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A tutti coloro (studenti, parenti, colleghi docenti) che s’imbattono in queste pagine  un augurio sincero di fruttuoso studio, ripasso ed approfondimento filosofico, storico e letterario.

Prof. Davide Rodella

Qualcuno era al classico

di  Letizia Revello

Qualcuno era al classico perché amava le materie umanistiche.

Qualcuno era al classico perché preferiva le materie umanistiche a quelle scientifiche.

Qualcuno era al classico perché non andava bene in matematica.

Qualcuno era al classico perché era uno che si appassionava.

Qualcuno era al classico perché: “io faccio il liceo”.

Qualcuno era al classico…così.

Qualcuno era al classico perché “il papà ha fatto il classico, la mamma ha fatto il classico e il nonno è il classico fatto persona ”.

Qualcuno era al classico perché era un ragazzo serio, un figlio modello e un alunno diligente.

Qualcuno era al classico perché era un indeciso, e un liceo dà una preparazione generale.

Qualcuno era al classico perché era curioso.

Qualcuno era al classico perché gli avevano detto che apre la mente.

Qualcuno era al classico perché: il fascino incontestabile e sempre attuale delle lingue morte.

Qualcuno era al classico perché: i pronostici sui quotidiani che il futuro sta nelle scienze e nella tecnologia.

Qualcuno era al classico perché: “sapere aude”.

Qualcuno era al classico perché: “la bellezza salverà il mondo”.

Qualcuno era al classico perché da bambino amava le fiabe e ancora oggi non riusciva a stare senza leggere.

Qualcuno era al classico perché voleva iscriversi a Medicina, Filosofia, Giurisprudenza.

Qualcuno era al classico perché così poi si sarebbe iscritto a Fisica senza nulla rimpiangere.

Qualcuno era al classico perché: che bello nei tiepidi pomeriggi di primavera, quando si potrebbe andare alla Munta…starsene tarpati in casa a studiare.

Qualcuno era al classico perché si era sbagliato.

Qualcuno era al classico perché sapeva fare il nodo alla cravatta e nelle altre scuole quasi nessuno mette la camicia.

Qualcuno era al classico perché gli interessava.

Qualcuno era al classico perché da qualche parte bisognava pur cominciare.

Qualcuno era al classico perché gli avevano raccontato della gita in Grecia.

Qualcuno era al classico perché non gli avevano raccontato del resto.

Qualcuno era al classico perché: il lunedì interrogazione di storia, mercoledì compito di inglese e versione di greco, giovedì verifica di matematica, venerdì di latino, sabato turno di arte: che bello studiare per il piacere dello studio.

Qualcuno era al classico perché (e non poteva farci niente) tutto ciò che aveva a che fare con i modi che l’uomo da sempre ha trovato per dirsi lo affascinava terribilmente.

Qualcuno era al classico perché abitava lì davanti.

Qualcuno era al classico perché la formazione umanistica gli sarebbe stata indispensabile per dare il resto alla cassa 14 del Maxisconto.

Qualcuno era al classico perché voleva andare all’università e l’università italiana è un sistema giusto, pubblico e che garantisce un futuro, una rotta sicura.

Qualcuno era al classico perché la sua era una famiglia di insegnanti.

Qualcuno era al classico perché aveva voglia di studiare (sul serio).

Qualcuno era al classico perché per lui studiare voleva dire esser fortunato.

Qualcuno era al classico perché non lo sapeva nemmeno e non ne aveva molta voglia, ma ormai era lì, e non vedeva l’ora di non esserlo più.

Qualcuno era al classico perché: l’estate con il debito di greco.

Qualcuno era al classico perché era uno che si meravigliava.

Qualcuno era al classico perché arma virumque cano.

Qualcuno era al classico perché le elucubrazioni mentali con gli amici il sabato sera è più bello se gli altri non ti capiscono.

Qualcuno era al classico perché usava espressioni come vituperare, saltuariamente, estroso.

Qualcuno era al classico perché cercare nel passato gli strumenti per guardare al presente e al futuro per lui non era solo una morale estratta dal cilindro, ma uno sguardo vivo.

Qualcuno si era iscritto al classico perchè: le particolarità delle declinazioni latine, e greche.

Qualcuno si era iscritto al classico perché è utile sensato e gratificante conoscere minuziosamente a memoria: formule, nozioni grammaticali, date, dimostrazioni di proprietà, cronologie, classificazioni.

Qualcuno era al classico perché il linguaggio della filosofia è diverso da quello dell’arte,della scienza e della geografia e la proprietà di espressione è sostanziale.

Qualcuno era al classico perché in prima superiore si è già in quarta.

Qualcuno era al classico perché a lei gli non si dice.

Qualcuno era al classico perché aveva stravolgimenti interiori ogni volta che il mondo pugnalava a tradimento un congiuntivo.

Qualcuno era al classico perché l’Iliade, le Bucoliche, la Divina Commedia, il Decamerone, lo Zibaldone, Storia di un uomo e…la Secchia rapita.

Qualcuno era al classico perché era uno che si faceva domande.

Qualcuno era al classico perché amava l’arte, il teatro e la musica e pensava che negli anni di liceo avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per dedicarcisi.

Qualcuno era al classico perché “con la cultura non si mangia” …”ma si evita di essere mangiati”.

Qualcuno era al classico perché pensava di avere capito.

Qualcuno era al classico perché voleva capire meglio.

Qualcuno era al classico perché ci sarebbe stato sempre qualcosa ancora da capire.

Qualcuno era al classico perché la poesia fa innamorare.

Qualcuno era al classico perché cercava se stesso.

Qualcuno era al classico perché era convinto che la dimensione umana si declinasse nella complessità e spendere del tempo per sondare e sviscerare questa complessità non fosse per niente una perdita di tempo.

Qualcuno era al classico perché ciò che ricercava era la profondità e non aveva trovato scuole per minatori.

Qualcuno era al classico perché una volta aveva sentito una storia in cui un uomo, dopo essersi ritrovato libero di uscire dalla caverna in cui era incatenato, aveva deciso di correre il rischio ed uscirne per davvero, per la prima volta, ed era stato il primo ad affrontare con fatica l’ardito percorso verso la luce.

Qualcuno era al classico perché poi, nel mito, quell’uomo era tornato dentro, per raccontare quello che aveva visto, per liberare gli altri.

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