buon anno a te!

La fine di un anno, l’inizio del nuovo… e nonostante siano molti i calendari religiosi ad ogni latitudine tutto il mondo considera ormai questo passaggio: non per qualche arcano palpito unisono e primordiale che misteriosamente si affaccia nel cuore di ogni uomo, ma per più prosaici meccanismi di globalizzazione economica e culturale. E già per questo motivo l’anno lo si dovrebbe iniziare chiedendo perdono, come una sorta di kippur da fratelli minori…
Ciò che invece ci accomuna tutti come umani è questa propensione a marcare il tempo, che è un modo per dargli un senso: dire che c’è una fine significa immaginare che vi sia anche un fine, un punto cui tutto tende e rispetto al quale confrontare le cose che ci accadono e che decidiamo; ecco che ogni fine è anche un bilancio, cose che lasceremmo, di cui ci vergogniamo forse anche un po’ e che ci piacerebbe che un misterioso signore con la faccia da anno vecchio (una specie di babbo natale nel suo viaggio di ritorno, povero tapino) si portasse via, e cose che vorremmo tenere aggrappate alla nostra vita senza che un misterioso bambinetto con la faccia da anno nuovo (una specie di gesùbambino il cui dono però potrebbe anche essere veleno) ce le possa sottrarre. E così ogni inizio nasconde un’attesa, un auspicio, spesso anche un impegno o per lo meno un buon proposito, un’idea…
Se il tempo questo senso lo possieda davvero è questione delle più frequentate e al contempo irresolubili, sospesi come siamo tra la convinzione che ciò che scegliamo di fare dia un’impronta personale ai nostri giorni, e la percezione che le cose procederebbero comunque senza di noi, a prescindere…
In realtà dire “tempo” significa già immaginare un senso: fuori di esso c’è solo il cambiamento delle cose, dentro c’è l’idea. L’idea di poterlo controllare, questo cambiamento, come fa il cagnolino con il suo spazio alzando la gamba… e controllarlo ci dà l’illusione di non esserne totalmente vittime, perché intuiamo dove porta, questo cambiamento. Ma dire “tempo” è soprattutto incrociare il suo senso con la nostra storia: la possibilità di ricordare, che è ritornare con il cuore là dove qualcosa ha acceso il nostro essere; lo sforzo di dimenticare, che è liberare la mente da pesi inutili; l’emozione suscitata dall’attesa, che è l’essere attratto del nostro sguardo verso qualcosa che sta più avanti; la fatica della decisione, che è il tagliar via ciò che non serve per tendere a ciò che ha attratto il nostro sguardo.
E così dicendo “tempo” abbiamo già considerato il passaggio di una nuvola, il distacco di un sasso dalla montagna, il giorno di una nascita o di una morte, lo sciogliersi di un sorriso, l’incrocio di uno sguardo, una parola detta o ascoltata, la vincita di uno scudetto (lontano, lontano…) come aventi a che fare con quella parte di noi che resiste e resistendo esiste autenticamente. Come aventi a che fare con una pienezza sperata e ricercata. Dunque l’augurio che il 2011 sia un tempo felice

a te che mi insegni il mestiere ma soprattutto molto altro,
a te per cui essere madre è la più autentica icona di Dio
a te che hai per nemico uno specchio e per amici molti che si specchiano in te,
a te che vedrai torneremo in serie A,
a te che sei altrove dopo aver camminato qui, e molto, e piacevolmente,
a te temerario guerriero da saga fantastica che sciogli i tuoi timori in discorsi fluenti e sguardo sorridente,
a te che quando fai vibrare la corda di un basso ti senti in alto,
a te che ti diverti a far paura,
a te che hai paura di divertirti,
a te che hai avuto bisogno di scendere nell’abisso per sapere che le stelle brillano davvero,
a te che cerchi nelle indie la chiave del tuo scrigno,
a te che danzi come vivi,
a te che vivi la scuola come una competizione con la vita,
a te che il cioccolato bianco sogna di confortare,
a te che
“semplicemente sei”…

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3 risposte a buon anno a te!

  1. ale scrive:

    complimenti per la poesia…!

  2. by heart scrive:

    a tutti quelli che si sono sentiti a pelle questi auguri… grazie a chi li ha scritti, anche se ovviamente, non pensando a me…

  3. Pierpaolo Simonini scrive:

    pensando anche… a te, che dal cuore senti a pelle non solo per te ma per tutti quelli come te. Ovviamente!

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