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Fedro

Originario della Tracia, fu schiavo e poi liberto di Augusto. Sotto Tiberio diede modo a Seiano, potente prefetto al pretorio, di sospettare che alcune sue favole alludessero a lui e venne condannato ad una pena imprecisata. Dopo questo episodio visse in povertà, testimoniando con la sua vita l'amara morale dei suoi racconti, secondo i quali i forti prevaricano sui più deboli e l'ingiustizia è sovrana. Le sue favole, ispirate a quelle di Esopo, consistono in brevi storie di animali a carattere allegorico, i cui protagonisti rappresentano caratteristiche umane (il leone rappresenta la violenza).

Il comportamento degli animali è spesso preso a pretesto per descrivere quello umano; rispetto al contenuto dei Bestiari medievali manca logicamente il rimando al soprannaturale. Le favole di Fedro sono inoltre brevi racconti, mentre i bestiari descrivono il comportamento naturale (spesso presunto) degli animali che quindi non assumono atteggiamenti umani.

 Il leone, la vacca, la capretta e la pecora

Numquam est fidelis cum potente societas:
testatur haec fabella propositum meum.
Vacca et capella et patiens ovis iniuriae
Socii fuere cum leone in saltibus.
Hi cum cepissent cervum vasti corporis,
sic est locutus partibus factis leo:
"Ego primam tollo, nominor quia leo;
secundam, quia sum socius, tribuetis mihi;
tum, quia plus valeo, me sequetur tertia;
malo adficietur, siquis quartam tetigerit".
Sic totam praedam sola improbitas abstulit.
Non è mai sicura l'alleanza con un potente:
questa favoletta prova la mia affermazione.
Una vacca, una capretta e una pecora che tollera l'offesa
fecero un'alleanza con un leone nei boschi.
Avendo catturato un cervo di grandi dimensioni,
una volta fatte le parti così parlò il leone:
"Io prendo la prime perchè sono chiamato leone;
la seconda, perchè sono un alleato, la darete a me;
inoltre, perchè valgo di più, mi seguirà la terza;
se poi qualcuno avrà toccato la quarta, mal gliene incoglierà."
Così il predone portò via da solo tutta la preda.