|
LA
SOLITUDINE
La
solitudine è un tarlo che s’insinua sotto la pelle
e
che ti scava dentro
strisciando
prima piano e poi sempre più veloce
e
va a fondo, sempre più giù, finché non trova più alcun
ostacolo
ma
solo terreno fertile per seminare angoscia e tristezza.
E
ti senti annientato, senza forze
perché
sai che quel tarlo è difficile da uccidere, da annullare
perché
è più forte e deciso di te.
E
ti sbatti e contorci come una farfalla che ha le ali bruciate
perché
il suo desiderio di libertà non le ha fatto vedere
che
stava andando incontro solo alla morte.
Che
quella luce che vedeva non era uno spiraglio
ma
solo una lampadina accesa…
www.sognatrice.blog.excite.it
Perché, in
generale, si sfugge la solitudine? Perché pochi si trovano in
buona compagnia seco. (Dossi, Carlo Note azzurre).
La solitudine è una cosa
senza la quale non si fa niente, senza la quale non si guarda
più niente. (Duras, Marguerite Scrivere).
Ho sempre amato
la solitudine, una caratteristica che tende ad accentuarsi con
l'età. (Einstein, Albert Pensieri di un uomo curioso)
Chi sa star solo non si sente
mai solo.(Gervaso, Roberto Il grillo parlante)
La solitudine ci dà il
piacere d'una grande compagnia: la nostra. (Gervaso, Roberto Il grillo parlante).
Si è soli con tutto ciò che si ama. (Novalis Frammenti)
La solitudine è, per lo
spirito, ciò che la dieta è per il corpo. (Vauvenargues Riflessioni e massime)
Guance umide,
voglia di piangere a dirotto,
tetro desiderio di morire.
Come mi sento solo,
quanta tristezza dentro di me!
In silenzio imploro e aspetto
di essere coccolato,
di essere amato.
Però, gli altri si vede
che non hanno il tempo né l'anelito
di amare me.
Forse, sono distratti perché piangono anche loro
aspettando quello che io aspetto?
Solitudine:
Sei dolore, angoscia, domani buio.
.........Ma, all'improvviso,
nelle tenebra una luce brilla:
E se amassi io? Già, se amassi io?
Che bello!
Allora si, non sarei più solo
perché starei insieme all'amore da me creato
e in stretta compagnia
dell'umanità, di tutte le cose e della vita amate.
V.D.
www.digilander.libero.it
“Dagli
uomini”, disse il Piccolo Principe, “coltivano cinquemila
rose nello stesso giardino... e non trovano quello che
cercano” “E tuttavia quello che cercano potrebbe essere
trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua”... “Ma
gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore “ [...]
“No”, disse il
piccolo principe. “Cerco degli amici. Che cosa vuol dire
addomesticare?”
“E’ una cosa da molto tempo dimenticata. Vuol dire creare
dei legami...”
“Creare dei legami?”
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non
sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho
bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono che
una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi,
noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico
al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
“Comincio a capire”, disse il piccolo principe. “C’è
un fiore... credo che mi abbia addomesticato...”[...]
Ma la volpe ritornò della sua idea:
“La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e
gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si
assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi
annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà
come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà
diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno
nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana,
come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei
campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è
inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è
triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà
meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è
dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento
nel grano...”
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
“Per favore... addomesticami”, disse.
“Volentieri”, rispose il piccolo principe, “ma non ho
molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere
molte cose”.
“Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse
la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere
nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome
non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più
amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!”
“Che bisogna fare?” domandò il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In
principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così,
nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu
non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma
ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino...”
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la
volpe. “Se tu vieni per esempio tutti i pomeriggi alle
quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare
dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le
quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò
il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io
non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i
riti!”.
“Che cos’è un rito?”[...]
“E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni,
un’ora dalle altre ore.”(...)
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l’ora della partenza fu vicina:
“Ah!” disse la volpe, “...piangerò”.
“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “io, non
ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti
addomesticassi...”
“E’ vero”, disse la volpe.
“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.
“E’ certo”, disse la volpe.
“Ma allora che ci guadagni?”
“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.
(Saint-Exupéry, Il piccolo principe)
Dalla solitudine non si può uscire, ma
si può assegnarle un significato.
Dentro il mio cuore ho una segreta speranza: visto che la
solitudine traduce nei sentimenti la separazione da qualcosa o
da qualcuno, vorrei poterla trasformare nel ricordo. Il
ricordo di un’esperienza vissuta. (Ambrogio Zaia)
Sfuggi gli sguardi te ne stai
Rinchiuso in camera non vuoi
Mangiare, stringi forte a te
Il cuscino piangi non lo sai
Quant'altro male ti farà
La solitudine.
