La forza del dialogo, il peso delle parole

Marshall B. Rosenberg e la Comunicazione Non Violenta, occasione di confronta e crescita nello stile comunicativo e nell'uso corretto del linguaggio.

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È possibile gestire un conflitto senza imporre la propria opinione? È possibile comunicare con qualcuno senza giudicarlo, valutare ciò che dice e pensa sulla base di quello che si ritiene giusto o sbagliato?
Secondo Marshall B. Rosenberg, ideatore della Comunicazione Non Violenta, esiste una comunicazione che permette di connettersi tra parti in conflitto sulla base della condivisione dei propri vissuti, delle emozioni e dei bisogni .
È quello che è successo nella biblioteca del liceo, in seguito agli episodi raccontati nelle pagine dei giornali locali circa lo striscione affisso alla succursale del liceo classico con la scritta “stop al genocidio”.
L’incontro, facilitato da alcuni docenti, prevedeva la condivisione delle emozioni dei partecipanti rispetto l’accaduto attraverso un primo giro di parola in cerchio. Il secondo passaggio è stato quello della condivisione del bisogno, che secondo Rosenberg è l’impulso vitale che accomuna universalmente tutti gli esseri umani, che in questo caso non è stato soddisfatto.
Non è mancato qualche scambio di opinioni al di fuori del processo proposto, soprattutto quando si è toccato il termine “genocidio”, le possibili interpretazioni, i contesti e i modi in cui può essere inteso. Interessante la riflessione della professoressa Signetti su come le parole nel tempo, cambiando il loro ambito di utilizzo, subiscono un processo di trasformazione.
È stato positivo creare uno spazio di condivisione e confronto per gestire, non risolvere, il conflitto avvenuto tra gli studenti della succursale del triennio del classico e il professor Bogo, che ha partecipato attivamente all’incontro scusandosi con i ragazzi e le ragazze per le modalità del suo intervento di mercoledì e condividendo il suo bisogno di protezione degli studenti rispetto le possibili interpretazioni del termine in oggetto. La maggior parte degli studenti ha condiviso il bisogno di ascolto, dialogo e rispetto.
Dai partecipanti presenti è nata l’idea di organizzare in futuro altri luoghi e spazi di incontro tra studenti e docenti su temi di attualità, conservando lo spirito di non giudizio e ascolto attivo sperimentati durante l’incontro.
Chissà: forse un laboratorio permanente di comunicazione nonviolenta?

Grazie al prof. Francesco Gaddi per aver guidato il confronto.

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