Pagina iniziale       Ottocento         Gli autori       Giovanni Pascoli 
X Agosto

 
Van Gogh   Cielo stellato

  San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla (1°).

Ritornava una rondine al tetto
l’uccisero. Cadde tra gli spini (2°)
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.

Ora è la, come in croce (3°), che tende 
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano. 

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi aperti un grido portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita (4°),
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita 
le bambole al cielo lontano. 

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi 
sereno, infinito, immortale,
oh! D’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!(5°)


(1°) sfavilla                :
scintilla, luccica, splende;
(2°) spini                    : i rami spinosi;
(3°) come in croce     : la rondine con le ali aperte, come in croce, evoca l’analogia della
                                     crocifissione di Cristo e diventa simbolo di una legge universale di
                                     dolore;
                
(4°) romita                 :  solitaria, rimasta senza la presenza del padre e senza sostegno

                                      economico;
(5°) atomo opaco
      del male            : 
la terra, piccolo atomo sperduto dell’Universo, è resa oscura dalla 
                                      crudeltà degli uomini e dalla presenza del Male.               

Schema metrico
La poesia è composta di sei quartine di decasillabi e novenari. Le rime seguono lo  schema ABAB, CDCD. In tutte le strofe, infatti, si trovano rime alternate, come nella prima strofa tanto/ pianto e tranquilla/ sfavilla.

Ci sono vari enjambements come nel primo verso “ tanto di stelle”, nel nono verso “ tende quel verme” e, ancora, nel ventunesimo “mondi sereni”.

Figure di suono 
In questa poesia è presente una figura di suono: l’assonanza. Questa si individua nel terzo verso: arde e cade, per esprimere la rapidità istantanea della stella cadente che brilla e in un attimo scompare precipitando.

Denotazione e connotazione
Pascoli apre sovente la poesia con la descrizione del paesaggio e per poi metterlo in stretto collegamento con lo stato d’animo, prevalentemente triste, che prova nelle diverse circostanze. Il poeta utilizza dunque un linguaggio essenzialmente denotativo nella prima parte del testo, per poi passare alla connotazione in alcuni termini-chiave che rimandano alla sofferenza sua personale e del mondo intero.

L'associazione delle immagini
Metafora: la rondine che cade tra gli spini è paragonata all’uomo, padre di Pascoli, ucciso da ignoti quando il poeta era ancora fanciullo. Questo trauma segnò profondamente la sua vita, infatti in tutte le sue poesie è ricorrente il tema della perdita degli affetti familiari. La metafora, in questo caso, è prolungata e coinvolge, ad esempio, le bambole trovate sul carro del padre al verme che la rondine morente tiene ancora nel becco.

Simbolo: in questa poesia, come in molte altre di Pascoli, il nido rappresenta i familiari di Pascoli, in particolare i figli, che nella grande casa aspettano il padre come i rondinini attendono invano il ritorno della rondine. Il mancato ritorno del padre condanna i rondinini alla morte fisica; in modo simile il destino del padre ha condannato i suoi figli a quella sorta di morte morale che è costituita dall’abbandono; ricordiamo che dopo poco tempo anche la madre morì. 

Figure semantiche
Metonimia:
la parola “nido” nel verso  11 è una metonimia,  infatti significa “casa” , cioè sostituisce il contenitore col contenuto.

Perifrasi: l’’espressione “atomo opaco del male” significa “terra” (verso 24). Il poeta infatti con queste parole, anche scientifiche, allude alla crudeltà dell’uomo che rende oscuro moralmente, (cioè triste) il nostro pianeta. 

Sinestesia: “negli aperti occhi un grido” (verso 15): è una sinestesia che accosta la sensazione visiva con quella uditiva.

Commento

Questa poesia è dedicata alla morte del padre, ucciso in circostanze misteriose, mentre faceva ritorno a casa proprio il 10 agosto,  quando di notte si manifesta  il  fenomeno naturale delle stelle cadenti. Il poeta vede nelle stelle il pianto dell’Universo sulla malvagità degli uomini e fa riferimento al dolore che egli ha provato personalmente in quella circostanza. La poesia si apre con l’immagine dell’uccisione di due innocenti, la rondine e il padre, mentre nell’ultima strofa, è descritta la cosmica riprovazione della violenza che si esprime nel pianto del cielo sulla Terra, definita “atomo opaco del male”, cioè frammento sperduto nell’ Universo e reso più oscuro dalla presenza del male. Il sacrificio della rondine che cade ad ali aperte e del padre che perdona richiama il sacrificio di Cristo, ma evidentemente in questo luogo oscuro, quasi infernale, la redenzione dell’umanità non è possibile. Il nido chiuso e tondo delimita lo spazio interno, offre protezione e sicurezza contrapposto allo spazio esterno, realtà esposta alle aggressioni, alla violenza e al male. Il nido e la casa rappresentano la famiglia e sono il vero punto di riferimento  dell’infanzia. In conclusione il messaggio fondamentale di questa poesia è il disorientamento del bambino, che dopo la morte del padre ha subito un duro colpo negli affetti e la sua stessa maturazione  personale ne risentirà