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 L'angoscia nella letteratura

Franz Kafka, la voce dell'angoscia

Franz Kafka nacque a Praga nel 1883. Di famiglia ebraica, ebbe con il padre, autoritario e chiuso, un rapporto tormentato.Dottore in legge nel 1906, dopo un anno e mezzo di pratica legale, dal 1907 Kafka compie una carriera di funzionario coscienzioso e apprezzato, che chiude nel 1922 con richiesta di pensionamento, quando la tubercolosi, manifestatasi nel 1917, irrompe in tutta la sua gravità. Muore nell'estate del 1924, poco più che quarantenne. Le sue opere apparvero quasi tutte postume, ad eccezione del lungo racconto La metamorfosi (1916) e della raccolta di novelle Un medico di campagna (1919). Prima della sua morte lasciò l'ordine di distruggere in quanto non le riteneva compiute, le altre opere, ma l'amico Max Brod, contravvenendo alla sua volontà, decifrò i suoi manoscritti e fece pubblicare, rispettivamente nel 1925 e nel 1926, i romanzi Il processo e Il castello. L’opera di Kafka appartiene alla straordinaria stagione della letteratura tedesca a Praga avviatasi alla fine dell’Ottocento e continuata fino all’avvento del nazismo. A Kafka la vicenda dell’uomo appare incomprensibile, e dominata da una legge inaccessibile. Da qui derivano tutti i temi della sua opera: la solitudine dell'uomo, l'impossibilità di stabilire rapporti col mondo che lo circonda, l'impossibilità di essere autentici, la consapevolezza della sua condizione di escluso, di "straniero" (tema che tornerà negli esistenzialisti), la sua alienazione e infine i paradossi della vita sociale

 

La metamorfosi è uno dei testi più noti di Kafka: è una storia paradossale ma esprime bene la terribile angoscia che l'autore alimentava in sè, quella di essere una nullità, respinto dalla società e dalla famiglia come un animale immondo. In questo racconto, come in molte altre opere di Kafka, i dettagli dell'ambiente sono descritti con grande realismo, ma l'insieme del racconto è assurdo, privo di senso.

Trama

Il commesso viaggiatore Gregor Samsa svegliandosi una mattina si ritrova trasformato in un grosso scarafaggio, pur conservando l'intelletto di un uomo.
Inizialmente i suoi genitori sopportano la sua vista e la sua presenza quasi con pietà: la sorella si occupa amorevolmente di lui. Col passare del tempo, però, Gregor accetta la sua natura di scarafaggio e indulge sempre più in comportamenti animaleschi: cammina sui muri, si nutre di rifiuti; allo stesso tempo i suoi parenti lo sopportano sempre meno, ne temono la vista, lo isolano.
Poiché Gregor perde il lavoro, unica fonte di sostentamento della famiglia, sono costretti a prendere in casa dei pensionanti; un giorno però Gregor, sentendo la sorella suonare il violino, cede alla tentazione di mostrarsi e i pensionanti se ne vanno, lasciando la famiglia nell'indigenza.
Quando, poco dopo, Gregor muore la prima ad accorgersene è la vecchia serva, che se ne era presa cura fino a quel momento; lei, l'unica a commiserarlo, lo butta nella spazzatura

www.ianfraser.biz/ images/scarafaggio350.jpg

Le seguenti considerazioni sono tratte dal sito:


www.scritturaimmanente.it/ kafka/racconti/metamorfosi.htm - 14k -

che consigliamo di visitare per ulteriori approfondimenti


Considerazioni

 

Il racconto più noto di Kafka, "La metamorfosi", è uno dei più 'impressionanti', ed è anche quello che si presta alle più disparate interpretazioni.

Innanzi tutto racconta una storia, cosa che non accade nella maggior parte degli altri racconti, ed una storia di tipo familiare, quindi immersa nella quotidianità che ci è consueta (il lavoro, la famiglia, l'interno di una abitazione) - se non fosse che in questa quotidianità si insinuano l'orrore e l'estraneità più assolute e inverosimili.

Questa frattura tra la realtà e l'assurdo rende il racconto 'interessante', 'attraente'.
 

In pratica tutto si incentra su un unico fatto: il giovane Gregor Samsa un mattino si risveglia senza 'essere più lui', perchè nel corso della notte si è trasformato, senza nemmeno rendersene conto, in un insetto.

Il processo di autoriconoscimento e autoaccettazione avviene con maggiore facilità di quanto ci si possa attendere, poichè Gregor non mostra eccessiva meraviglia per il suo nuovo stato.
E' come se lo desse per scontato: le difficoltà maggiori vengono dopo, quando cerca di muoversi 'usando' quel corpo cui non è abituato, e nei rapporti con la sua famiglia, cui suscita orrore e da cui si sente appena tollerato.

Va sottolineato che Kafka è particolarmente bravo ad evidenziare il suo stato di angoscia e disperazione.

Una trama del genere sembra fatta apposta per stimolare il lettore all'interpretazione del testo, a cercare di tradurla secondo schemi logici.

Ciò può dar luogo a molte e facili interpretazioni.
Vediamone alcune: il sogno, cioè la traduzione di una fantasia onirica (Gregor si è appena svegliato, ed è ancora in quella fase in cui non si è ancora ben svegli); una pura fantasia letteraria; una trasformazione in animale sulla scia della tradizione delle fiabe; o, secondo schemi di derivazione psicanalitica, l'espressione di problemi o angosce dell'autore.

Tutte queste ipotesi contengono una parte di verità, perchè comunque Kafka attinge alla cultura che lo circonda o che l'ha preceduto.

Ma vediamo cosa parla contro queste ipotesi, rendendole non impossibili ma certamente insufficienti a spiegare gli avvenimenti narrati:

>> contro la tesi del sogno parla l'atmosfera assolutamente reale in cui Gregor è immerso;

>> che si tratti di una fantasia presa a prestito dalle fiabe, o di pura fantasia letteraria sembra riduttivo sia rispetto all'estrema cura con cui tutto viene descritto e narrato, sia rispetto al fatto che nel testo sono presenti forti emozioni che l'autore attinge per forza di cose a se stesso, alla sua esperienza;

>> l'interpretazione di derivazione psicanalitica lascia aperte troppe domande (la sua origine, la sua derivazione da parte dell'autore), e comunque non spiega il testo, che è pur sempre un'opera letteraria.

Un testo letterario ha delle caratteristiche peculiari che ne impongono un'interpretazione di tipo letterario - che tenga conto cioè del linguaggio e delle forme con cui questo si esprime.

La prima domanda cui rispondere sarà quindi se e a quale figura retorica corrisponda l'insetto in cui Gregor si è trasformato: la metafora o l'allegoria sembrano le più plausibili, anche se può sembrare affrettato fare ora un'affermazione del genere.

 


Praga, la città di Franz Kafka