Pagina iniziale        Ugo Foscolo

Alla sera

 
Friedrich          La luna

Forse perché della fatal quiete
Tu sei l’imago a me sì cara vieni
O Sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,   

 e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all’universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme

 delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.

 

Parole difficili

Zeffiri sereni: venti tiepidi, dolci, primaverili.

Nevoso aere: atmosfera invernale

Secrete vie del mio cor: pensieri più nascosti del mio cuore

Nulla eterno: morte

Reo tempo: tempo malvagio

Le torme delle cure : gli affanni, le preoccupazioni

Spirto guerrier: animo mosso da opposte passioni

Entro mi rugge: si agita dentro me

Schema metrico

La poesia è un sonetto composto da quattro strofe, due quartine e due terzine. I versi sono endecasillabi e piani.Sono presenti rime alternate che seguono lo schema ABAB ABAB CDC DCD (es.quiete/liete; vieni/sereni).Leggendo attentamente il testo, si scoprono anche enjambement (es.e le secrete vie del mio cor, nella seconda strofa oppure dorme quello spirto  guerrier, nell’ultima 
strofa ).

Denotazione e connotazione   

Il poeta fa uso anche di denotazione nella prima strofa, dove esprime in che modi può essere accompagnata la sera, dalle nubi dai venti estivi oppure da un cielo cupo e tenebroso. Troviamo invece un esempio di connotazione e di metafora nel primo verso dove il poeta paragona la sera alla morte, momento in cui si placano definitivamente tutte le angosce e le preoccupazioni.

L'associazione delle immagini

Nel testo compare
un esempio di connotazione e di metafora nel primo verso dove il poeta paragona la sera alla morte, momento in cui si placherà lo spirto guerrier, cioè le ansie, le preoccupazioni che gli tormentano la vita.Tra le figure semantiche il Foscolo usa una sinèddoche, cioè la fatal quiete che  rappresenta  la morte che come la sera è
il momento di pace  in cui può fermarsi a riflettere. 

Figure di suono 

Nell’ultima strofa abbiamo un esempio di allitterazione, quando il poeta dice: “Dorme quello spirto guerrier ch’entro mi rugge”perché vi è la ripetizione della consonante r. Nella penultima strofa il Foscolo scrive “reo tempo”.Se la si legge attentamente si riconosce l’assonanza e-e, o-o. Nella prima strofa ci si accorge di un’onomatopea, nelle parole zeffiri sereni che riproducono il suono e il sibilo del vento.

Commento

Nella poesia Foscolo stabilisce un paragone tra la sera e la morte. La prima è quel momento della giornata in cui Foscolo può pensare e riflettere ed è sempre ben vista dall’autore,sia quando è accompagnata in estate da nuvole leggere e venticelli freschi,  sia quando è accompagnata in inverno da un cielo tenebroso che porta neve, perché gli  trasmette comunque un sentimento di pace fin nel profondo dell'anima.  La sera induce il poeta a pensare al nulla eterno,cioè alla morte, il momento in cui gli affanni si placano definitivamente,  mentre fugge il reo tempo,cioè se ne va il tempo malvagio, anche dal punto di vista storico e  la moltitudine di angosce che lo fanno soffrire. Intanto, mentre contempla la pace della morte, si placa quello spirito tempestoso, ribelle, che gli grida dentro; il contatto con la natura dunque placa le angosce dell’uomo.