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Traduzione

[1,1] Nemo usque eo tardus et hebes et demissus in terram est ut ad diuina non erigatur ac tota mente consurgat, utique ubi nouum aliquod e caelo miraculum fulsit. Nam quamdiu solita decurrunt, magnitudinem rerum consuetudo subducit: ita enim compositi sumus ut nos cotidiana, etiamsi admiratione digna sunt, transeant, contra minimarum quoque rerum, si insolitae prodierunt, spectaculum dulce fiat. 

[1,2] Hic itaque coetus astrorum, quibus immensi corporis pulchritudo distinguitur, populum non conuocat: at cum aliquid ex more mutatum est, omnium uultus in caelo est. Sol spectatorem, nisi deficit, non habet; nemo obseruat lunam nisi laborantem: tunc urbes conclamant, tunc pro se quisque superstitione uana strepit. 


[1,1] Nemo = indef. negativo nessuno
Usque eo……..ut + cong. = frase consecutiva negativa così come sotto “ita enim compositi…….ut”
Ubi = quando frase temporale
Hic, haec, hoc = pron dimostrativo, questo
[1,2] Quibus = complemento di mezzo: lett. Con i quali è adornata
aliquid (aliquis, aliquid) = pronome indefinito neutro, qualcosa
Immensi corporis = dell’immenso universo
Laborantem = participio presente di laboro,as,avi,atum,are = lett. Soffrire
Quisque = ciascuno


Verbi:
composti di eo 
transeo, is, ivi, itum, ire = intr. Passare, passare oltre; tr. lasciarlll perdere, trascurare
prodeo, is, ii, itum, ire = avanzare, venire avanti, presentarsi


erigo, is, erexi, erectum, erigere, tr, 3= innalzare, sollevare
consurgo, is , consurrexi, consurrectum, consurgere 3, intr = sorgere, elevarsi, mettersi in piedi. 

Commento stilistico
Da notare, dal punto di vista stilistico, il climax tardus…hebes…demissus in terram al quale corrisponde, per opposizione, erigatur…tota mente consurgat. I due climax sottolineano l’effetto positivo dell’osservazione della natura che “rimette in piedi” chi è prostrato moralmente e lo eleva da uno stato animalesco (tardus, hebes, demissus in terram) a quello di una creatura raziocinante e capace di valori morali superiori (erigatur c tota mente consurgat). Si tratta cioè di passare alla stazione eretta non solo fisicamente ma soprattutto moralmente.