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Lupus et agnus

Traduzione

Il testo seguente è stato tratto da:

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... Seleziona una delle opere o un gruppo di versioni. - Fabulae. Vita ed Opere
di Fedro. La vita Su Fedro si hanno scarse notizie e assai poco sicure; ...
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Su Fedro si hanno scarse notizie e assai poco sicure; incerto è anche il suo nome 
latino, giacché la tradizione manoscritta ci dà il genitivo Phaedri nello Inscriptio 
del I libro, per cui si potrebbero avere i nominativi Phaedrus o Phaeder. Nacque 
sotto il principato di Augusto, intorno al 15 a.C. Negli anni tra il 13 e l’11 a.C. 
avvenne la repressione di una rivolta in Tracia; in quell’occasione parte della 
popolazione fu fatta schiava: proprio allora Fedro potrebbe essere stato condotto a 
Roma, finendo nella famiglia di Augusto. A dire il vero, nel prologo del III libro, 
che contiene notizie autobiografiche, Fedro dice che la madre lo generò << sulle 
balze del monte Pierio >> e quindi in Macedonia; potrebbe però trattarsi di una 
civetteria letteraria, giacché proprio sul quel monte gli antichi favoleggiavano che 
Mnemosine, resa madre da Giove, avesse dato alla luce le Muse. In effetti ai vv. 
52-59 il poeta definisce << molto più prossimo alla coltissima Grecia >> di quanto 
fossero stati il frigio Esopo e lo scita Anacardi, ma non più vicino dei traci Lino e 
Orfeo; l’origine tracia non è dunque da escludere. 


Le opere 


Caratteristiche essenziali delle favole di Fedro sono la chiarezza, la brevitas, la 
fluidità del verso, l’eticità; la morale è espressa nelle favole all’inizio o alla 
fine, ma è pressoché immancabile e caratterizzata da una secca icasticità. Frequente 
è l’uso dell’astratto invece del concreto. La satira è mordace, ma non crudele o 
volgare; Fedro tende all’umorismo più che al sarcasmo. A differenza di Orazio, che 
mediante la favola rappresenta i vizi della società, Fedro non solo prosegue questo 
fine morale, ma si fa portavoce della protesta di anonime schiere di schiavi e delle 
classi sociali più abbandonate, in un momento storico in cui il popolo romano aveva 
perduta la sua antica consistenza politica e la società, nel suo complesso, a 
confronto con i ricchi e con i potenti, diventava più che mai proletaria, cioè 
costituita da nullatenenti che potevano garantire, come unica risorsa, il proprio 
corpo e la propria capacità di generare prole. Nonostante la consapevolezza 
dell\'origine popolare, servile della favola, e nonostante l\'impegno da lui assunto 
di rivolgersi a tutti, facendosi interprete dei sentimenti dei poveri, degli schiavi 
e degli oppressi, Fedro mirava soprattutto ad entrare negli ambienti dei letterati 
aristocratici, che invece lo guardavano con sussiego: Seneca afferma che nessun 
autore latino si è cimentato nel genere esopico, ignorando dunque l’opera fedriana. 
Il popolo, che vive in condizione di totale abbattimento, è illetterato, ignorante e 
Fedro non desiderava l\'applauso, cioè il consenso, del popolo. Bisogna rifuggire dal 
popolo, il quale non conosce e non apprezza, per esempio il valore della libertà, e 
spesso se può, la sacrifica a un ignobile condizione di vita, come il lupo che 
preferisce continuare la sua vita dura, ma in libertà, anziché condividere con il 
cane gli agi di una vita sicura agli ordini di un padrone ed incatenato

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I. Lupus et Agnus

Ad rivum eundem lupus et agnus venerant,
siti compulsi. Superior stabat lupus,
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iurgii causam intulit;
'Cur' inquit 'turbulentam fecisti mihi
aquam bibenti?' Laniger contra timens
'Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor'.
Repulsus ille veritatis viribus
'Ante hos sex menses male' ait 'dixisti mihi'.
Respondit agnus 'Equidem natus non eram'.
'Pater hercle tuus' ille inquit 'male dixit mihi';
atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Haec propter illos scripta est homines fabula
qui fictis causis innocentes opprimunt.

Il lupo e l'agnello.

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, erano venuti allo stesso ruscello; il lupo stava più in su, e l'agnello di molto più in giù. Allora il predone, stimolato dall'avidità disonesta,  trasse fuori un motivo di contesa.
'Perché' disse, ' hai reso l'acqua torbida a me che bevo?' (Gli rispose)  il lanuto intimorito: 'Per favore, in qual modo posso io, o lupo, fare (ciò) di cui ti lamenti? il liquido scorre giù da te ai miei sorsi'.
Il lupo, respinto dalle forze della verità, disse: ' Sei mesi fa hai parlato male di me'
L'agnello rispose: 'In verità non ero (ancora) nato'. 'Tuo padre, per Ercole, disse male di me, allora!' tagliò corto (il lupo).
E così , dopo d'averlo afferrato, sbrana (l'agnello) con ingiusto assassinio. 
Questa favola è scritta per (=contro) quegli uomini che opprimono gli innocenti con pretesti inventati.