Pagina iniziale Novecento Montale
Meriggiare pallido e assorto
Monet
– Bordighera
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Parole difficili
Meriggiare
…assorto = trascorrere il pomeriggio nell’assorto biancore della luce
accecante
pruni
= cespugli spinosi
schiocchi
= versi improvvisi e secchi
veccia
= piante erbacea
biche
= monticelli di terra
tra
frondi = tra il fogliame
scaglie
di mare = lo scintillio vivo del mare sembra prodotto da tante lamine metalliche
tremuli
scricchi = il frinire tremulo delle cicale
Schema metrico
I versi
variano dal novenario al dodecasillabo, sono piani e liberi.
La rima è molto varia: baciata AABB, alternata ABAB,
imperfetta (assorto /orto, sterpi/ serpi) , al mezzo
(meriggiare/ ascoltare),interna (osservare…il palpitare).
Le strofe sono quartine mentre l’ultima contiene cinque
versi.
E’ presente anche l' enjambemen, ad esempio palpitare\lontano.
Uso denotativo e connotativo del linguaggio
Una parola con significato
connotativo è “muraglia”, che non si riferisce soltanto ad un alto
muro,
come quelli, ad esempio, che
chiudono gli orti in Liguria, ma
assume il significato simbolico di una barriera
invalicabile e rappresenta
anche un confine o una insuperabile frontiera tra la felicità e la
sofferenza. L’uomo, per sua natura, non può valicare il muro, a causa dei cocci
taglienti e quindi rimane nel suo mondo di dolore, senza speranza di raggiungere
la felicità. Invece il termine “orto” ha senso denotativo: si tratta
dell’ambiente in cui si trova
l’autore mentre sta ammirando lo splendido pomeriggio.
L’autore fa un uso emblematico del mare che per lui
rappresenta la vita, il benessere e la perfetta felicità, infatti la vita ebbe
origine e si sviluppò nel mare.
L’uso metaforico del muro ci
indica l’incapacità dell’uomo di dare un senso alla sua vita e le difficoltà
che incontra nel vano tentativo di oltrepassarlo. Inoltre impedisce all’uomo
di capire il senso della vita.
Commento
Il poeta
trascorre un po’ di tempo nell’orto in un caldo mezzogiorno estivo, perso nei suoi profondi pensieri
e sta ascoltando i versi e i rumori della
natura che ai suoi occhi sembra prendere vita con movimenti improvvisi e vivaci.
Si parte quindi da una situazione che caratterizza la Liguria, regione
originaria di Montale, nella calura estiva: il terreno è arido e la vegetazione
ormai secca rende assai percepibile la presenza degli animali che normalmente
vivono negli orti, la luce del sole è abbagliante, tanto da oscurare la vista,
ma si intravede da lontano il palpitare delle onde, nascosto tra le fronde degli
alberi.
Partendo dalla prima strofa
l’autore inizia con un uso denotativo dei termini e gradualmente finisce per
cadere inevitabilmente nella connotazione, infatti alle immagini dell’orto
si associano, per analogia, una serie di considerazioni sulla condizione umana.
Le file di formiche simboleggiano la devozione per il lavoro degli uomini
che si danno da fare senza tregua,
spesso senza ottenere lo scopo prefissato, con un andirivieni assurdo.
Il poeta si mostra ansioso di
superare i limiti e le miserie umane ripensando al mare fonte di vita, creazione
e potenza, emblema dell’equilibrio interiore e della voglia di vivere alla
quale tutti aspirano, ma subito si rattrista sapendo che un
muro senza interruzione, reso invalicabile dai cocci di bottiglia,
blocca la strada verso la felicità. Questo muro rappresenta la nostra
impossibilità di dare un senso a ciò che accade nella vita (ad esempio il
dolore, la solitudine, la morte) ed ha un significato diverso dalla siepe di
Leopardi. Per Leopardi, infatti, l’ostacolo alla visione era uno
stimolo per la fantasia: meglio immaginare un mondo meraviglioso al di là della
siepe che vederlo davvero come è, triste e meschino, tomba delle nostre speranze.