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Alieni al cinema


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Buoni come noi, cattivi come noi

Se teniamo conto del fatto che, nell'immaginario collettivo, dal cielo possono provenire la salvezza ma anche l'Apocalisse, non sarà difficile capire come mai la figura dell'alieno è stata interpretata dalla fantascienza cinematografica e letteraria in due modi così diversi. E' inoltre importante aggiungere che la figura dell'alieno si inserisce generalmente in un contesto di incontro - scontro fra diverse civiltà, rappresentando per traslato una pluralità di situazioni storiche e sociali che l'umanità ha dovuto affrontare e dalle quali sono nati spesso dei conflitti. 
Un altro fattore importante che ha condizionato l'interpretazione della figura dell'alieno è il rapporto con la tecnologia, vista talvolta come fonte di salvezza e talvolta come fonte di distruzione per l'umanità; anzi, la salvezza e l'Apocalisse di cui si parlava sopra sono presentate come  conseguenza diretta positiva, o più spesso negativa, della tecnologia superiore di cui gli extraterrestri sono portatori. L'uso della tecnologia in senso buono o cattivo dipende dalla volontà: gli alieni, come conquistadores scesi da navi spaziali, potrebbero distruggerci come ha fatto Cortèz con gli Aztechi oppure salvarci, in una moderna prospettiva messianica. 
Numericamente il secondo caso è molto più frequente del primo e gli alieni cattivi prevalgono nettamente su quelli buoni: si tratti di eserciti invasori o subdole avanguardie di un nemico nascosto, feroci animali da preda o virus mortali, meteore o asteroidi, ciò che viene dallo spazio costituisce quasi sempre una minaccia per l'umanità. Questa è la ragione per cui il genere fantascientifico è spesso ibridato con l'horror, si pensi ad esempio alla saga di Alien oppure, più indietro nel tempo, alla Cosa da un altro mondo, ma nei film migliori la componente della paura risulta sempre meno importante dello stupore di fronte all'inimmaginabile. E' comunque vero che questi alieni, alla fine, si comportano come  noi e spesso incarnano la nostra metà oscura della quale, a ragione, dobbiamo diffidare.


Gli anni '50

In pieno clima di guerra fredda, la cinematografia di fantascienza dà voce all'incubo di un nuovo conflitto, in grado, questa volta, di distruggere o ridurre in schiavitù l'umanità. A determinare questo clima contano dunque sia il ricordo recentissimo della Seconda Guerra Mondiale e delle mire espansionistiche del Terzo Reich, sia la paura del confronto con l'Unione Sovietica, nuovo nemico ideologico capace di innovazioni tecnologiche e militari in grado di stare alla pari con quelle occidentali. 
Sono stati infatti i sovietici a dare il via alla corsa allo spazio, aprendo la strada all'ipotesi che, all'ascesa al cielo dell'uomo possa contrapporsi la discesa in Terra di inquietanti visitatori. La cinematografia americana degli anni '50 è dominata dalle invasioni, basti pensare a film come La guerra dei mondi (1953) o L'invasione degli ultracorpi (1956) di Siegel. Nel primo la catastrofe è scongiurata dal fatto che gli invasori marziani muoiono uccisi da virus terrestri; nel secondo invece si prefigura un subdolo attacco da parte di esseri in grado di impadronirsi dei corpi umani durante il sonno dei legittimi possessori. Una società dunque soggetta all'altrui aggressività, che si manifesta in un attacco militare spietato o in un'espropriazione occulta della personalità, ancora più temibile perché nessuno di noi potrebbe negare con sicurezza che non sia già in atto. In questo filone si inserisce anche La meteora infernale; nessun alieno cattivo, in questo caso, ma un virus letale venuto dallo spazio. Molti saranno i film degli anni '50 a puntare su queste suggestioni, fino a cadere nel risaputo: extraterresri che si sostituiscono agli esseri umani, vampiri spaziali, pianeti proibiti e orribili mostri finiscono per diventare ordinaria amministrazione. Non sarà invece banale, almeno nei suoi primi anni, la rivisitazione di questi temi da parte degli autori della saga televisiva degli X-files, addizionata di un elemento che il clima politico di allora non avrebbe permesso: la cospirazione governativa e i diritti violati dei cittadini. I cattivi, cioè, non sono solo gli altri, il male si nasconde anche nelle istituzioni che dovrebbero tutelarci.
Alla fine degli anni '50 si colloca anche una trasposizione cinematografica non molto brillante del romanzo di Verne Dalla Terra alla Luna, ad opera di Haskin, regista della Guerra dei Mondi, che ha modificato la trama del romanzo anche nel finale. Estranei a questa visione sono invece Cittadino dello spazio di Newman e L'ultima spiaggia di . Il primo, non molto riuscito ma dalla trama singolare, è la storia di una civiltà aliena che muore perché i terrestri non hanno risposto alle sue richieste di aiuto; il secondo merita di essere citato perché anticipa l'incubo del conflitto nucleare e descrive la fine degli ultimi esseri umani sopravvissuti alla catastrofe. L'estinzione provocata dall'indifferenza o dalla malvagità è il filo conduttore di questi film, che si svilupperà meglio negli anni successivi.

