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Per illustrare la solitudine nella letteratura abbiamo scelto di analizzare un testo di Giuseppe Ungaretti. Le sue poesie si ispirano alla solitudine della Prima Guerra Mondiale, che egli visse in prima persona.
Natale Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888 da una
famiglia lucchese ed ebbe una vita lunghissima. Studiò a Parigi, prese parte alla Prima Guerra Mondiale e
nell'immediato dopoguerra pubblicò la sua prima raccolta di versi,Il porto
sepolto,un’opera che ha avuto molta influenza sulla poesia
italiana contemporanea. Dal 1936 al 1942 fu
insegnante di letteratura italiana presso l’Università di
San Paolo del Brasile. In questo periodo la sua vita fu
fortemente segnata dalla morte di suo figlio Antonietto di
nove anni. Dopo l’ultima guerra mondiale insegnò all’Università di Roma. Tutta la sua produzione poetica è stata raccolta nel 1970 nel
volume "Vita di un uomo" che traccia il cammino interiore
percorso dal poeta nell’arco della sua vita. Morì a Milano nel 1970. La poesia Natale è stata scritta da Giuseppe Ungaretti
durante la prima guerra mondiale combattuta tra il
1915-1918,mentre si trovava a Napoli in licenza. In precedenza al conflitto l’Italia si trovava divisa in due settori con opinioni contrapposte:da una parte gli interventisti che erano favorevoli all’entrata in guerra dell’Italia poiché vedevano il conflitto come una quarta guerra di indipendenza che sarebbe durato non più di pochi mesi,e dall’altra i neutralisti i quali ritenevano il che il conflitto sarebbe durato a lungo e non volevano imporre questo sacrificio agli italiani.c Inizialmente Ungaretti faceva parte del primo gruppo,infatti entrò
in guerra come volontario ma dopo aver assistito a drammatiche scene
cruente, alla morte di molti commilitoni e alla distruzione di
interi paesi (San Martino del Carso) si convinse che la guerra era
soltanto un’assurdità e scrisse per denunciare tutte quelle atrocità che ogni giorno si
presentavano ai suoi occhi.
Nelle sue poesie fa uso di immagini simboliche ma significative
che hanno lo scopo di colpire l’animo dei lettori. Con i suoi versi,brevi e concisi,comunica il suo tormento e la sua sofferenza interiore. In
questa poesia egli ricerca la solitudine perchè si sente
stanco e desidera per un momento chiudersi in se stesso e
riposare, evitando per un momento i problemi e le difficoltà
della vita.l Non
ho voglia di uscire di casa di immettermi in quell’atmosfera
natalizia che rallegra le strade di Napoli. dentro
di me regna tanta angoscia che mi impedisce di vivere. Non
insistete,lasciatemi qua,solo,come una cosa dimenticata Il
calore del camino mi avvolge,mi da protezione e mi consola. Io
sto bene così:sento il crepitio del fuoco e vedo il colore
delle fiamme. Lasciatemi
in pace con i giochi che può provocare il focolare che mi
tengono lontano dalle ossessioni e dai pericoli.
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