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Ipertesto a cura di Francesca Galfrè, Simona
Franco e Grazia Vitagliano(3^ G)
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Cerbero, fiera
crudele e diversa, con tre gole caninamente latra 15 sovra la gente che quivi è sommersa. |
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, e 'l ventre largo, e unghiate le mani; 18 graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra. |
Urlar li fa la pioggia come cani; de l'un de' lati fanno a l'altro schermo; 21 volgonsi spesso i miseri profani. |
Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo, le bocche aperse e mostrocci le sanne; 24 non avea membro che tenesse fermo. |
E 'l duca mio distese le sue spanne, prese la terra, e con piene le pugna 27 la gittò dentro a le bramose canne. |
Qual è quel cane ch'abbaiando agogna, e si racqueta poi che 'l pasto morde, 30 ché solo a divorarlo intende e pugna, |
cotai si fecer quelle facce lorde de lo demonio Cerbero, che 'ntrona 33 l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde. |