Gli anni '60

Sono gli anni della vera odissea nello spazio che condurrà l'uomo sulla Luna, evento che ha ispirato il più noto film di questo decennio. Merita intanto un cenno il film impegnato del regista francese Truffaut, Fahrenheit 451, anche se è estraneo al tema in oggetto. Si tratta di una significativa trasposizione dell'omonimo romanzo di Ray Bradbury che descrive una società in cui le coscienze sono distorte e dominate dai mass-media. Un messaggio socialmente impegnativo proviene anche dal Pianeta delle scimmie, di Shaffner, 1967: un viaggio lontano nello spazio condurrà i protagonisti su di un pianeta in cui le scimmie hanno assoggettato l'umanità, per poi scoprire che, in realtà, gli esseri umani si sono resi responsabili della distruzione della Terra. Questa fantascienza ci mette in guardia dai pericoli della tecnologia non dominata dalla ragione e dal rispetto per la vita: come un apprendista stregone maldestro, l'uomo si fa del male con i giocattoli che ha inventato. Il tema dell'autodistruzione, che nasce dal crescere della paura per l'olocausto atomico, proseguirà anche negli anni '70, ad esempio in 2002 la Seconda Odissea (Silent running, 1971). Degni di nota risultano i film Doppia immagine nello spazio, di Parrish e Andromeda, di Wise (1971). Il primo realizza in modo discutibile un'idea originale: l'esistenza di un pianeta speculare alla Terra, il secondo riprende il tema del virus che proviene dallo spazio, introdotto nell'atmosfera da un satellite artificiale, reso infine innocuo da una mutazione casuale. 
Veniamo ora al film più famoso degli anni '60: 2001 Odissea nello spazio di Kubrik, ispirato al racconto di Arthur Clarke "La sentinella". Si tratta del primo film di fantascienza in cui vengono utilizzati gli effetti speciali, che ricrea la suggestione dello spazio così come lo mostreranno le riprese televisive dello sbarco sulla luna. Nel film compare un monolito nero, che sembra scandire le tappe dell'evoluzione dell'umanità e di quella personale del protagonista, il quale finirà per ritrovare se stesso da bambino su Giove, come una sorta di mito di rinascita. In questo film non sono presenti gli alieni, al massimo la loro presenza è suggerita dal fatto che questo monolito sembra essere stato inviato sulla Terra per far progredire l'intelligenza umana (non la moralità). E' invece importante sottolineare che compare, per la prima volta, il conflitto tra l'uomo e l'intelligenza artificiale, l'elaboratore (antenato degli attuali computers) Hal 9000, che ad un certo punto decide di uccidere l'equipaggio dell'astronave.
L'intelligenza artificiale, intesa prima come quella dell'androide, poi come quella della rete informatica, ramificata, onnipresente e inafferrabile, sono un modo particolare di intendere l'"alienità" al quale si accennerà brevemente, ma ancora una volta ci troviamo di fronte ad una minaccia tecnologica per l'umanità, della quale verranno date una pluralità di interpretazioni. 

