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Premio Oscar per la
migliore sceneggiatura nel 2003 è un film sui rapporti
umani e sulla solitudine nell'era della comunicazione.
Titolo:
Parla con lei (Hable con ella)
Regia:
Pedro Almodóvar
Sceneggiatura:
Pedro Almodóvar
Fotografia:
Javier Aguirresarobe
Interpreti:
Rosario Flores, Leonor Watling, Javier Cámara, Darío
Grandinetti, Caetano Veloso, Pina Bausch, Geraldine Chaplin,
Cecilia Roth, Marisa Paredes, Paz Vega, Mariola Fuentes,
Roberto Álvarez, Adolfo Fernández, Fele Martínez, Elena
Anaya, Lola Dueñas, Ana Fernández, Chus Lampreave, Loles
León, Helio Pedregal, José Sancho, Beatriz Santiago
Nazionalità:
Spagna, 2001
Durata: 2h.
07'
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"Parla
con Lei" nel tumulto generale di sentimenti, gioia,
tristezza, disperazione e stupore, alla fine ci lascia un
messaggio positivo.
Una storia, anzi più storie che si intrecciano e si
sovrappongono diventando alla fine un unico affresco. Marco
(Dario Grandinetti) e Benigno (Javier Camara) si incontrano la
prima volta, casualmente, a teatro, sono semplicemente seduti
uno vicino all'altro, ma il destino ha in serbo per loro
qualcosa di più: una immensa amicizia nata da una tragedia. Alicia (Leonor Watling) è una è
ballerina, mentre la cantante Rosario Flores si cala, nel
film, nei panni di una torera.Benigno è un infermiere
professionale, un giovane fin troppo semplice, quasi debole di
mente, che accudisce con fiduciosa passione il giovane corpo
di Alicia, in coma da quattro anni; Marco è autore di guide
di viaggi, innamorato di Lydia, che finisce nella stessa
clinica di Alicia e Benigno. Marco non riesce a reggere il
confronto con la non-morte del coma, non riesce a seguire il
consiglio che il giovane infermiere gli dà: "Parla con
lei - lei può sentire le tue parole, ti ascolterà anche se
apparentemente non sembra - il tuo amore giungerà a lei
attraverso le cure amorevoli che stai tributando alle sue
membra immobili".
La situazione in comune, le lunghe giornate passate al
capezzale delle due donne, crea un forte legame tra Marco e
Benigno che inizieranno a condividere molto di più del tempo
passato nella clinica.
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Questo film
non si limita ad esaminare il mondo uomo-donna e nemmeno
ad indagare sull'universo femminile infatti questa volta sono
gli uomini ad essere messi sotto la lente da cui emerge
una forte incomunicabilità
e una grande capacità di
risolvere una situazione da ritenere quasi insostenibile.
non a caso
Marco più volte si definisce "uomo solo". Un
film sulle possibilità terapeutiche della conversazione, non
tanto per chi sta in un letto, ma per chi gli sta accanto che
può usarle come valvola di sfogo, come forma di autoanalisi.
Anche la follia maniacale di Benigno e le sue azioni,
sicuramente condannabili, nel contesto del regista spagnolo
diventano quasi giustificabili.
Al di la dell'incredibile bravura dei protagonisti
(dato che
non è così facile interpretare un malato in coma), lo stesso
Almodovar ci ribadisce il suo genio non solo come autore, ma
anche come regista, utilizzando un montaggio con dei
flashback, a lui poco consono, ed inserendo un breve
cortometraggio muto come metafora degli eventi che si stanno
concretizzando e come passaggio narrativo dal primo blocco,
introduttivo, al secondo, risolutivo.
Il film racconta la solitudine nei rapporti
umani, in un'epoca
in cui solo la televisione sembra rendere vere le storie.
Benigno (il nome è un omaggio a Roberto Benigni) e Marco
diventano amici riscoprendo il dialogo.
Nel cast, con piccole ma rare interpretazioni, anche Geraldine
Chaplin , Caetano Veloso (mentre canta "Cucurrucucu
Paloma") e la coreografa Pina Bausch.