(…)
La solitudine fra noi,
Questo silenzio dentro me
E l'inquietudine di vivere
La vita senza te.
… (Laura Pausini, Solitudine)
La solitudine è ciò di cui molti
adolescenti hanno paura oggi.
Credo però che ci siano diversi modi di
viverla: c’è chi continua a circondarsi di gente e a
cercare gli altri, spesso per timore di fermarsi a pensare e
ritrovarsi soli con se stessi, a scoprire che qualcosa nella
propria vita non è come si vorrebbe.
C’è chi la solitudine la sceglie,
convinto che da soli si possa andare avanti comunque e che gli
altri siano un’alternativa e non potrebbero mai capire a
fondo i suoi problemi. C’è chi la solitudine la vive perché
si trova in un momento della propria vita e non vuole andare
contro corrente, contro le convinzioni comuni e viene escluso.
Questa è la solitudine peggiore, perché,
chi la prova, ne soffre e l’unica consolazione è pensare
che così si impara a crescere e a vivere. La solitudine è
anche però un momento necessario, per non rimanere sempre in
superficie, per fare silenzio ogni tanto, e avere la
consapevolezza di se stessi.
Ogni tanto mi fermo a pensare al mio
futuro, mi sono resa conto che non posso far nulla da sola.
Eppure, mi accorgo che la falsità, l’egoismo…mi portano a
vivere con distacco la realtà.
È’ una fase un po’ strana della mia
vita, piena di insicurezze e paure.
Penso di trovarmi tra il buio e la luce,
a metà strada.
Per questo motivo cerco di trovare aiuto
nelle persone a me più care, ma a volte o non hanno tempo o
non sanno cosa dirmi oppure non hanno voglia di stare ad
ascoltare i miei problemi…..
Molinini Marcella
Un giorno incontriamo la persona giusta.
Restiamo indifferenti, perché non l’ abbiamo riconosciuta:
passeggiamo con la persona giusta per le strade di periferia,
prendiamo a poco a poco l’ abitudine di passeggiare ogni
giorno. Di tanto in tanto, distratti, ci chiediamo se non
stiamo forse passeggiando con la persona giusta: ma crediamo
piuttosto di no. Siamo troppo tranquilli; la terra , il cielo
non sono mutati; i minuti e le ore fluiscono quietamente,
senza rintocchi profondi nel nostro cuore. Noi ci siamo
sbagliati già tante volte: ci siamo creduti in presenza della
persona giusta, e non
era: e in presenza di quelle false
persone giuste, cadevamo travolti da un tale impetuoso
tumulto che quasi non ci restava più la forza di pensare: ci
trovavamo a vivere come al centro di un paese incendiato:
alberi, case e oggetti divampavano intorno a noi: e poi
di colpo si spegneva il fuoco, non restava che un po’ di
brace tiepida: alle nostre spalle i paesi incendiati sono
tanti che non possiamo più nemmeno contarli. Adesso niente
brucia intorno a noi. Per settimane e mesi passiamo i
giorni con la persona giusta, senza sapere: solo a volte
quando pensiamo a questa persona, la curva delle sue labbra,
certi suoi gesti e inflessioni di voce, nel ripensarli ci
danno un certo sussulto al cuore: ma non teniamo conto d’ un
così piccolo, sordo sussulto. La cosa strana, con questa
persona, è che ci sentiamo sempre così bene e in pace, con
un largo respiro, con la fronte che era stata così aggrottata
e torva per anni, d’ un tratto distesa; e non siamo mai
stanchi di parlare e di ascoltare. Ci rendiamo conto che mai
abbiamo avuto un rapporto simile a questo con nessun essere
umano; tutti gli esseri umani ci apparivano dopo un poco così
inoffensivi, così semplici e piccoli; questa persona, mentre
cammina accanto a noi col suo passo diverso dal nostro, col
suo severo profilo, possiede una infinita facoltà di farci
tutto il bene e tutto il male. Eppure noi siamo infinitamente
tranquilli.
(Tratto da:”Le piccole virtù” di N. Ginzburg)
C'è una solitudine di spazio,
una solitudine di mare,
una di morte, ma
faranno lega tutte quante
a paragone con quell'estremo punto,
quella polare ritrosia
di un'anima ammessa a se medesima.
Finita infinità.
Emily Dickinson (tradotta da Mario Luzi)
Miliardi di lucciole
Sfarfallano negli occhi
Impulsi di vita
Viaggiano frenetici
Eccitano i nostri sensi
E fanno felice il cuore
Amici miei lontani
Vicini alla mia anima
Vi sento in queste notti
Appoggiato alla tastiera
Gelsomino
|