Gli anni '70

Se gli anni 70 si sono aperti con la paura del virus spaziale, proseguono dando voce alla paura della distruzione finale e di un mondo dominato dalla violenza, ma le pellicole che hanno fatto epoca hanno proposto altri argomenti: Solaris ( Tarkovski, 1972), Guerre stellari (Lucas, 1977), Incontri ravvicinati del terzo tipo (Spielberg, 1977) e Alien (Scott, 1979) film che appartengono allo stesso genere ma ne esprimono concezioni completamente diverse. Il primo, interpretato erroneamente come la risposta sovietica al film di Kubrik, riprende l'idea del pianeta animato, capace di leggere nel pensiero, che conosce i ricordi del visitatore e li richiama in vita, come era già accaduto in __________.
Il protagonista avrà a che fare con l'immagine della moglie morta suicida, con la quale non riuscirà a ricostruire un rapporto: la vita non ci concede una seconda occasione, nemmeno a molti anni luce dalla Terra. Del 1975 è L'uomo che cadde sulla Terra, con David Bowie, la storia di un extraterrestre che non riuscirà ad uscire dalla sua situazione di alienità, di emarginazione, nemmeno utilizzando le sue straordinarie conoscenze scientifiche. Il sapere non garantisce l'inserimento in una società cinica e materialista; rovinato dagli esperimenti praticati su di lui, l'extraterrestre si troverà ridotto alla solitudine e alla pazzia. Abbandona invece ogni pretesa di critica sociale Guerre Stellari, film che ha reso famoso (e ricco) un regista come Lucas, anche grazie alla presenza nel cast del giovane Harrison Ford e alla presenza di riusciti effetti speciali. In questo film i cattivi sono cattivi e i buoni sono buoni, la trama è facile da seguire e l'universo è dominato da una misteriosa forza che solo pochi iniziati, i cavalieri Jedi, sanno utilizzare; alla fine il bene vincerà, anche se solo provvisoriamente. E' singolare il fatto che in questo film il concetto di alienità viene completamente cancellato: molte diverse (e curiose) forme di intelligenza convivono su un piano di parità. Gli alieni sono diventati buoni? Secondo Spielberg si direbbe di sì: per lui l'incontro con una misteriosa civiltà extraterrestre è per l'umanità un momento di redenzione, che una congiura governativa vorrebbe tenere segreto. Il tema della congiura governativa nasce dunque con Incontri ravvicinati del Terzo Tipo e farà molta strada, anche nella mitologia degli X-files; gli effetti speciali iniziano inoltre ad assumere un ruolo molto importante nella vicenda, così come era accaduto in Guerre Stellari. Dissente profondamente da Spielberg un regista come Ridley Scott, che ha descritto in Alien il mostro più terribile che la fantascienza ricordi, animato dallo svizzero Giger: un mostruoso insetto quasi indistruttibile, animato da una fame insaziabile e da un primordiale istinto di sopravvivenza alle spese di chiunque passi nei paraggi. Misto di fantascienza e di horror, il film riprende le atmosfere claustrofobiche della Cosa da una altro mondo, ma questa volta le vittime sono intrappolate in un'astronave e non in una base polare. In entrambi i casi, l'atmosfera di paura è creata dalla presenza di uno spazio esterno sconfinato ma irraggiungibile e dalla necessità di fronteggiare la presenza di un mostro in un ambiente artificiale incapace di offrire vera protezione. Incomincia così la saga di Ellen Ripley, eroina guerriera ispirata a Giovanna d'Arco e destinata a morire nel fuoco, protagonista di ben tre sequels.
Altrettanto mostruosi sono gli alieni di Kaufman, autore di un remake dell'Invasione degli Ultracorpi (Terrore dallo spazio profondo, 1978). questa volta il finale è pessimistico: la specie mortale dilagherà in tutto il pianeta e sarà la fine per l'umanità. Il film ha avuto un discreto giudizio da parte della critica, anche se c'è accordo nel dire che il primo era migliore.