L'uomo e le stelle

 

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L'imbrunire

Cielo e Terra dicono qualcosa
l'uno all'altra nella dolce sera.
Una stella nell'aria di rosa
un lumino nell'oscurità.

I Terreni parlano ai Celesti
quando, o Terra, ridiventi nera;
quando sembra che l'ora s'arresti,
nell'attesa di ciò che sarà.

Tre pianeti su l'azzurro gorgo,
tre finestre lungo il fiume oscuro;
sette case nel tacito borgo,
sette Pleiadi un poco più su.

Case nere: bianche gallinelle!
Case sparse: Sirio, Algol, Arturo!
Una stella od un gruppo di stelle
per ogni uomo o per ogni tribù.

Quelle case sono ognuna un mondo
con la fiamma dentro, che traspare:
e c'è dentro un tumulto giocondo
che non s'ode a due passi di là.

E tra i mondi, come un grigio velo,
erra il fumo d'ogni focolare.
La Via Lattea s'esala nel cielo,
per la tremola serenità.

 

Schema metrico

La poesia è composto da sei quartine di decasillabi a rima alternata . Tutti i quarti versi, gli ultimi della strofa, sono tronchi, ciò conferisce alla poesia un ritmo musicale che la fa assomigliare ad una filastrocca.

Figure retoriche

Oh Terra = personificazione
"Il Cielo e la Terra dicono qualcosa" = personificazione
"Case nere…bianche gallinelle" = chiasmo
"Quelle case sono ognuna un mondo" = metafora
Tre…tre; Sette… sette; dentro…dentro; case…case = anafora
"Come un grigio velo" = similitudine 
"Tremola serenità" = sinestesia 
Nella prima strofa è presente l'allitterazione di l, nella seconda di r

Parole difficili

  • "Bianche gallinelle" sono le Pleiadi in gergo popolare.
  • "Azzurro gorgo" significa azzurro cielo.

Denotazione e connotazione

Nella poesia prevale la connotazione poiché il poeta cerca di rappresentare il legame implicito che esiste tra terra e cielo e non di descrivere l'uno e l'altro.

Commento

E' la situazione propria dei lunghi crepuscoli estivi, in cui s'attende la notte con il suo mistero: la Terra quasi scompare (lumino nell'oscurità), mentre s'illumina il cielo (una stella nell'aria di rosa) e Cielo e Terra iniziano a colloquiare e questa situazione è rappresentata con semplicità, quasi con l'ingenuità stupita di un fanciullo. Nella parte centrale del testo la corrispondenza Cielo-Terra continua (tre pianeti-tre finestre; sette stelle-sette case): al gruppo delle case (nere) del borgo corrisponde un gruppo di stelle (bianche) che costituiscono la costellazione delle Pleiadi o più popolarmente Chioccetta o delle Gallinelle; ad ogni casa sparsa corrisponde una sua stella, solo per lei: Sirio (costellazione del Cane), Algol (costellazione di Perseo), Arturo (costellazione di Boote). 
Questa corrispondenza fa progressivamente venire meno la distinzione tra Terra e Cielo; l'infinità della notte diventa una sorta di paese celeste, nel quale si svolgono vicende di vita domestica come quella che si svolge all'interno delle case, felice e serena perché protetta dalle minacce del mondo esterno. Il poeta suggerisce dunque la possibilità di un'analoga forma di vita, tranquilla e rassicurante, nell'immensità del cielo notturno, mediante l'immagine del fumo dei focolari che sembra confondersi con la Via Lattea, la quale unisce con un velo di luce i punti luminosi delle stelle.