23 maggio al liceo

Per ricordare chi, per combattere il sistema mafioso, ha sacrificato la propria vita.

“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali, e continueranno a camminare
sulle gambe di altri uomini”
. Così il giudice Giovanni Falcone si era espresso 30 anni fa, poco prima
di morire nell’attentato mafioso di Capaci del 23 maggio, nel quale persero la vita anche la moglie,
Francesca Morvillo, e tre agenti della scorta. Un attacco al cuore dello Stato, portato da Cosa Nostra,
che due mesi dopo avrebbe ucciso anche l’amico e collega Paolo Borsellino, nella strage di via
D’Amelio. Due eventi che hanno segnato profondamente la storia del nostro Paese.
Il nostro Liceo partecipa alle commemorazioni odierne delle stragi di Capaci e via D’Amelio e al
ricordo dei giudici Falcone e Borsellino. Lo fa attraverso l’ostensione di alcuni lenzuoli bianchi a
finestre e balconi della scuola, come avviene a Palermo e in molte altre città italiane.

Anche la celebre frase urlata dal giornalista e attivista sociale Peppino Impastato, pur nella sua crudezza, esprime la ferma volontà di una lotta per la civiltà e il rispetto delle regole.