopo è quindi di insegnare,in modo modesto, ad essere piacevoli.

In questo trattato il Della Casa  pone un’antologia di luoghi cari alla civiltà rinascimentale: dal culto della bellezza a quello della discrezione, dal senso del piacevole e del costumato al vagheggiamento di un dominio degli istinti,...

BREVE STORIA DELLE BUONE MANIERE

L'uomo ha sempre cercato di prefiggersi delle regole da rispettare,non di meno quindi nel campo sociale del buon comportamento. Già i Cinesi possedevano numerose raccolte cerimoniali, che scandivano minuziosamente la vita a corte. Furono i Greci, poi, in Occidente, a fissare le prime regole del buon comportamento a tavola. Anche molti filosofi si sono dedicati a questi aspetti della vita,oltre a quelli puramente esistenziali. Aristotele per esempio, fissava per il giovane l’obbligo di essere bravo nei giochi sportivi, saper cavalcare e tirare con l’arco ovvero sviluppare armonicamente tutte le facoltà umane.

Furono in seguito i Romani a valorizzare l’urbanitas dei cittadini e Cicerone sintetizzò nel termine gravitas il vivere in maniera semplice e sobria, rispettando le persone anziane, alzandosi in piedi alla loro presenza, ed assumendo atteggiamenti diversi a secondo che ci si trovasse di fronte a stranieri venuti in città in forma privata o in veste ufficiale.


Nel Medioevo si assistette ad un rilancio del galateo e alla creazione di diersi manuali di buon comportamento, sia a tavola che nelle diverse occasioni della vita sociale.

Nel Rinascimento due furono i testi sul galateo che in qualche modo contrapponevano due diversi stili di vita: “Il Galateo” di Giovanni Della Casa, che diede definitivamente il titolo a qualsiasi manuale di buon comportamento, e “Il Cortegiano” di Baldassarre Castiglione, certamente il più influente manuale di corte che sia mai stato pubblicato.Il più popolare in questo periodo è senz’altro The Babees Book, composto verso il 1475 e indirizzato ai prìncipi, in cui si trovano le istruzioni di come comportarsi in pubblico, con alcune curiosità.

Anche Erasmo da Rotterdam compilò un manuale di educazione a tavola, che ebbe grande successo in Europa.

Il galateo perse di importanza con gli illuministi, convinti com’erano che la perdita dell’etichetta fosse un segno di emancipazione. Alla fine del diciottesimo secolo si ebbe però il ritorno di una forma quasi morbosa per le buone maniere.

Oggi le buone maniere sembrano se non sparite, profondamente ignorate. Quella che fino a pochi decenni fa era indicata come la buona educazione, non occupa più quella centralità di un tempo.

IL CIBO E IL GALATEO   (alcuni esempi)

LA TAVOLA

La tavola si può dire sia il vero banco di prova delle buone maniere. Innanzitutto la tavola si deve presentare bene; essere in sintonia con gli ospiti, con l’ambiente e con il menu. Se il ritrovo che abbiamo ideato è per amici, l’ideale potrebbe essere una spaghettata e un piatto freddo con una tovaglia rustica e dei piatti colorati senza troppe pretese. Ci dovrà essere armonia tra posate, piatti, bicchieri, tovaglia e gli accessori come centrotavola, saliere, portapepe, portapane, segnaposti.

Il centrotavola è un particolare che, oltre ad abbellire la tavola, crea la giusta atmosfera. Attenzione però che non sia sproporzionato rispetto alla tavola; è meglio che non sia né troppo grande né troppo piccolo. Non deve intralciare la vista dei commensali o il movimento delle vivande. Sappiamo tutti in che ordine ci si siede a una tavolata di 25 persone?

La regola vuole che le signore si accomodino contemporaneamente, o quasi, alla padrona di casa o all’ospite d’onore; i signori, invece, si siedono dopo, seguiti dal padrone di casa che sarà l’ultimo. Ricordiamoci che ci si siede con calma tentando di non fare rumori molesti con le sedie. Nella distribuzione dei posti la regola principale è quella dell’alternanza di uomini e donne, da rispettare se possibile, aiutati anche dalla scelta di tavole rotonde oppure ovali che ne facilitano l’attuazione.

Una volta accomodati, si starà con il busto ben eretto, facendo attenzione a non avvicinarsi troppo con il capo al piatto, ricordandosi che sono le pietanze che si avvicinano alla bocca e non il contrario. Per non dar disturbo a chi siede di fronte, le gambe non si tengono distese in avanti, non si dondola la sedia, cercando di mantenere la giusta distanza tra sé e il tavolo. I gomiti vanno tenuti rigorosamente accanto al corpo, nel modo più naturale possibile. Prima di essere serviti, il tovagliolo va spiegato e poi appoggiato e piegato a metà sulle ginocchia.

Ricordare che la cortesia e l'ospitalita' saranno comunque gli ingredienti e il condimento ultimo e piu' importante.

REGOLE DEL MANGIARE  

Si comincia a mangiare non appena lo fa la padrona di casa o l’ospite principale. Si mastica sempre e solo a bocca chiusa, senza rumori e gorgoglii, cercando di fare bocconi piccoli che non ci costringano a ruminare, invece che masticare.

A bocca piena non si parla e non si beve. Si devono evitare la fretta o quello che può dare il sentore di voracità; non bisogna estraniarsi dalla conversazione impegnandosi solo nella degustazione.

La conversazione a tavola deve essere un piacere e un arricchimento. Un consiglio: i complimenti sperticati e indiscriminati sono per loro natura sospetti, perciò è meglio non farli, sostituendo il gradimento accettando un bis, in piccola quantità.

È assolutamente vietato: alzare il mignolo quando si solleva il bicchiere, la tazzina del caffè o il cucchiaino del gelato, soffiare sui cibi per raffreddarli, sparpagliare le pietanze come il risotto per lo stesso motivo, allontanare il piatto quando si ha finito, giocherellare con le posate, la mollica del pane o con tutto ciò che è in tavola, assaggiare qualcosa dal piatto del vicino, indugiare sul piatto da portata per scegliere i pezzi migliori, specchiarsi, pettinarsi, aggiustarsi il trucco e, anche se non visti, togliersi le scarpe. Prima di bere e dopo averlo fatto ci si deve sempre pulire le labbra con il tovagliolo.

A tavola è meglio evitare di usare le mani per consumare le pietanze o raccogliere il boccone sulla posata. Ricordiamo che solo pochi alimenti richiedono l’uso delle mani: il pane, gli asparagi, i carciofi, le olive all’aperitivo, la frutta della dimensione di un boccone, i pasticcini mignon.

Se cade qualcosa dalla tovaglia meglio fare finta di niente che raccoglierla. Starnuti e sbadigli dovranno passare inosservati; ci si coprirà con grazia con la mano o si userà il fazzoletto. Se il disturbo dovesse essere piuttosto fastidioso o durare a lungo, sarà meglio chiedere scusa e alzarsi da tavola. Al termine del pasto non ci si alza da tavola prima che lo faccia la padrona di casa, si attenderà che tutti i commensali abbiano finito, si piega il tovagliolo lasciandolo sul tavolo a destra del piatto, senza premurarsi di vuotare il bicchiere se fosse ancora pieno. Ora si può davvero andare.


tratto da 

www.leduecitta.com 


www.stpauls.it

http://website.lineone.net/~traditio/galateo.html

            www.liberliber.it/biblioteca/d/della_casa/galateo_overo_de_costumi/html/galateo.htm