Disco di Newton

Lo strumento, che prende il nome da colui che ne studiò le caratteristiche, aveva il compito di dimostrare che la luce bianca è formata dalla fusione dei colori (lunghezze d’onda) che costituiscono lo spettro della luce, i quali si possono ottenere per mezzo di un prisma.

Codice interno: O1

Disco di Newton

Ruotando rapidamente un disco composto da settori di diversi colori, si osserva che il disco appare bianco nonostante i settori colorati. Questo effetto è dovuto alla persistenza dell’immagine retinica, un fenomeno in cui l’immagine di una sorgente luminosa rimane impressa sulla retina per un breve periodo di tempo anche dopo aver distolto lo sguardo dalla fonte luminosa.

Nel caso del disco, ogni settore colorato stimola la retina e il segnale persiste anche quando il colore successivo prende il suo posto. Di conseguenza, tutti i colori del disco si fondono sulla retina e il cervello interpreta le informazioni ricevute come se fossero generate dal colore risultante dalla combinazione di tutti i colori della luce solare, che appare bianca. È importante notare che il disco non è effettivamente bianco, ma la percezione è influenzata dalla persistenza dell’immagine retinica.

Questo fenomeno viene sfruttato nel cinema e in altre forme di visualizzazione, ad esempio attraverso l’uso di un dispositivo chiamato paxinoscopio.

Rif. testo: : http://museo.liceofoscarini.it/virtuale/index.html

Liceo Classico e Scientifico Statale "Pellico-Peano" Cuneo