Copertina

Introduzione

Letteratura

Cinema

Pittura

Musica

Home
Felicità

Amore

Rabbia

 

Solitudine
Paura
Angoscia
 

 

Paura e pittura

 

Bibliografia di Antonio Ligabue

Nasce a Zurigo il 18 dicembre 1899 da Elisabetta Costa, ma a nove mesi è affidato a Elise Hanse Mann che fungerà da madre in un rapporto fatto di amore-odio e di grande tensione emotiva. Il patrigno è ricordato per la sua violenza ed aggressività. Nel 1901 Bonfiglio Laccabue legittima il piccolo Antonio che crescendo, in dispregio del patrigno, trasforma il suo cognome il Ligabue. Frequenta una scuola differenziale fino alla terza elementare, viene quindi trasferito in un istituto per ragazzi difficili ma ne verrà espulso nel 1915 dopo aver conseguito la quarta elementare. Sa contare fino a 20, legge e scrive con molti errori, ama gli animali. Nel 1917 c’è il suo primo ricovero in ospedale psichiatrico dove, nella cartella clinica, si annotano le sue notevoli abilità nel disegno. Conduce una vota solitaria, quasi selvaggia, alternando scrittura e pittura a frequenti ricoveri. Il 19 novembre 1962 viene colpito da emiparesi, con disturbi della parola. Muore il 25 maggio 1965 a Reggio Emilia mentre in città una mostra antologica celebra il suo successo. 

Lettura dell'opera: il re della foresta

Nel dipingere un quadro non fa nessun disegno, inizia da un particolare, generalmente dalla testa dell’animale che vuole raffigurare, la finisce perfettamente e continua poi con il corpo, le zampe. Ogni pezzo viene completamente finito, senza più bisogno di ritocchi. Si immedesima negli animali che rappresenta riproducendone le movenze: digrigna i denti, ruggisce, ulula, pigola e fa molti altri versi ripetuti ossessivamente. Le pennellate sono rapide, i gesti veloci; se il quadro non lo soddisfa lo colpisce con la testa e poi si raccoglie in se stesso in posizione fetale gemendo. E’ in grado di ricostruire la forma e il movimento dell’animale con una sorprendente memoria. In quest’opera il cromatismo è accentuato, la prospettiva pienamente raggiunta, le figure sono definite con accostamenti di colore accesi e vibranti. La precisione del segno e della pennellata suggerisce l’esaltazione vitale del leone chiuso dalla sinuosa linea del serpente. Nelle fauci aperte e nelle zampe anteriori alzate, vediamo la violenza della lotta che trova riscontro nelle contrapposizioni cromatiche. In primo piano, in basso, lo scheletro su cui camminano gli insetti, rende concreta la paura di ciò che può accadere.