Aspetto Scientifico
Il
Il felino
La costellazione
Carnivoro (Panthera
leo o Felis leo) della famiglia dei Felidi, il
leone è lungo in media 2,50 m, pesante circa 200 Kg, ha corpo
robusto ma agile. Il maschio ha la testa ricca di una folta
criniera, coda lunga e munita all'estremità di
un ciuffo di crini, zampe con forti artigli, pelo fulvo. Ha
abitudini notturne e caccia le prede (solitamente grossi
mammiferi) verso il tramonto. Attualmente
è limitato al sud del Sahara
dove vive in piccole boscaglie e ad alcune regioni
dell'India. Per la sua forza e le abitudini predatorie
il leone è stato considerato per molti secoli il re degli
animali. Il mito dei poteri sovrannaturali del leone
sopravvive ancora oggi: alcuni popoli del mondo credono che
consumando o indossando parti del corpo di un leone, si possa
in breve tempo riavere la forza perduta, curare le malattie e
addirittura ottenere l’immortalità. Un tempo i leoni erano
molto più diffusi di oggi
IL
LEONE
... minacciato; leone del
Kalahari (Panthera leo bleyemberghi), Africa centrale,
protetto. ...
rappresentavano la punta della coda del leone, l'unico felino
ad avere ...
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Bella
costellazione zodiacale, di 947 gradi quadrati, facilmente
riconoscibile dalla disposizione di alcune stelle che
rammentano la figura di un leone.
Regolo,
la stella alfa di prima grandezza, con la beta,
Denebola, la gamma, Algeiba e la delta, Zosma,
formano il corpo, mentre la zeta, la mu e la epsilon
delineano la testa; una zampa posteriore si stende verso il
basso.
Anticamente
il Leone era più esteso; la testa si prolungava dentro la
costellazione del Cancro, mentre il gruppo di stelle
nell'angolo di nord-ovest della Chioma di Berenice
rappresentava il ciuffo all'estremità della coda.
Si
dovrebbe pensare che il Leone esistesse ancora prima della
divisione dell'eclittica nei segni zodiacali. Pure
interessante è l'origine del nome di qualche stella; è
strano, ma la alfa, la più luminosa, sembra avesse
presso molti popoli diversi qualcosa a che fare con un re.
Nell'antica
Babilonia era il re; Plinio la chiama regale; si
arriva a Ticone, che la chiama Basiliscos ed infine a
Copernico che la chiama latinamente Regulus, cioè il Reuccio
(Attilio Regolo, dunque non c'entra).
Si
trova circa mezzo grado a nord dell'eclinica e sembra che
questa combinazione servisse ai Caldei ed ai Babilonesi per la
determinazione del tempo.
Ricordiamo
che dalle loro misure della posizione di questa stella, come
pure da quelle di Aristillo e Timocari, il grande Ipparco
scoprì il fenomeno della precessione degli equinozi
nel 130 a.C.
Aggiungiamo
ancora che Regolo è una stella tripla perchè per compagna ha
una stella doppia: la primaria è di magnitudine 7,9 ma la
secondaria è molto debole e di difficile reperimento.
L'origine
del nome della beta, Denebola, sta nel significato di coda
del Leone, dall'arabo Al Dhanab al Arad.
Ma a
proposito di stelle doppie, la più bella è certamente la gamma,
di nome Algeiba, forse da al Giabbah, la criniera: e
composta da due stelle giganti giallo - arancione, di
magnitudini 2,61 e 3,80. Il moto orbitale è molto lento (il
periodo è sui 700 anni); attualmente, la separazione di
4",5 permette una buona osservazione.
Un'altra
notevole coppia è la 54 Leo, posta a nord, sul bordo
della costellazione del Leone Minore; la differenza di quasi
due magnitudini tra le componenti, bianche, è compensata da
una separazione di 6",5.
La 39
Leo, circa mezzo grado a sud di zeta Leo, è una
doppia interessante perché la compagna, purtroppo debole
(magnitudine 11,4), è una stella rossa, in contrasto con la
primaria bianca.
Da
non trascurare infine la 83 Leo (a nord - ovest della tau)
è la tau Leo medesima, stelle molto facili date le
separazioni enormi delle loro componenti, rispettivamente di
29" e 91".
Tra
le stelle variabili, da non perdere assolutamente la R Leo,
a circa 5° ad ovest di Regolo; forma un triangolo con due
stelle di nona magnitudine situate ad ovest di essa.
E'
una delle più brillanti variabili a lungo periodo ed una
delle prime (la quarta) ad essere stata scoperta, nel 1782, da
Koch a Danzica. Questa gigante rossa oscilla tra la quarta
grandezza e l'undicesima in 310 giorni.
Meno
appariscente è la 56 Leo, che ha pure la sigla VY Leo;
e una variabile irregolare con ampiezza di circa quattro
decimi di magnitudine intorno alla sesta.
Infine,
passiamo agli oggetti non stellari, anzi, essenzialmente alle
galassie; ce ne sono quasi una settantina fino alla
magnitudine tredici, dato che la costellazione e adiacente a
quelle della Chioma di Berenice e della Vergine. Qui
descriveremo soltanto alcune tra le più luminose.
NGC
2903 è la
galassia spirale più luminosa di tutte e piuttosto estesa.
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