di passaggio… buona Pasqua!

Ogni festa nasce come celebrazione di un passaggio. La festa di Pesach (Pasqua) nasce per celebrare il passaggio di Israele tra le acque del Mar Rosso ossia dalla schiavitù alla libertà, o nella sua risignificazione cristiana da quella schiavitù dell’essere e dell’immaginare che è la morte alla libertà da ogni minaccia radicale del senso promettente dell’esistere. La festa di Pesach non è un passaggio, ma la madre di ogni passaggio di vita, alla vita, ad una vita più piena. Buon Pesach allora

a te che passi qui i tuoi giorni,

a te che stai passando la frontiera,

a te che passi da un lungo inverno alla prima primavera,

a te piccoletto che presto muoverai i primi passi,

a te che non ti passa mai, né la scuola né il resto,

a te che passi senza che io me ne accorga,

a te che passo senza che tu te ne accorga,

a te che le offri sempre un passaggio e speri che sia il primo di una lunga serie,

a te che pensi che il passato non debba mai tornare perché ancora oggi lo temi,

a te che resti inchiodato al tuo passato senza poter vivere il presente e aspettare un futuro,

a te che preferisci la passata di pomodoro perché quello intero è ancora da pulire,

a te che vedo fermo ad aspettare di fronte al passaggio a livello,

a te che vedo sfrecciare in treno mentre aspetto al passaggio a livello,

a te che sei passato a miglior vita. Sperando che sia migliore…

a te che passi il tempo sapendo bene il come, meno il perché,

a te che sei di Passatore anzi del Passatore,

a te che ti fidi solo del passaparola,

a te che passi con disinvoltura dal lei al tu e ritorno,

a te che tutto passa…

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