La leggenda di Vinadio

Viveva, un sacco d’ anni fa, a un tiro di balestra da Moiola, minuscolo paese della Valle Stura, un montanaro. Per campare faceva il boscaiolo e, siccome era un due metri d’uomo forte e lavoratore come pochi, tirava avanti bene. E meglio ancora se la sarebbe passata se non avesse tanto amato il vino. Era il suo debole ed era così forte che lo portava ogni sera all’osteria da cui usciva, due pintoni più tardi, farfugliando un mucchio di cose senza senso. Il mattino seguente si vergognava come un ladro e, rinsavito, giurava e spergiurava che non avrebbe mai più assaggiato un goccio di vino, ma eccolo la sera stessa di nuovo nella bettola in compagnia dei soliti pintoni. Finalmente dopo una sbronza che l’aveva intronato per due giorni decise di piantarla lì con le osterie e, salutati i compagni, prese a salire la valle. Tanto camminò che si lasciò dietro con le taverne anche l’ultimo casolare. Allora si fermò lungo il fiume e, dando per sempre l’addio al vino, costruì la sua casa. Questa fu la prima di un nuovo paese: Vinadio che, secondo la leggenda, trae il suo nome proprio a quell’ addio.

Marta Costa