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Trilussa

 

Vita e  opere          Er  leone riconoscente


http://www.grupponline.it/Mappa.htm 

Il testo seguente è tratto dal sito:

http://www.ciao-roma.com/roma/varie/trilussa.htm

Trilussa è lo pseudonimo del poeta romano Carlo Alberto Salustri, che lo ottenne da un anagramma del proprio cognome. È autore di molte poesie in dialetto romanesco,come diversi poeti romani che avevano cominciato a scrivere in dialetto dalla fine del 19 secolo. Fonte della sua ispirazione erano le strade di Roma, assai più che i libri. Quando un giornale locale gli pubblicò i primi versi, questi conobbero il consenso dei lettori e furono pubblicati nella prima delle sue molte raccolte di poesie. La sua fama crebbe, e tra il 1920 e il 1930 la sua notorietà raggiunse il culmine. Cambiata la struttura sociale della città, l'ispirazione del poeta nasceva così dalle vecchie atmosfere romane. I suoi anni migliori giungevano così al termine. Eppure, a soli pochi giorni dalla sua morte, gli veniva riconosciuto il titolo di senatore a vita per alti meriti in campo letterario e artistico: "Siamo ricchi!" fu il suo ironico commento nell'apprendere la notizia.

Le sue poesie sono popolate da tipici personaggi di un mondo piccolo-borghese (la casalinga, il commesso di negozio, la servetta, ecc.).

Oltre a comporre versi, il poeta illustrava anche alcuni dei suoi sonetti e poesie con disegni, rivelando un altro lato del suo temperamento artistico. La lingua usata è differente da quella originale dei "Sonetti" belliani, molto più limata e assai più vicina all'italiano. Per questo motivo ricevette anche critiche da alcuni poeti dialettali più "puristi". Perciò, le poesie di Trilussa risultano forse meno pungenti, meno caustiche di quelle di Belli, ma lo spirito umoristico che le sostiene è esattamente lo stesso. Fra i suoi meriti artistici, di Trilussa viene anche ricordata una sua collaborazione col famoso fantasista Ettore Petrolini (1884-1936), per il quale scrisse alcuni testi brillanti.

Un'altra caratteristica delle opere di Trilussa sono gli animali: in molte delle sue poesie leoni, scimmie, gatti, cani, maiali, topi, ecc. danno vita a divertenti situazioni, mettendo in ridicolo i molti vizi e difetti dell'uomo.

 

Questo discorso vale anche per il testo che segue, che costituisce una libera reinterpretazione della favola di Esopo "Il Leone e il Topo riconoscente"

ER LEONE RICONOSCENTE

Ner deserto dell'Africa, un Leone 
che j'era entrato un ago drento ar piede, 
chiamò un Tenente pe' l'operazzione. 
-- Bravo! -- je disse doppo -- Io t'aringrazzio: 
vedrai che te sarò riconoscente 
d'avemme libberato da 'sto strazzio; 
qual'è er pensiere tuo? d'esse promosso? 
Embè, s'io posso te darò 'na mano...-- 
E in quela notte istessa mantenne la promessa 
più mejo d'un cristiano; 
ritornò dar Tenente e disse: -- Amico, 
la promozzione è certa, e te lo dico 
perché me so' magnato er Capitano.

IL LEONE RICONOSCENTE

Nel deserto africano, un Leone al quale era entrata una spina in un piede, chiamò un Tenente per l'operazione. :<< Bravo! >> gli disse dopo << Io ti ringrazio: vedrai che ti sarò riconoscente per avermi liberato da questo strazio; qual'è il tuo cruccio? di essere promosso? Ebbene, se posso ti darò una mano...>> E quella notte stessa mantenne la promessa meglio di un uomo; tornò dal Tenente e disse:<< Amico, la promozione è certa, e te lo dico perché mi sono mangiato il Capitano.>>