"Parla con lei" è un film in cui si alternano
innumerevoli ambienti interni con alcuni esterni: le quattro mura delle camere di
ospedale di Lydia ed Alicia, della casa claustrofobica di
Benigno, del carcere, della palestra di danza; lo spazio
tridimensionale aperto del teatro in cui si esibisce Pina
Bausch; la veranda-palcoscenico sotto la quale canta Caetano
Veloso; il film muto (finzione nella finzione) che scorre
sotto l'accorata narrazione del giovane infermiere.
Tutti
questi set rimandano ci conducono all'interno del cuore e
della mente umana,ma soprattutto all'analisi dei nostri
sentimenti più profondi,delle nostre paure e angosce che ogni
giorno ci perseguitano. ."Parla con lei" entra in
punta di piedi nel nostro cuore, si fa lentamente e
dolorosamente spazio nelle nostre coscienze, portandoci a
confronto con qualcosa che forse è peggio della morte, con la
vita priva di vita del coma, con la morte eterna che non si
può piangere e seppellire, con un dolore che potrebbe non
avere mai fine. Ma da questa morte,da questo mondo così terribile,come un fiore che sboccia,può nascere una nuova
vita,un futuro che se riconosciuto in tempo potrebbe cambiare
le vite dei protagonosti.
Anche dal
punto di vista strettamente tecnico Almodóvar non ci delude:
le riprese sono veramente affascinanti, in particolare risulta
efficace e potente dal punto di vista emotivo la scelta delle
inquadrature dall'alto dei corpi immobili delle giovani donne,
o di Lydia che si prepara ad affrontare il toro; trasmettono
la sensazione continua di un destino che sta sopra di noi,
quasi che non potessimo autonomamente scegliere la nostra via.
Bellissime anche le inquadrature di visi sovrapposti, i
primissimi piani dei volti e dei corpi, la scelta dei colori e
degli intrecci geometrici dei tessuti e dei particolari
dell'arredamento.
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A 9 anni
Almodovar emigrò in Estremadura: qui studiò presso i frati
Francescani e Salesiani che nel corso della sua vita definirà
negativa questa esperienza.. A 16 anni si trasferì a Madrid per studiare
alla scuola nazionale di cinema. Lavorò per due anni nella Compagnia Telefonica
Nazionale Spagnola, iniziando ad interessarsi al cinema e al
teatro d'avanguardia come membro del gruppo teatrale Los
Goliardos. I suoi primi cortometraggi risalgono al 1972;
successivamente divenne uno dei protagonisti della movida
madrilena.Nel 1985 fondò con il fratello Agustín la società
di produzione El Deseo, con cui produsse i suoi primi film e
incoraggiò l'opera di altri registi spagnoli; allo stesso
tempo fondò con l'amico McNamara un gruppo musicale.Nel 1989
vinse il Nastro d'Argento ed il David di Donatello come
miglior regista; nel 1999 ottenne la Palma d'Oro al Festival
di Cannes, sempre come miglior regista. Nel 2000 vinse l'Oscar
per la miglior pellicola straniera con "Tutto su mia madre" e
nel 2003 ottenne un altro Oscar per la
miglior sceneggiatura originale.
Nel 2003 protestò contro l'Academia de las Artes y las
Ciencias Cinematograficas, che non aveva appoggiato la
nomination di Parla con lei al premio Oscar.Nel 2004 abbandonò
l'Academia per diventare uno degli autori cinematografici più
attivi del gruppo del No a la guerra; dopo gli attentati di
Madrid dell'11 marzo 2004 ha affermato che "il PP
(Partito Popolare spagnolo) era sul punto di provocare un
colpo di stato" nei giorni seguenti gli attentati.Senza
rinunciare alla rappresentazione marginale della realtà,
caratteristica delle sue pellicole d'esordio, Almodóvar
sviluppa oggi trame basate sulle passioni e i sentimenti,
sempre più sofisticate e "colorate". Con
un'abbondanza di elementi scandalistici e provocatori,
mostrando una chiara ideologia progressista. Temi tipici del
regista sono i rapporti fra donne, l'ambiguità sessuale,
l'amore e la passione omosessuale (spesso con tocco ironico,
ed autoironico), la critica alla religione.
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