Pagina iniziale                 Novecento            Saba

  Mio padre è stato per me

Mio padre è stato per me “l’assassino”, 
fino ai vent’anni che l’ho conosciuto.
Allora ho visto ch’egli era un bambino,
e il dono ch’io ho  da lui l’ ho avuto.

Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
un sorriso, in miseria, dolce e astuto.
Andò sempre pel mondo pellegrino;
più d’una donna l’ha amato e pasciuto.

Egli era gaio e leggero; mia madre
tutti sentiva della vita i pesi.
 Di mano ei gli sfuggì come un pallone

- Non somigliare – ammoniva – a tuo padre. -
Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
Eran due razze in antica tenzone

Parole difficili

pasciuto: mantenuto;           

gaio: privo di preoccupazioni;               

ei: egli; 

ammoniva: avvertiva, metteva in guardia;        

tenzone: contrasto. 

Schema metrico:

La poesia è composta da quattro strofe, le prime due quartine e le ultime due terzine, con uno schema simile a quello del sonetto, infatti i versi sono prevalentemente endecasillabi. Nelle prime due strofe le rime sono alternate (ABABABAB) mentre i tre versi della penultima rimano rispettivamente con il primo, il secondo, il terzo dell’ultimo (ABCABC).

Figure di suono:   

Non   sono presenti evidenti figure di suono.

Denotazione e connotazione     

La poesia ha un carattere essenzialmente denotativo in quanto il poeta descrive il suo rapporto col  padre, privo di preoccupazioni e sempre in viaggio per il mondo. E’ da evidenziare però l’aspetto connotativo della parola “assassino”, perché l’autore, alludendo ai libri gialli, dice che il padre si è fatto conoscere per quello che era solamente quando egli era già adulto, come l’assassino che compare solamente alla fine del libro.   Non è tuttavia da escludere che egli alluda anche alla ferita morale che l’assenza del padre gli ha inferto.                                      

Associazione delle immagini

Nella prima strofa il poeta usa la metafora “era un bambino” per indicare il padre e la similitudine “di mano ei gli sfuggì come un pallone” sempre per indicare la leggerezza del padre, la sua incapacità di assumersi le responsabilità che derivano dal matrimonio, nella terza strofa. Il pallone viene quindi usato come simbolo per indicare che il padre era qualcosa in perenne movimento e difficile da controllare.

Figure semantiche:

Nel testo è presente un’iperbole (padre lontano=assassino) .

Commento
In questa poesia il poeta ha voluto descrivere il momento in cui ha incontrato suo padre, accorgendosi che molte delle proprie qualità le aveva ereditate proprio da lui, come lo sguardo azzurrino e il sorriso dolce e astuto. Nella seconda parte descrive il contrasto tra la madre,oberata dal peso di dover crescere un figlio in solitudine, e il padre, privo di preoccupazioni e dedito soltanto a godersi la vita, due caratteri troppo diversi per poter convivere felicemente. Il padre di Saba ha comunque avuto il torto di abbandonare il figlio, che ha vissuto l’infanzia consapevole della sua situazione anomala, che allora faceva scandalo. Era poi figlio di un’ebrea, che aveva patito moltissimo l’abbandono; in questa poesia vede una sorta di conflitto tra il carattere della madre (ebrea\triste, incapace di godersi la vita) e quello del padre ( ebreo\spensierato fino a essere irresponsabile), assimilabile all’antica incomprensione etnico-religiosa. Con questo certamente non intende accusare tutti gli uomini non ebrei di irresponsabilità nei confronti dei figli, allude a quella caratteristica tristezza, alla sensazione di esclusione che caratterizza l’esperienza di molti ebrei ed emerge frequentemente nelle loro opere letterarie.

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