Pagina iniziale       Ottocento       Gli autori     Giosuè Carducci

                     Pianto antico

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
tutto rinverdì  or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor. 

Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
 né ti risveglia amor

       Parole difficili

PARGOLETTA MANO: la piccola mano del bambino;

ORTO SOLINGO: l’orto deserto e silenzioso di casa Carducci;

VERMIGLI FIOR: fiori di color rosso acceso

Schema metrico

In questa poesia l’accento tonico (o ICTUS) dell’ultima parola di ogni verso cade sulla penultima sillaba mentre l’accento ritmico cade ogni due versi tranne nei  versi 13-14 perché ci sono due accenti di seguito.

Lo schema metrico della rima segue un ritmo di tipo A-B-B-C, quindi un misto tra rima alternata e rima incrociata e in questo schema vi è un’assonanza.

In questa poesia le strofe sono composte da quattro versi, cioè ci sono quattro quartine.

L’enjambement viene rilevato tutta la poesia ad esempio nei versi 9/10 pianta- percossa.

Denotazione e  connotazione  
Carducci torna nel giardino cui sono legati dei ricordi incancellabili: soprattutto quello del figlio che nell’anno precedente cercava di afferrare i frutti del melograno in braccio al padre.
Nella terza quartina Carducci rappresenta il figlio come un  fiore di un melograno  e paragona se stesso all’albero nella stagione autunnale in cui le foglie cadono e la pianta pare scossa e tramortita da un fulmine, così come la morte del bambino ha sconvolto lui..In giugno quell’albero  rifiorisce e l’immagine metaforica  del fiore sta a significare la gioventù e l’innocenza  stroncata.

L’associazione delle idee
Una metafora viene riscontrata dal 10 al 14 verso in cui descrive l’ albero di melograno che paragona a se stesso mentre il fiore che non è diventato un frutto è suo figlio.

Figure semantiche 
Nel testo non si trovano figure semantiche di rilievo.

Figure di suono
Casi di anafora vengono trovati nei versi 13-14 che descrivono dove si trova il figlio di Carducci. Il poeta ripete più volte i termini tu…sei, per sottolineare il luogo   in cui ora si trova  suo figlio e mettere in risalto il dolore che ha provato per la sua perdita, evento non gli  lascia speranza, dato che non crede nella sopravvivenza dell’anima dopo la morte.

Commento
Il poeta racconta la triste vicenda della morte precoce del figlio che viene descritta con malinconia e  tristezza incommensurabili.

Egli vede fiorire l’albero dei melograni nel giardino di casa sua e paragona il figlio al suo caratteristico fiore rosso , nell’albero vede se stesso scosso e tramortito  dalla morte del figlio. L’autore, non credente,  sa che il suo amore, per quanto grande, non può ridare la vita al bambino, come il sole, in primavera, ridona la vita alle piante che in autunno sembrano morte.

La condizione umana è quindi destinata inevitabilmente alla sofferenza perché perderemo  le persone  che amiamo e questa perdita è definitiva, non ha il privilegio della rinascita di cui gode invece la natura, rappresentata dall’orto. Nella conclusione viene evidenziata la impossibile speranza in una vita ultraterrena o in una rinascita.

Il tema della perdita delle persone care ricorre frequentemente in poesia. Pensiamo ad esempio ad Ugo Foscolo (In morte del fratello Giovanni); Giovanni Pascoli (X agosto, Lavandare, Novembre, Arano, La mia sera…), Giuseppe Ungaretti (San Martino del Carso, Nessuno ha mai sofferto tanto).