Aghi magnetici

Si tratta di strumenti utilizzati per condurre esperimenti sul campo magnetico e, in particolare, per evidenziarne l’esistenza.

(codice interno: E6)

Aghi magnetici

Lo studio dei fenomeni magnetostatici coinvolge l’utilizzo di oggetti magnetizzati per attrarre materiali ferromagnetici o esercitare forze a distanza su altri oggetti magnetizzati. La presenza del campo magnetico terrestre si manifesta attraverso l’azione (sviluppo di una coppia) che esso produce su piccoli aghi magnetizzati, che agiscono come vere e proprie bussole. Quando un ago magnetizzato è posto sul suo perno di ottone, dopo un breve periodo di oscillazione si allinea approssimativamente lungo la direzione nord-sud (l'”approssimativamente” è necessario poiché i poli magnetici non coincidono con quelli geografici). È importante ricordare che l’azione del campo magnetico terrestre, così come di qualsiasi altro campo magnetico, su un ago magnetizzato è puramente direzionale. L’ago non si sposta né verso il polo Nord né verso il polo Sud magnetico, ma si limita a orientarsi secondo la direzione determinata dall’arco di cerchio di massimo diametro che passa attraverso i poli magnetici e il centro di rotazione dell’ago. Questa evidenza sperimentale fu osservata da Gilbert.

Gli aghi magnetizzati possono essere impiegati anche per lo studio delle interazioni reciproche tra poli magnetici o semplicemente per verificare se un certo oggetto è una fonte di campo magnetico o no. Basta avvicinare l’oggetto agli aghi e osservare se riesce a perturbare il loro stato di equilibrio. Gli aghi possono quindi svolgere una funzione simile a quella dell’elettroscopio nell’ambito elettrostatico. In elettrodinamica, inoltre, è possibile evidenziare la distribuzione spaziale delle linee di forza del campo magnetico di un’elettrocalamita a barra disponendo intorno ad essa numerosi aghi magnetici. In assenza di corrente elettrica nei circuiti, l’elettrocalamita non produce campo magnetico e gli aghi si disporranno secondo le linee di forza del campo magnetico terrestre. Tuttavia, quando passa corrente, gli aghi ruotano mettendo in evidenza le linee di forza del campo generato dall’elettrocalamita, che è significativamente più intenso.

Gli aghi magnetizzati richiedono un processo di magnetizzazione prima dell’uso, ma ciò può essere facilmente realizzato sfruttando la corrente elettrica. Infatti, tendono a perdere facilmente la magnetizzazione.

Liceo Classico e Scientifico Statale "Pellico-Peano" Cuneo