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LA SOLITUDINE E LA PITTURA: 

CASORATI

BIOGRAFIA ANALISI

                          

Il 4 dicembre 1883 Casorati nasce a Novara. Nel 1895 si trasferisce con la famiglia a Padova dove completa gli studi conseguendo la laurea in giurisprudenza ed inizia a dipingere. Nel 1907 espone alla VII Biennale di Venezia l’opera “Ritratto di signora”per la quale ha posato la sorella. Si trasferisce a Napoli (1908) dove rifugge però dal dipingere paesaggi che ritiene troppo “pittoreschi”e continua a praticare il genere del ritratto. Espone all’VIII Biennale di Venezia, al Centenario Argentino (1910), alla prima mostra della Secessione di Roma e nel 1913 inaugura a Ca’ Pesaro (Venezia) la sua prima personale. Nel 1917 dopo il suicidio del padre, accompagna mamma e sorelle da alcuni parenti a Vercelli e si trasferisce a Torino dove risiederà sino alla fine della sua vita in via Mazzini nella casa-studio. Nell’aprile del 1922 è tra i firmatari di un appello indirizzato ai giovani intellettuali pubblicato sul giornale “La rivoluzione intellettuale” diretto da Gobetti. Lavora al progetto per il teatro privato di casa Gualino che viene inaugurato il 27 aprile del 1925. E’ sculture, architetto, arredatore, musicista e organizzatore culturale. Si susseguono esposizioni personali e collettive e riconoscimenti: nel 1928 è tra i membri della giuria alla Biennale di Venezia, nel 1938 lo Stato francese gli conferisce il diploma di Grand Prix, nel 1952 è nominato direttore dell’Accademia Albertina di Torino, nel 1954 ne diviene presidente e nel 1955 è nominato Grand’Ufficiale della Repubblica italiana. Muore il 1 marzo 1963.

                                                                                                                                                

La colazione

Nei suoi dipinti le figure femminili sono una presenza costante, quasi ossessiva che va oltre al normale interesse dei pittori per questo tema. Il sentimento di solitudine e di vuoto ha per lui un’identità femminile anche negli oggetti come scodelle e uova. Già a partire dalle opere giovanili Casorati dà corpo alla sua inquietudine e al suo sentimento di solitudine. Questo risulta evidente nella desolata atmosfera dell’opera “La colazione”: sono presenti cinque figure isolate che danno vita a una risucchiante struttura a spirale; sono figure isolate in se stesse e non costituiscono un gruppo. Vivono la propria solitudine, diretta espressione di una solitudine interiore, in stretta connessione con i recipienti e le scodelle vuote. I colori freddi, lo sguardo vuoto della figura frontale, la nitida essenzialità degli oggetti con le loro bianche cavità sono metafora di una solitudine esistenziale che attanaglia.