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Tratto da: www.scanner.it CHOCOLATC'è un
profluvio di magia e dolcezza in Chocolat,
non a caso il palese fulcro simbolico del film di Lasse
Hallström, candidato a cinque Oscar
nelle principali categorie, è proprio il cibo degli dei,
l'irresistibile cioccolato proposto nelle forme e negli
involucri più disparati dalla bella Vianne Rocher, profeta
girovaga delle virtù taumaturgiche del cacao nel mondo e
latrice di un cognome che, almeno in Italia, risulta quanto
mai sibillino... Siamo alla fine degli anni Cinquanta quando
la protagonista di questa
ipercalorica favola moderna arriva accompagnata dalla
figlioletta nell'immutabile ed irreprensibile villaggio di
Lansquenet, dove l'imperante etica cattolica è vigilata con
attenzione estrema del bigotto e perbenista Conte di Reynaud,
sindaco ed indiscussa autorità del luogo. Per l'aristocratico
censore della moralità locale diventa un punto d'orgoglio
costringere Vianne a chiudere i battenti della sua neonata
cioccolateria, che comincia subito ad attirare agli
irresistibili manufatti dolciari della sua vetrina i
concittadini disposti a concedersi dolci peccati di gola. In
particolare tra gli assidui frequentatori della cioccolateria
spicca l'anziana Armande, spirito libero con molti punti in
contatto con Vianne, la bella Josephine, moglie tormentata che
trova asilo nel locale di Vianne affrancandosi della brutalità
del marito, ed infine Roux, un simpatico ed affascinante
girovago che farà breccia nel cuore della protagonista. Tra
una miriade di bon bons, cioccolate calde, tartufi e
cioccolatini, questa
deliziosa commedia si avvia verso l'immancabile happy
ending configurandosi come un originale apologo contro
l'intolleranza verso chi ha il coraggio di vivere la propria
diversità. Infatti per l'austero Conte accettare la salutare
brezza di novità portata nel villaggio dalla cioccolateria
significherebbe anche constatare il fallimento del proprio
matrimonio, nascosto da una patina d'ipocrisia e non detto.
Alla fine il cioccolato, metafora centrale della storia,
riuscirà a risvegliare l'impeto sessuale di coppie in crisi,
ad avvicinare un anziano corteggiatore alla signora del suo
cuore, vedova ormai da decadi, in ultima analisi farà
riscoprire i piaceri della vita alla rigida comunità locale,
insegnando nel contempo anche a Vianne a scendere a
compromessi col suo stile di vita. Dopo aver tratteggiato i
delicati intarsi sentimentali de Le
regole della casa del sidro con Chocolat,
tratto dall'omonimo romanzo di Joanne Harris, Lasse
Hallström è riuscito nella non facile impresa di catturare
il profumo ed il sapore del cioccolato ad esclusivo beneficio
del pubblico. Oltre alle bravissime Binoche
e Dench nel cast, davvero di livello assoluto, convincono
anche
la Olin (moglie del regista scandinavo) e un
ombroso Depp. Una
commedia intrigante, ricca di magia e, naturalmente,
dolce.
Tratto da: www.scanner. it
IL LIBRO
Pubblicato
Nel 1998 dalla Garzanti,
(e dalla Penguin
nel 1999), il romanzo Chocolat
di Joanne
Harris inizia con la protagonista Vianne Rocher che,
accompagnata dalla figlia Anouk, giunge a Lasquenet per aprire
una pasticceria. Un piccolo e sperduto villaggio francese che
presto vedrà cambiare i suoi equilibri sociali e morali. La
sua stravaganza e la sua gioia di vivere, vissute inizialmente
dall'intero paese con provinciale curiosità, lasciano il
posto ad un progressiva paura, incalzata dalle omelie
domenicali dell'austero curato, padre Reynaud, che vede nella
giovane donna e nel suo negozio una minaccia per la moralità
del suo gregge. Joanne
Harris è nata, da padre inglese e madre francese, il 3
luglio 1964 nello Yorkshire,
dove attualmente vive. Si è laureata al St. Catherine's
College di Cambridge, dove ha
studiato francese e tedesco medievale e moderno. Fino al 1999
ha insegnato francese nelle scuole secondarie di Leeds. Ma
torniamo al romanzo:
Fin dalle prime pagine, Chocolat
si rivela un libro ben scritto, vivace e divertente, nel quale
si alternano, come in un duello, i punti di vista del curato,
ossessionato dalle proprie responsabilità ma vittima delle
tentazioni cui Vianne lo sottopone ( prima tra tutte, la
gola) e lo sguardo della protagonista che, un po' zingara
- "…ci fermiamo. Per una volta. Finché il vento non
girerà". - , un po' strega, osserva se stessa e i suoi
compaesani con un animo disincantato, offrendo cioccolata
calda e leggendo tarocchi. Giorno dopo giorno, il fascino di
Vianne contagerà tutti gli abitanti del paese, ai quali
riesce a insegnare un nuovo modo, più spensierato e ribelle,
di vivere e godere delle gioie della vita. Il
ritmo della narrazione è quasi sempre frizzante, e ogni
personaggio che gira intorno a La Celeste Praline, il
locale di Vianne, ha un'interessante storia da raccontare e,
con l'aiuto della protagonista, da risolvere. Scorrevole
nella forma, intrigante nel suo presentare gli intimi dilemmi
di ogni personaggio, Chocolat
propone, da un inusuale punto di vista, il conflitto tra due
realtà - quella del tranquillo villaggio, timorato di Dio e
condizionato dalla morale religiosa, e quella di Vianne,
ribelle e libera da ogni regola imposta - le quali, a dispetto
di ogni loro differenza, riescono comunque a dialogare. Una lettura piacevole, con un unico inconveniente: le accurate descrizioni dei manicaretti preparati da Vianne, nonché il Glossario goloso in appendice al romanzo, sono un vero e proprio attentato alla linea! Sconsigliato per che è a dieta.
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